Poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, a portare la croce. Mc. 15, 20-21
Gesù è già molto affaticato. Non ce la fa da solo.
Ha bisogno di aiuto. Simone di Cirene (Un passante? Uno che guardava lo "spettacolo"?), viene obbligato ad aiutare Gesù a portare la croce. Mi piace pensare, che anche se all'inizio non fu una scelta spontanea, dopo, volle aiutarlo.
Del resto, la croce fa paura.
Nel c.d. "mistero della sofferenza", spesso (non sempre) si trova il "cireneo" di turno.
Quanti cirenei ci sono nella malattia e nel dolore!
Spesso, noi stessi, siamo potenziali cirenei.
A volte ci tiriamo indietro. A volte riusciamo ad aiutare.
La croce fa paura.
Riporto un fatto che mi hanno raccontato e che ritengo vero. Non amo raccontare questi episodi, ma farò un'eccezione.
Un malato di AIDS, era rimasto completamente solo. Isolato da tutti. Gli amici di un tempo, scomparsi. Giunto alla fase terminale, nell'atrocità di quella malattia, cadde dal letto... e rimase per terra. Non è chiaro se non avesse realmente più forza di alzarsi o se volesse lasciarsi morire per terra. Quel che è certo, è che scoppiò a piangere e nella disperazione iniziò a gridare: "Sono solo! Non ho nessuno che mi aiuti! Io resto qui per terra! O mi aiuti Tu, o io rimango qui per terra!"... È venuto Gesù, lo ha preso in braccio, e lo ha messo a letto. Dopo qualche giorno, è morto.
Morale...
Doveva essere uno dei noi ad aiutarlo.
Ma nessuno di noi c'era. (Ovvio, non noi, ma qualcuno sapeva...)
Siccome nessuno di noi, ha fatto la parte che doveva fare (il cireneo), è venuto Gesù stesso, ad aiutarlo.
Quello del cireneo, è un ruolo molto importante, più importante di quanto non appaia.
Quando non aiutiamo chi dobbiamo aiutare, creiamo problemi a un Progetto più grande...