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Il caso Sallusti

Inviato: giovedì 27 settembre 2012, 12:57
da Venerabile Beda
È necessario distinguere il concetto di diffamazione dal concetto di opinione. Non interessa la definizione giuridica... è sufficiente definire la diffamazione come la diffusione di notizie false (diffusione effettuata in mala fede o con leggerezza... nel caso di un giornalista, per non aver approfondito i fatti) e l'opinione come la diffusione di un parere. Sembrerebbe (questo verbo già in sé dubitativo, in forma peraltro condizionale, dovrebbe evitare ogni querela), che Sallusti, abbia alterato un po' i fatti. Se è così (se), è giusto che Sallusti paghi; se ha diffuso notizie false, non corrette, in mala fede o con leggerezza, è giusto che paghi anche con il carcere. Ma non Sallusti: qualsiasi giornalista, o chiunque, scientemente o per leggerezza, diffonda notizie false. Se io ora che giornalista non sono, scrivessi in questo messaggio: "È morto il Presidente Napolitano" senza citare la fonte, dovrei essere processato e condannato. Se cito la fonte... la patata bollente è della fonte; specie se la fonte fosse autorevole (ANSA, AdnKronos, ecc.)
Sembrerebbe che Sallusti, abbia scritto che un giudice, abbia imposto a ragazza minorenne, a madre e a padre di abortire. Invece, da quello che si legge in giro, sembrerebbe che la ragazza incinta e la madre, volessero abortire... e il padre no. È "leggermente" diversa la cosa. Se è così, un'autorizzazione è stata fatta passare per imposizione. Se è così, Sallusti, merita la condanna (se fatto in mala fede e con leggerezza). C'è modo e modo di scrivere. Se si usa l'Indicativo... si esprime certezza. Se non si è certi, esiste il Congiuntivo e anche il Condizionale. Ma questo un giornalista, non può non saperlo.
Diverso è l'espressione dell'opinione. Se Sallusti avesse detto: "Il magistrato, che ha autorizzato l'aborto, a mio avviso è un delinquente" questa è un'opinione. Il magistrato si può offendere quanto vuole, ma qualsiasi cittadino ha il diritto dire questo. Non esiste in Democrazia il reato di opinione. Certo... esiste il reato di ingiuria; ma se si consente di insultare i politici eletti dal Popolo sovrano, a maggior ragione si possono insultare i magistrati, che eletti dal Popolo non sono (che poi non si capisce come facciano ad amministrare "in nome del Popolo", quando non sono eletti dal Popolo... Mistero!). In realtà, non si dovrebbe mai insultare nessuno... né il politico (almeno non prima di sentenza passata in giudicato) né il magistrato; ma insultare l'attività politica di quel politico, sì; le sentenze di un magistrato sì: devo avere il pieno diritto di dire che una certa sentenza, dice idiozie, cose folli, fa schifo, ecc.
Nessuno deve avere mai il diritto di diffamare. Mai. Ma tutti dobbiamo essere liberi di esprimere la nostra opinione (purché sia chiaro che di opinione si tratta), su qualsiasi personaggio pubblico, specie nei confronti di chi non è eletto.

Infine, si può discutere sul tipo di pena... carcere o pena pecuniaria... Va bene la pena pecuniaria...
Ma deve essere anche proporzionale al reddito...
Se uno guadagna 100.000 Euro l'anno, e come pena gli si danno 75.000 Euro... OK (e proporzionalmente su tutti i risparmi e beni).
In breve, gli devono rimanere solo i soldi per vivere dignitosamente.
Ma se gli si fa una multa... che in realtà è il superfluo di tutti i suoi beni... quella pena pecuniaria... tanto pena non è.
D'altra parte, 14 mesi di carcere... sembrano eccessivi, anche se colpevole... specie in caso di prima condanna, di un reato leggero (non è un omicida, un ladro, o un truffatore: ha sbagliato... e forse lo ha capito... se reitera... 144 mesi di carcere... ma altrimenti... occorre indulgenza).

Circa il dibattito del mondo cattolico, per cui alcuni ritiene che i cattolici lo abbiano "abbandonato". A parte che i cattolici, non hanno dipendenti. Si è grati a chiunque lotti per la vita per il rispetto della Legge di Dio. Purché questo sia fatto con correttezza e all'insegna della Verità. Qui si ipotizza che sia mancata la correttezza e la Verità. Cosa si vorrebbe? Siamo contro l'aborto. Ma non si può e non si deve mentire perché quello che diciamo, appaia più persuasivo. Mentire, non è cristiano. E di conseguenza non è cattolico. Si può anche riportare una notizia errata in buona fede. Io non credo, che la magistratura, avrebbe condannato a 14 mesi di carcere, per una notizia sbagliata riportata in buona fede. Se fosse così, sarebbe urgentissima la riforma della magistratura, più di quanto non appaia. Se non è così, la lotta per la vita e per l'affermazione della Legge di Dio, deve avanzare sempre e solo con la Verità e nella Verità. Mai, senza eccezioni, con la menzogna... e nemmeno con la verità leggermente alterata, gonfiata, modificata.

Il caso Sallusti

Inviato: giovedì 27 settembre 2012, 20:48
da Venerabile Beda
Ed è saltata fuori la verità: Renato Farina, è la persona che ha scritto l'articolo, ormai è certo, impostato su informazioni false, scorrette e sbagliate. L'articolo, deve essere pertanto condannato, in quanto falso.
Vero è che su piano formale, è il direttore, il responsabile. Ma data la confessione pubblica di Farina, il reato, dovrebbe ridursi a omesso controllo. Quando si arriva al penale, al carcere... la cosa o è strettamente personale o non è. È giusto che il direttore paghi in termini civili, amministrativi, e soprattutto pecuniari; ma non è giusto che faccia il carcere, per una cosa che lui non ha fatto.

Questa faccenda si poteva risolvere tranquillamente con un articolo di rettifica e scuse in prima pagina. Sembra che da più parti, qualcuno abbia cercato per forza la rissa.