Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo.
Giovanni 5, 26-27
Gesù cade, cade e ricade. Non si è mai compromesso con il peccato, ma ha deciso di pagare le conseguenze del peccato. Dio Padre, nella Sua grandezza, nella Sua onnipotente umiltà e nella Sua infinita sapienza, rimette ogni giudizio sul Figlio.
Perché nessuno di noi possa dire: "Bè per Te è facile parlare! Sei Dio! Tu non sai cosa significhi freddo, fame, dolore, sofferenza, fatica, fallimenti... cadute"...
E invece lo sa molto bene. Non soltanto quale Dio Padre Creatore, che non può non conoscere le Sue creature e i Suoi figli, ma anche in modo diretto, facendo diventare Suo Figlio, Figlio dell'uomo. Perché nessuno di noi Gli possa dire: "Certe cose si devono vivere sulla propria pelle...". Dio previene.
Ecco perché Isaia scrive:
Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per provare in lui diletto.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in espiazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà la loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha consegnato se stesso alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i peccatori.
Il Figlio dell'uomo, conosce l'uomo, perché è un uomo, oltre ad essere Dio...
Conosce le cadute, e le comprende...
Ma ci insegna sempre a rialzarci, per cercare di migliorare...