Angolo di cielo

Avevo sperato ed ero felice che ci fosse ancora un Paese che amasse la Parola del Signore e la mettesse in pratica ma il diavolo ci ha messo la coda... però, che ne dite, fa piacere, tanto piacere, scoprire che ci sono ancora dei cristiani...

Non credo che si possa valutare un Paese, per l'adesione o meno a una legge sull'aborto. In un Paese, dal punto di vista sociale, politico, culturale, ecc. coesistono più anime e più visioni. E in caso di voti parlamentari, alle volte, un voto di un periodo può essere diverso dal voto di un altro periodo: sia nelle urne elettorali, che in Parlamento. Se non sbaglio in Polonia, prossimamente, ci saranno elezioni politiche, che potrebbero migliorare le cose.
Ma alla fine, la questione legislativa è secondaria. A meno che non si abbia a che fare con una folle legge che obblighi ad abortire. Finché è una legge che consente di abortire, la responsabilità è del singolo. Senza girarci troppo attorno.
Giusta la battaglia giuridica, contro l'aborto e a favore della vita. Ma la vera battaglia, si deve fare sul piano culturale (ci devo pensare molto bene, non prima di avere figli, ma prima di avere rapporti sessuali), e finanziario (No all'aborto Ok. Ma un no all'aborto, che non è accompagnato da aiuti concreti alle ragazze madri o a giovani coppie in difficoltà, rischia di diventare una vuota esternazione di principio)...
Infine, non dobbiamo mai dimenticare, che il giusto "No all'aborto" deve essere sempre chiaro e forte, a livello generale. Ma nessuno di noi (solitamente) ha diritto a mettere bocca nel caso particolare (specie se non aiutiamo o non possiamo aiutare concretamente). Ferma condanna a livello generale. Ma nel caso particolare, specifico, non dobbiamo mai giudicare, perché non abbiamo né il diritto, né la compentenza, né l'autorità, né la capacità, né la saggezza, né la giustizia.
Forse, dico forse, un nostro "giudizio" nel caso specifico, è tollerabile nel caso di aborto, utilizzato come metodo contraccettivo; o nel caso di folle manifesto capriccio (es: "volevo un maschio... è femmina").
Ma in tutti gli altri casi che escludono il capriccio, l'egoismo in modo manifesto, non credo che noi si abbia il diritto (né il dovere) di dire alcunché, se non in termini generali.
Sarò più chiaro: solo una coppia che vive sulla propria pelle la croce di un figlio disabile, può dire cosa a una coppia che sceglie l'aborto, pur di non avere un figlio disabile. Chi non vive questo dramma sulla propria pelle, o quanto meno, in modo molto vicino e concreto, non ha diritto a parola. So di cosa parlo, vedendo questa realtà molto da vicino.
E vedo una famiglia morire ogni giorno per aver scelto la vita con un figlio disabile. E vedendo da vicino cosa comporta, non mi permetterei mai di giudicare chi non si sentisse di fare questa scelta ammirevole e nobile.
Ecco perché certe cose, le deve giudicare solo Dio.
Chi vive queste cose sulla propria pelle, o comunque da vicino, di solito, non si permette di dire cosa a una coppia che abortisce. Questo ho osservato. Perché sa molto bene di cosa si parla.
Molte persone parlano, ma in realtà, non sanno di cosa parlano.
Non tutti abbiamo la forza di essere eroi. Non solo. Anche se siamo eroi, possiamo essere tali in un settore e non in un altro.
Un uomo può essere pronto a morire per difendere qualcuno, ma non avere la forza di stare dietro a un figlio disabile per anni. O il contrario. Non si può eccellere in tutto. Altrimenti saremmo perfetti.

Questo, non significa che l'Aborto non sia male, ecc.
Ma non siamo tutti uguali. E non abbiamo tutti la stessa forza.

Nemmeno io voglio giudicare... voglio solo rimarcare una "timida ribellione", diciamo così (almeno io così l'ho vista), alle mode super permissive, al tipo di vita senza valori che la società e i media vogliono proporci.

Su questo non c'è dubbio. Ma appunto, bisognerà vedere cosa avverrà in Polonia alle prossime elezioni...