Testimonianza dietro le sbarre

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Mary
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Testimonianza dietro le sbarre

Messaggio da Mary » sabato 10 gennaio 2009, 8:36

Dio dietro le sbarre
«Il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani» (Tertulliano).
Un sacerdote cinese, padre Pietro Cui Xingang, imprigionato più volte a causa della fede, racconta la sua esperienza personale e la sua vocazione.


Sono stato incarcerato ripetutamente a causa della fede; l'ultima volta dal 1995 al 2002, quando con l'aiuto dell' opinione pubblica internazionale sono stato liberato, espulso dalla patria e sono giunto in Italia.
La prigione è un luogo orribile, ma le condizioni di vita in una prigione cinese sono così terribili che non si possono descrivere: oltre alla perdita di ogni libertà personale, le più fondamentali

necessità per una vita umana diventano un problema (scarsità di cibo, mancanza di igiene). Nelle celle sono rinchiuse insieme dalle otto alle trenta persone, fra cui assassini, ladri, persone che hanno sequestrato e venduto dei bambini. La convivenza è terribile; non esistono tra i detenuti sentimenti d'amore di compassione. Specialmente i condannati a morte si lasciano andare ad atti di violenza facendo del male ai prigionieri; si comportano così perché a loro volta hanno subito maltrattamenti.



All'nizio non riuscivo ad accettare questa situazione. Vivere con dei criminali, condividere la stessa cella, dormire sullo stesso letto, essere trattato come loro; ciò mi causava grande dolore. Poi mi sono calmato e ho riflettuto sulla mia vocazione e sulla mia vita. Nella preghiera, pensando alla parola di Dio, ho trovato la risposta e un modo molto bello per reagire. il mio era il cammino che anche Gesù aveva percorso.



Avevo un gran desiderio di ricevere la comunione, di lasciare che Gesù rinforzasse la mia debolezza. Nella prigione cinese, però, questo è impossibile. Come prigioniero a causa della fede ero guardato a vista dai poliziotti. I prigionieri politici non possono avere contatti con l'esterno o ricevere alcuna cosa dai parenti. A causa delle usanze cinesi non era possibile avere del vino. Non potevo così celebrare la messa.



Finalmente, qualcuno è riuscito a farmi avere segretamente un po' di vino. Ero pieno di gioia. Lo stesso giorno, per la prima volta, dopo anni d'incarcerazione, ho celebrato la santa messa. Era la più semplice liturgia del mondo: non c'era altare, né tovaglia, né calice, né patena, soltanto alcune gocce di vino nella mano e un pezzo di pane. Mi venivano le lacrime: il Creatore dell'universo veniva nel mondo e non c'era per lui un luogo, un altare, come per il suo sacrificio sul Golgota; il santissimo Figlio di Dio si degnava di entrare nella nostra prigione, piena di peccati e di odio. lo in fretta consumavo il Santo Corpo e il Santo Sangue che gli altri prigionieri vedevano solo come cibo e normale bevanda.



Con la grazia del sacramento è cambiato completamente il mio atteggiamento: con la pace nel cuore, ho accettato pienamente e gioiosamente il dolore della prigione. Ho capito la parola di Gesù: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, eio vi, darò ristoro» (Mt 11,28).



Gli altri prigionieri se ne accorsero e lo trovarono strano. Come era possibile che da un momento all' altro non fossi più depresso e sembrassi non sentire più il dolore? Ho condiviso con loro la mia esperienza, benché la legge cinese proibisca assolutamente di annunciare il Vangelo a dei prigionieri. Ma queste persone, che hanno perduto ogni speranza nella vita, hanno estremo bisogno del Vangelo. Subito mi sembrava molto difficile, perché all'inizio anch'io avevo provato lo stesso odio ed ero stato picchiato da loro; non avevano mai saputo chi è un sacerdote, né sentito parlare di Gesù. Dopo un lungo tempo di convivenza ci siamo conosciuti e siamo diventati familiari. Il loro cuore ostile è cambiato.



Pian piano ho cercato di far conoscere loro la fede, il significato della vita e della morte. Quando parlavo di queste verità tutti nella cella erano attenti. Non c'erano più come prima grida, bestemmie, chiasso. Quasi tutti i prigionieri, nella cella, accettarono le mie parole. Ogni giorno presentavo segretamente qualche parola del Vangelo. Dopo alcuni mesi l'ordine nella cella era completamente cambiato: la pulizia diventava regolare, i fenomeni di violenza non si vedevano quasi più, i prigionieri si aiutavano e si incoraggiavano reciprocamente. Nei momenti in cui nessuno mi disturbava, potevo pregare. I poliziotti si meravigliavano e non riuscivano a spiegarsi l'accaduto. Molti chiesero di essere battezzati. Il Vangelo di Cristo cambiava il modo di vita di molti prigionieri e dava loro un nuovo coraggio. La vita nella prigione era dura, però mi sentivo molto arricchito: la più bella soddisfazione era vedere molti funzionari e criminali che cominciavano a comprendere la Chiesa e il Vangelo di Cristo.




Testimonianza al Convegno nazionale

di Montesilvano PE nel 2004



Fonte: Animazione Missionaria - Marzo e Aprile 2008


Dio è Amore!


Angolo di cielo, link ufficiale: https://angolodicielo.altervista.org

Nemamiah76
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Re: Testimonianza dietro le sbarre

Messaggio da Nemamiah76 » sabato 10 gennaio 2009, 15:49

grazie per questa testimonianza, Mary!
Sono rimasto colpito dalla perseveranza del sacerdote; ma ancor più bello è stato leggere che - alla fine - tutti gli altri che erano carcerati insieme a lui sono stati catturati dalla sua esperienza con Dio, e la fede li ha aiutati...



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Mard62
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Re: Testimonianza dietro le sbarre

Messaggio da Mard62 » sabato 10 gennaio 2009, 16:37

...e quando passa tutto si trasforma, via la tristezza, viene l'allegria...
così dice il testo di un canto di fraternità, ed è vero! Dove arriva Gesù, dove lasciamo spazio al suo agire tutto si trasforma. [k-grazie] Grazie Mary, è molto forte come testimonianza.


Mard62

Che tutti siano "uno"... affinché il mondo creda.

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