Pagina 1 di 1

Accadde oggi

Inviato: sabato 8 novembre 2008, 21:58
da Antonino
Berlino, 10 novembre 1938. La notte dei cristalli
Con il pretesto dell’uccisione a Parigi del terzo consigliere d’ambasciata da parte di un giovane ebreo per vendicare la deportazione della sua famiglia, venne attuata in tutta la Germania questa notte di terrore orchestrata dalla propaganda di Goebbels, per punire quest’ultimo oltraggio degli ebrei al popolo tedesco.
La notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 si consumava in Germania uno dei più odiosi e ignobili attentati contro la comunità ebraica tedesca, passato alla storia e tuttora ricordato come la “notte dei cristalli”.
Lo spunto fu l’atto di un ragazzo ebreo diciassettenne che, vistosi ripetutamente negato il rinnovo del passaporto, andò all’ambasciata tedesca di Parigi ed esplose cinque colpi di pistola al secondo consigliere, von Rath, ferendolo gravemente. E ancora una volta il caso giocò un ruolo determinante nella successione degli avvenimenti. Von Rath morì il 9 novembre, mentre tutti i “magnati” del regime erano a Monaco per festeggiare con Hitler il 9 novembre 1923: quel giorno, in uno scontro con la polizia berlinese che ne stroncò il tentativo insurrezionale, Göring era stato ferito e Hitler arrestato. Verso le ore 21, un messo si avvicinò a Hitler e gli sussurrò la ferale notizia: von Rath era morto. Cosa successe dopo lo dicono le cronache di allora. Un’orgia di sangue e di violenza, magistralmente guidata, si abbatté sulla comunità ebraica tedesca: migliaia di vetrine di negozi ebrei infrante a colpi di mazze e bastoni; sessanta sinagoghe incendiate; trentamila ebrei tirati giù dai propri letti nel cuore della notte, in parte ammazzati a bastonate mentre altri “barbari” buttavano dalle finestre i mobili; i superstiti trattenuti in arresto per essere inviati a morire a Dachau e a Buchenwald; le piazze delle città trasformate in enormi bracieri, ove furono bruciati migliaia di libri non graditi ai nazisti.
Si avverava la profezia del poeta Heinrich Heine, che quasi un secolo prima aveva ammonito: “Ricordatevi che prima si bruciano i libri e poi si bruciano gli uomini”.

Re: Accadde oggi

Inviato: domenica 9 novembre 2008, 12:41
da Antonino
Papa: "Provo ancora dolore
per la Notte dei cristalli"
  • Immagine
  • CITTA' DEL VATICANO - Nel ricordare il settantesimo anniversario della Kristallnacht, la Notte dei cristalli, con cui nazisti cominciarono lo sterminio degli ebrei, Papa Benedetto XVI ha detto di provare ancora oggi dolore "per quanto accadde in quella circostanza" e ha espresso la sua "profonda solidarietà al mondo ebraico".
  • L'anniversario è di quelli tondi e, coincidenza o sapienza dell'uso dell'agenda della storia, arriva per stemperare uno dei momenti di massima tensione tra il Vaticano e la comunità ebraica. Settant'anni fa, la Notte dei cristalli. In tutta la Germania nella notte tra il 9 e il 10 novembre del '38 le sinagoghe e i negozi degli ebrei vennero presi di mira, incendiati e devastati dai nazisti. Molte persone furono assassinate. Fu l'inizio della persecuzione e delle deportazioni. Il primo passo concreto - quello ideologico era già stato preparato dalla propaganda - verso l'Olocausto.

    Oggi all'Angelus Benedetto XVI, il Papa tedesco, usa parole chiare: "Ancora oggi provo dolore per questo triste avvenimento la cui memoria faccia si che simili orrori non si ripetano mai più". E aggiunge: "Ci si impegni, a tutti i livelli, contro ogni forma di antisemitismo e di discriminazione, educando soprattutto le giovani generazioni al rispetto e all'accoglienza reciproca. Invito, inoltre, a pregare per le vittime di allora e ad unirvi a me nel manifestare profonda solidarietà al mondo ebraico".

    Parole che cadono all'indomani della presa di posizione ufficiale del Papa sulla questione della beatificazione di Pio XII sulla cui figura da mesi è in atto uno scontro duro tra la Chiesa e gli ebrei che ricordano i silenzi di Pacelli di fronte al nazismo, alle leggi razziali e all'Olocausto. "Basta attacchi a Pio XII", aveva detto Ratzinger.

    Ma il Papa non si è limitato a intervenire su questo. Durante l'Angelus ha ricordato l'emergenza umanitaria in Congo dove, ha detto, "sanguinosi scontri armati e sistematiche atrocità hanno provocato e stanno provocando numerose vittime tra i civili innocenti". Ha quindi rivolto un appello"affinché tutti collaborino al ripristino della pace in quella terra da troppo tempo martoriata, nel rispetto della legalità e soprattutto della dignità di ogni persona".

    Ratzinger ha parlato anche della crisi economica, in particolare ha denunciato "l'aumento dei prezzi di alcuni alimenti di base", che ha reso ancora "più drammatico" il grave e complesso problema della fame nel mondo". "Prego - ha aggiunto - per il mondo rurale, specialmente per i piccoli coltivatori dei paesi in via di sviluppo. Incoraggio e benedico quanti si impegnano perché a nessuno manchi un'alimentazione sana e adeguata: chi soccorre il popolo soccorre Cristo stesso".
  • (da Repubblica)

Re: Accadde oggi

Inviato: lunedì 10 novembre 2008, 13:17
da Antonino
Il Remembrance Day (o Armistice Day) è un giorno di commemorazione osservato nei paesi del Commonwealth e in diversi stati europei (comprese Francia e Belgio) per commemorare la I guerra mondiale e altre guerre. Viene osservato l’11 novembre, giorno in cui, nel 1918, finì la I guerra mondiale.
Immagine
La relazione tra i papaveri e il Remembrance Day
deriva dalla poesia “Nei campi di Fiandra”,
dell’ufficiale medico canadese John McCrae.
Nei campi delle Fiandre

Nei campi delle Fiandre fioriscono i papaveri
tra le file di croci
che indicano il nostro posto: e nel cielo
volano le allodole, cantando ancora con coraggio,
appena udite in terra tra le mani.
Noi siamo i morti, pochi giorni fa
vivevamo, sentivamo l'alba, vedevamo il tramonto brillare,
amavamo ed eravamo amati, e ora giaciamo
nei campi delle Fiandre.
Continua la tua lotta con il nemico
a te, con mani trremanti, passiamo
la fiaccola. A te il compito di tenerla alta.
Se non mantieni l'impegno con noi che moriamo
non dormiremo, anche se i papaveri fioriscono
nei campi delle Fiandre.

John McCrae, medico militare. 2 maggio 1915