L'uomo che verrà

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Venusia
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L'uomo che verrà

Messaggio da Venusia » martedì 20 luglio 2010, 19:45

Ieri sera sono stata al cinema all'aperto della mia città e ho visto questo splendido film... Un capolavoro lo definirei.
"L'uomo che verrà" è un film del 2009 diretto da Giorgio Diritti; nella versione originale il film è in dialetto bolognese con sottotitoli in italiano e io l'ho visto nella versione originale.

Ambientato nel 1944, racconta gli eventi antecedenti la strage di Marzabotto visti attraverso gli occhi di una bambina di otto anni.

Nell'inverno 1943-1944 sull'appennino emiliano, la piccola Martina, di otto anni, vive con i genitori e con la numerosa famiglia contadina, che fatica ogni giorno per sopravvivere. Dalla morte del fratello più piccolo Martina ha smesso di parlare e questo la rende oggetto di scherno da parte dei coetanei. Tuttavia il suo sguardo sul mondo che la circonda è molto profondo: la seconda guerra mondiale arriva anche sulle sue colline ricoperte di neve, con la presenza sempre più invadente di soldati tedeschi e squadre di partigiani. Lena, la madre della bambina, resta nuovamente incinta e Martina segue con attenzione i nove mesi della gestazione, mentre le complesse vicende della guerra si intersecano con la quotidianità della vita contadina: il bucato, le ceste intrecciate nella stalla, la macellazione del maiale, gli amoreggiamenti dei giovani, la Prima Comunione.

Il fratellino di Martina nasce in casa, a fine settembre del 1944. Allo spuntar del giorno le SS arrivano nelle campagne bolognesi, mettendo in atto un feroce rastrellamento, che verrà ricordato come strage di Marzabotto: vecchi, donne e bambini vengono trucidati, dopo esser stati raccolti nei cimiteri, nelle chiese, nei casolari. Martina, che era riuscita a fuggire, viene scoperta e rinchiusa in una piccola chiesa insieme a decine di altre persone. Dopo aver chiuso le porte, i soldati tedeschi lanciano all'interno, attraverso le finestre, delle bombe a mano che fanno strage. La bambina resta miracolosamente illesa e torna a casa, trovando solo stanze vuote e silenzio: prende la cesta con il fratellino e si rifugia nella canonica di don Fornasini, uno dei parroci della zona.

La vicenda si conclude con il ritorno di Martina al casolare di famiglia, dove si prende cura del fratellino e finalmente, cantando per lui una ninna nanna, ritorna a parlare.

Nei titoli di coda si dichiara che i personaggi e le vicende del film sono frutto di finzione, mentre lo sfondo storico (la strage di Marzabotto) è reale. Tuttavia alcuni personaggi del film sono realmente esistiti:

don Giovanni Fornasini, giovane parroco antifascista; don Ubaldo Marchioni, che fu ucciso davanti all'altare della chiesa di Casaglia: la pisside che teneva in mano al momento dell'uccisione si conserva ancora, con una pallottola incastrata sul fianco la donna storpia uccisa in chiesa, perché non aveva potuto ubbidire ai soldati tedeschi che le avevano ordinato di uscire subito il gruppo di ottantaquattro persone che fu realmente ucciso con le mitragliatrici nel cimitero di Casaglia il gruppo di una settantina di persone che fu realmente ucciso all'interno di una chiesa con il lancio di bombe a mano. Anche la vita contadina di quegli anni è ripresa con realismo e ricchezza di dettagli.

Il film a mio parere lancia un messaggio bellissimo: l'uomo che verrà è proprio questo bambino appena nato, e rimasto vivo dopo queste efferatezze. Sarà la sua sorellina ad occuparsi di lui, lei che ha visto morire tutti e lei curerà con amore suo fratello ricordandogli i valori della vita e che deve rinascere un uomo nuovo da ciò che è successo. Il mondo praticamente in mano ai bambini, simboli del futuro, dell'innocenza e frutti dell'amore e a loro tocca rinnovare, ricostruire il mondo.
Consiglio a tutti di vedere questo film, ai catechisti e parroci di farlo vedere anche negli oratori. Il film mostra quanto anche la Chiesa ha fatto in quel periodo per aiutare la gente, come si è attivata e anche la fede semplice della gente... che ricorre continuamente a Dio e si affida alla Chiesa, come punto di riferimento.


Venusia

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