Condannati ad andare a Messa per bullismo
Inviato: sabato 19 febbraio 2011, 13:31
Il Tribunale dei minori di Mestre, ha emanato una singolare sentenza. Ha condannato dei giovani che si sono macchiati dell'infamia di bullismo, a fare volontariato, a studiare con profitto, a chiedere scusa alle vittime, ad evitare le brutte compagnie, e ad andare a Messa la Domenica per un anno. Ora, i primi punti, sono assolutamente condivisibili, e degni di encomio. L'ultimo, mi ha lasciato un po' perplesso. Nel senso che, dipende dal contesto. Se i ragazzi sono formalmente credenti, ed essendo minori, sono credenti i genitori, la cosa, potrebbe essere condivisibile. Ma se i ragazzi non sono credenti, la Messa, a mio avviso, non si può imporre. A parte che la Messa, non è un condanna, ma un piacere. Altrimenti si violerebbe la libertà di culto, che non deve mai essere violata, in nessuna direzione: come nessuno, ha in nessun caso il diritto di richiedere la rimozione dei crocifissi dagli edifici pubblici, nessuno deve imporre "con la forza", (sebbene legalmente attraverso sentenza), la partecipazione alla Messa. Salvo come suggerimento educativo a genitori, se sono di base, credenti. È pericolosa questa cosa, per la libertà. Perché se oggi, si consente al magistrato, di imporre la partecipazione alla Messa, domani, si dovrebbe specularmente consentire ad altro magistrato, di vietare la medesima partecipazione. Almeno in linea di principio. Se la sentenza è stata concordata con i genitori, è un discorso, che può essere accettabile. Ma un'imposizione su una tematica così delicata, a me pare lesiva della libertà della persona, che ha diritto a non credere. Glielo riconosce anche Dio questo diritto! Diverso è imporre la lettura del Vangelo. Perché come diceva un mio vecchio amico ateo, che conosceva bene il Vangelo: "Ateo sì; ignorante no". Il Vangelo tutti lo devono conoscere. Poi chi vuole crede, e chi non vuole non crede. Viva la libertà. Ma imporre legalmente un atto di culto, lo trovo discutibile. Nulla da dire sugli altri provvedimenti. Apprezzabilissimo, il fatto di dover chiedere scusa alle vittime. Una delle cose più tristi del nostro tempo, non è tanto lo sbagliare; tutti si sbaglia. Ma il non sapere, o il non volere chiedere scusa. Chiedere scusa, quando si sbaglia, fa bene, ed è indice di grandezza d'animo e intelligenza. Gli imbecilli, non sanno o non vogliono chiedere scusa.