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Un povero vecchio

Inviato: lunedì 10 novembre 2008, 11:22
da Miriam
C’era una volta un vecchio che non era mai stato giovane. In tutta la sua vita, in realtà non aveva mai imparato a vivere. E non avendo imparato a vivere, non riusciva neppure a morire. Non aveva speranze né turbamenti; non sapeva né piangere né sorridere. Tutto ciò che succedeva nel mondo non lo addolorava e neppure lo stupiva. Passava le sue giornate oziando sulla soglia della sua capanna, senza degnare di uno sguardo il cielo, l’immenso cristallo azzurro che, anche per lui, il Signore ogni giorno puliva con la soffice bambagia delle nuvole. Qualche viandante lo interrogava. Era così carico d’anni che la gente lo credeva molto saggio e cercava di far tesoro della sua secolare esperienza. «Che cosa dobbiamo fare per raggiungere la felicità?». Chiedevano i giovani. «La felicità è un’invenzione degli stupidi» rispondeva il vecchio. Passavano uomini dall’animo nobile, desiderosi di rendersi utili al prossimo. «In che modo possiamo sacrificarci per aiutare i nostri fratelli?» chiedevano. «Chi si sacrifica per l’umanità è un pazzo» rispondeva il vecchio, con un ghigno sinistro. «Come possiamo indirizzare i nostri figli sulla via del bene?» gli domandavano i genitori. «I figli sono serpenti» rispondeva il vecchio. «Da essi ci si possono aspettare solo morsi velenosi». Anche gli artisti e i poeti si recavano a consultare il vecchio che tutti credevano saggio. «Insegnaci ad esprimere i sentimenti che abbiamo nell’anima» gli dicevano. «Fareste meglio a tacere» brontolava il vecchio. Poco alla volta, le sue idee maligne e tristi influenzarono il mondo. Dal suo angolo squallido, dove non crescevano fiori e non cantavano uccelli, Pessimismo (perché questo era il nome del vecchio malvagio) faceva giungere un vento gelido sulla bontà, l’amore, la generosità, che, investite da quel soffio mortifero, appassivano e seccavano. Tutto questo dispiacque molto al Signore, che decise di rimediare. Chiamò un bambino e gli disse: «Va’ a dare un bacio a quel povero vecchio». Il bambino obbedì. Circondò con le sue braccia tenere e paffute il collo del vecchio e gli stampo' un bacio umido e rumoroso sulla faccia rugosa. Per la prima volta il vecchio si stupì. I suoi occhi torbidi divennero di colpo limpidi. Perché nessuno lo aveva mai baciato. Così aperse gli occhi alla vita e poi morì, sorridendo.



A volte, davvero, basta un bacio. Un «Ti voglio bene», anche solo sussurrato. Un timido «Grazie». Una apprezzamento sincero. È così facile far felice un altro. Allora, perché non lo facciamo?

Re: Un povero vecchio

Inviato: venerdì 12 dicembre 2008, 20:26
da Ele
[k-cuore] Ci sono momenti in cui si ha paura di esprimere le proprie emozioni per paura della reazione della persona alla quale vorremo manifestare qualcosa. Ma altre volte mi accorgo di quanto sollievo possa dare il momento in cui ci rivolgiamo a qualcuno che non sta bene moralmente dicendogli: "lo sento che non stai bene...perché non me lo dici?". La persona cambia completamente e così dentro te dici...."potevo farlo altre volte!". Anche una sola parola può donarci la pace e la gioia che cerchiamo... [k-cuore]

Re: Un povero vecchio

Inviato: sabato 13 dicembre 2008, 0:59
da Nemamiah76
è bellissima questa storia... Certe volte basta un semplice gesto per far felice qualcuno... eppure molto spesso non lo facciamo, vuoi per timore, vuoi per paura, o insicurezza... e l'altra persona resta sempre... sterile ed algida nei confronti del mondo circostante... Eppure quante cose cambierebbero con quel piccolo gesto...