Angolo di cielo

Antonino ha scritto:

• Ciao,
  Al ritorno da Roma, col piacere di tornare a casa (stanchisimo), il piacere di ritrovarvi in quest'angolo.
  Bella giornata davvero.
  Prima tappa in Piazza San Giovanni.
  La Scala Santa, un ricordo di decenni fa (con l'immagine di mia madre che saliva in ginocchio la scala, ... ed io, ragazzo, quasi a riderne.
  Stamattina, appena entrato, una grande emozione e la decisione: "Io la faccio", dico ai miei due amici.
  Dopo i primi tre scalini incomincio a capire d'avere preso una decisione avventata; ancora un paio di scalini e mi chiedo come farò per tornare indietro, ma non ci sono vie d'uscita.
  Intanto pie donne, giovani e meno giovani, ed anche un paio di uomini (abbastanza giovani) proseguono pregando e con ritmo costante.
  Io vado avanti come un automa; ginocchia e tibie non so come riescano a reggere i miei 80 / 82 chili.
  La fronte, il viso, i capelli ... già grondano di sudore.
  Intanto arranco qualche altro scalino. Mi vergogno ad alzarmi ma vorrei sollevarmi con un piede sullo scalino.
  Contemporaneamente, scalino per scalino, le preghiere mi uscivano dal cuore e dalla mente indipendentemente dalla fatica. Penso a Nancy, a Spinna, a Mariella, a Sibilla (ed alla frase particolare che mi aveva affidato), a Mary, a Fernanda, a Mard62, a Lella, a Ele, a Miriam, a Beda, a Paoletta, a Ttega, a Cucciola, a Nemamiah76, ad Smoccy, ad Audino Carla, a Serù, a Romgluce69, ad Emanuele, a Rity, ad Evandro ... uno ad una ... a tutti (compresi gli ultimi iscritti al forum - e tra tutti a Giufurnari -, ... ma consentitemi di non nominarvi tutti: non vorrei dimenticare di trascrivere alcun nome)..
  Il quadro del Crocifisso che domina la scala dall'alto ... mi fissa e mi rimprovera: "il mio calvario è stato molto più lungo e tu non hai una croce addosso e tu non sei spossato da una flagellazione e da un linciaggio fisico già subiti ed a te nessuno ti spinge o ti strattona o ti da calci o ti frusta per farti muovere"!
  Intanto sono arrivato a metà scala, cerco di sostare un poco, di fermarmi un po' di tempo in più sperandone così un ristoro impossibile.
  Vedo davanti a me un mozzicone di sigaretta, forse caduto da una scarpa di qualcuno che era già salito. Lo prendo e lo metto in tasca per buttarlo poi fuori. (E un gesto spontaneo, come mi stando a casa a casa mia).
  Guardo i miei amici che dall'alto della scala mi guardano.
  Mi vedono in difficoltà (sono saliti a piedi dalla scala laterale). Spero possano escogitare qualcosa per portarmi via di là.
  Lentamente, scalino dopo scalino, non so io stesso come arrivo in cima alla scala.
  Bacio l'ultimo scalino. Mi sento distrutto ma mi chiedo, ... "che sarà mai una fatica come questa, che sarà mai il problema che non riesco a risolvere, rispetto a alla passione ed alla morte di Cristo?
  Prima dell'ultimo scalino non sapevo se ce l'avrei fatta.
  Ritrovatomi in piedi finalmente, con le gambe doloranti (e lo sono ancora in questo momento) e tremanti, mi rendo conto che ho solo fatto un piccolo sacrificio durante una preghiera.
  Non sono neppure riuscito a riparare al pensiero di scherno che avevo riservato a mia madre tanti anni fa.
  Conservo però la soddisfazione di avervi portati tutti con me ai piedi di quel Crocifisso.
  La fatica più grossa è stato portarci Ttega. Ma ci ho portato anche lui.
  Vi ho sentiti tutti vicini, ... ma lui (me lo concedete?) me lo sono preso sotto braccio per scendere la scala (avevo paura di cadere). .. E lui mi ha aiutato senza fiatare. Mi guardava senza parlare; ogni tanto bofonchiava: "Bah! ... Provare ... Si può sempre provare"!
  Chissà cosa avrà voluto dire.
  ...