Pagina 1 di 1

La tragedia dell'escursione di Prato

Inviato: mercoledì 27 giugno 2012, 8:35
da Venerabile Beda
Se fosse morto solo lui, e lui fosse stato l'unico a sentirsi male, si poteva ipotizzare un problema congenito. Ma siccome più di qualcuno si è sentito male, evidentemente si è strafatto, nel metodo e nel merito.

1 -
I ragazzi, dagli 8 ai 16 anni
.
Cosa c'entrano bambini di 8-9 anni, con ragazzini di 11-12, con ragazzi di 15-16??? Sono almeno 3 fasce di età differenti, che richiedono tipi di escursioni differenti, in quantità e in qualità. Non è una bella idea fare minestroni. Non si deve essere esperti di biologia per sapere che dagli 11 ai 12 anni, la forza fisica di un essere umano, raddoppia... non aumenta... raddoppia.
2 - C'era un adeguato equipaggiamento?? Cappellini, tende, acqua in quantità industriale? Pause??? O era una marcia di resistenza?? Si possono anche fare... ed anche in sede parrocchiale... ma non sopra i 30 gradi. E non con ragazzini di 11 anni.
3 - Il fatto che questo si facesse da anni, e finora non era successo nulla, è stata solo fortuna... che adesso è mancata.
4 - Il percorso e la meta... era un altopiano o un percorso e un obiettivo boscoso?? Se era un altopiano: follia! Occorre un percorso e un obiettivo boscoso, dove si possono fare diverse pause all'ombra degli alberi. Posto che più di qualcuno, conosca molto bene i percorsi.
5 - Capire che queste sono generazioni diverse: non sono abituate allo sforzo fisico, al sacrificio (e non per colpa loro) e anche se alcuni di loro fanno sport in palestra... è un'altra cosa. E talvolta, non sono abituati nemmeno ad affrontare sofferenze morali-spirituali. Tra queste generazioni, qualcuno sviene, solo perché ha saltato la colazione!!!
6 - Il caldo di oggi, non è quello di 20-30 anni fa. E così il freddo. Inverni sempre più freddi... ed estati sempre più calde: questo è l'andazzo.


Non tenere a mente queste cose... è follia. E non è l'escursione in sé: un'intera giornata al mare, senza adeguati ripari dal sole nelle ore più calde, è altrettanto pericolosa.


Fa meraviglia... che in mezzo ci siano Scout.... Uno dei motti degli Scout, è: "Non esistono condizioni atmosferiche sfavorevoli... esiste solo un cattivo equipaggiamento". Ma al buon equipaggiamento, si deve associare il riparo, e pause: si parte... e non si sa quando si arriva... senza tabelle di marcia rigide... elasticità e allegria: se si trova un fiume o un lago... con quel caldo.. ci si bagna. E ci si riposa presso gli alberi. Dagli alberi, si sta lontani solo durante i temporali. E se non ci sono alberi? Si rinuncia... sopra i 30 gradi. Perché anche in tenda, si soffre il caldo, come la vicenda emiliana documenta.

La tragedia dell'escursione di Prato

Inviato: mercoledì 27 giugno 2012, 17:14
da Venerabile Beda
Ci sono contrastanti informazioni sulla vicenda... due filoni antitetici.

Un primo filone, asserisce che il ragazzino si era sentito male, non essendo così il malore proprio un fulmine a ciel sereno; e soprattutto, si afferma che anche altri si sarebbero sentiti male accanto a lui. E voci non confermate di richieste di acqua e di siamo stanchi, sono stanco a cui si sarebbe risposto con forza.. l'ultima salita. O frase analoga.

Un secondo filone, asserisce che il malore è stato improvviso, e che nessun altro si è sentito male. Poiché il concetto di sentirsi male è vago e ambiguo solo l'autopsia potrà chiarire con oggettività la vicenda.


Dai profili ricavati, sembra che il ragazzino non fosse uno sportivo... ma un sedentario. Ora... anche se sana... una persona non abituata a camminare... che si ritrova improvvisamente a doverlo fare... col caldo... può avere problemi. Perché le cose si devono fare con gradualità. Ma se questa fosse l'ipotesi... non si manda un sedentario a un'escursione di quel tipo: si inizia con passeggiate più contenute.

Al di là dell'autopsia, è fondamentale sapere se anche altri si sono sentiti male, o hanno patito la sete. Ma se qualcuno avesse patito la sete, significa che l'equipaggiamento, era del tutto inadeguato.

Occorre chiarezza.