Il vero bene

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Benedetto
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Iscritto: giovedì 16 settembre 2010, 16:23

Il vero bene

Messaggio da Benedetto » domenica 26 settembre 2010, 8:37

Come sapete, io amo molto san Francesco.
La sua vita è piena di cose che danno una risposta ai miei crucci.
Vi ho detto che mi è stato regalato un bellissimo libro (Sapienza di un povero) su di lui. Potete trovarne una trascrizione su Internet.
Voglio riprodurre per voi uno stralcio che per me è fondamentale: Eccolo

Francesco chiede a suo fratello Leone:

- Sai tu, fratello, in che cosa consiste la purezza del cuore?

- Nel non aver nessuna colpa da rimproverarsi - ribatté Leone senza esitare.

- Allora comprendo la tua tristezza - soggiunse Francesco - giacché abbiamo sempre qualcosa da rimproverarci.

- Si - soggiunse Leone - ed è questo pensiero che mi fa disperare d'attingere un giorno la purezza del cuore.

- Ah, frate Leone, credimi - ribatté Francesco; - non ti preoccupare tanto della purezza dell'anima tua. Volgi lo sguardo a Dio. Ammiralo. Rallegrati di Lui che è tutto e soltanto santità. Rendigli grazie per Lui stesso. Questo, appunto, significa avere il cuore puro.

- E quando ti rivolgi a Dio così, guardati bene dal tornare a ripiegarti su te stesso. Non chiederti mai a che punto sei con Dio. La tristezza che provi nel sentirti imperfetto e peccatore è un sentimento ancora umano, troppo umano. Bisogna guardare più in alto, molto più in alto. C'è Dio, l'immensità di Dio ed il suo inalterabile splendore. Il cuore puro è quel cuore che non cessa di adorare il Signore vivo e vero. Il cuore puro non si interessa che alla esistenza stessa di Dio, ed è capace, pur in mezzo alle sue miserie, di vibrare al pensiero dell'eterna innocenza e dell'eterna gioia di Dio. Un cuore siffatto è al tempo stesso sgombro e ricolmo. Gli basta che Dio sia Dio. In questo pensiero il cuore trova tutta la sua pace, e tutta la sua gioia. E Dio stesso diventa allora tutta la sua santità.

- Dio, nondimeno, esige da noi che ci si sforzi d'essergli fedeli - fece osservare Leone.

- Sì, senza dubbio - soggiunse Francesco. - Ma la santità non consiste in un compimento del proprio essere, né in uno stato di pienezza. La santità consiste, innanzitutto, in un vuoto che si scopre in noi e si accetta, e che Dio ricolma di sé nella misura in cui noi ci si apre alla sua pienezza.

«La nostra miseria, allorché viene accettata, diventa lo spazio libero dove Dio può ancora creare. Il Signore non consente a nessuno di togliergli la gloria. Egli è il Signore, l'Essere unico, il solo Santo. Ma prende il povero per mano, lo estrae dal suo fango e lo invita a sedere fra i principi del suo popolo, perché prenda visione della sua gloria. Dio diventa in tal modo l'azzurro dell'anima sua.

«Contemplare la gloria di Dio, frate Leone, scoprire che Dio è Dio, e Dio per sempre, ben oltre la nostra condizione umana, rallegrarci di Lui, estasiarci dinanzi alla sua eterna giovinezza, rendergli grazie per Lui stesso e per la sua misericordia che non verrà mai meno, tutto ciò costituisce la più profonda esigenza di quell'amore che lo Spirito di Dio non cessa di diffondere nei nostri cuori. In ciò, appunto, consiste per noi l'avere il cuore puro.

«Ma questa purezza non si ottiene con la forza dei pugni tesi né con lo spasimo.

- E come, allora? - chiese Leone.

- Bisogna semplicemente spogliarci di tutto. Far piazza pulita. Accettare la nostra povertà. Rinunciare a tutto ciò che pesa, perfino al peso dei nostri peccati. Non veder altro che la gloria del Signore e lasciarcene irradiare. Ci basta che Dio esista. Allora il cuore si fa più leggero e non sente più se stesso, come l'allodola inebriata di spazio e d'azzurro. Libero da ogni cruccio e preoccupazione, il cuore non aspira se non ad una perfezione che coincide con la pura e semplice volontà divina.

Leone ascoltava sopra pensiero, camminando davanti a Francesco. Ma a mano a mano che procedeva, sentiva il suo cuore farsi più leggero e pieno di pace.

I due frati giunsero poco dopo in vista del piccolo casolare. Non appena entrati nella corte, furono accolti dalla donna che, in piedi sulla soglia di casa, pareva attenderli. Quando li vide, corse loro incontro. Il suo volto era raggiante.

- Fratello mio - esclamò la donna rivolta a Francesco - ero sicura che sareste venuto stasera. Prevedevo la vostra visita. Se sapeste come sono felice! Il mio piccino sta molto meglio. Ha potuto prendere un po' di cibo in questi giorni. Non so come ringraziarvi.

- Dio sia lodato! - esclamò Francesco. Lui che dovete ringraziare.

Poi, seguito da Leone, Francesco entrò nella casupola, s'avvicinò al lettino e si chinò sul fanciullo che gli fece un bel sorriso. La madre ne fu felice. Era evidente che il bambino aveva preso a rivivere. Frattanto, il nonno rincasò coi due maggiori che gli trottavano intorno. Era un uomo ancora agile, dal viso sereno e dagli occhi chiari.

- Buonasera, fratelli - esclamò il nonno. - Come siete buoni d'esser venuti a trovarci. Siamo stati in ansia per via del piccino. Ma adesso par che tutto s'accomodi.

- Ne sono molto felice e ne rendo grazie al Signore - disse Francesco.

- Dovremmo ringraziarlo sempre - soggiunse il vecchio con tono grave. - Anche quando le cose non avvengono secondo i nostri desideri. Ma è tanto difficile. Noi non siamo mai all'altezza della speranza. Quand'ero giovane, chiedevo talora i conti al Signore, se le cose non andavano come avrei desiderato. E se Iddio non mi prestava ascolto, me ne sentivo turbato ed anche irritato. Adesso non chiedo più nessun conto a Dio. Ho capito quanto fosse ingenua e ridicola la mia pretesa. Dio è come il sole: visibile o nascosto che sia, non cessa di raggiare. Provate ad impedirglielo! Ebbene, del pari, non si può impedire a Dio d'essere misericordioso.

- È vero - soggiunse Francesco. - Dio è il bene e non può volere altro che il bene. Ma, a differenza del sole che fa luce senza di noi, e al di sopra di noi, Dio ha voluto che la sua volontà passasse attraverso il cuore degli uomini. È questa una cosa meravigliosa e anche spaventosa. Dipende da ciascuno di noi che gli uomini godano o non godano della misericordia divina. Perciò la bontà è una cosa così grande.
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Non è fantastico?
Baci e abbracci



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