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Re: I Pensieri del Gufo

Inviato: lunedì 15 marzo 2010, 21:43
da Lella

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

Un uomo che cercava la saggezza decise di salire su una montagna dove ogni due anni appariva Dio.
Il primo anno, si nutrì di tutto ciò che la terra gli offriva.
Poi non ci fu più niente da mangiare e dovette ritornare in città.
«Dio è ingiusto!» esclamò.
«Non si è accorto che sono rimasto qui tutto questo tempo per sentire la sua voce.
Ma adesso ho fame e me ne vado senza averlo sentito».
In quel momento apparve un angelo.
«A Dio piacerebbe moltissimo parlare con te. Per tutto l'anno ti ha nutrito.
Sperava che tu provvedessi alle tue necessità nell' anno seguente.
Ma in tutto questo tempo che cosa hai piantato?
Se un uomo non è capace di far crescere frutti là dove vive, non è pronto a parlare con Dio».

Un'anima infiammata d'amore non sa rimanere inattiva...
(S. Teresa D'Avila)


Re: I Pensieri del Gufo

Inviato: martedì 13 aprile 2010, 10:13
da Lella

Il gufo nei suoi pensieri notturni disse:

Una pigna gonfia e matura si staccò da un ramo di abete e rotolò giù per il costone della montagna,
rimbalzò su una roccia sporgente e finì con un tonfo in un avvallamento umido e ben esposto.
Una manciata di semi venne sbalzata fuori dal suo comodo alloggio e si sparse sul terreno.
«Urrà!» gridarono i semi all'unisono.
«Il Momento è venuto!».
Cominciarono con entusiasmo ad annidarsi nel terreno,
ma scoprirono ben presto che l'essere in tanti provocava qualche difficoltà.
«Fatti un po' più in là, per favore!».
«Attento! Mi hai messo il germoglio in un occhio!».
E così via. Comunque, urtandosi e sgomitando,
tutti i semi si trovarono un posticino per germogliare.
Tutti meno uno.
Un seme bello e robusto dichiarò chiaramente le sue intenzioni:
«Mi sembrate un branco di inetti! Pigiati come siete,
vi rubate il terreno l'un con l'altro e crescerete rachitici e stentati.
Non voglio aver niente a che fare con voi.
Da solo potrò diventare un albero grande, nobile e imponente. Da solo!».
Con l'aiuto della pioggia e del vento,
il seme riuscì ad allontanarsi dai suoi fratelli e piantò le radici,
solitario, sul crinale della montagna.
Dopo qualche stagione, grazie alla neve,
alla pioggia e al sole divenne un magnifico giovane abete che dominava
la valle in cui i suoi fratelli erano invece diventati un bosco
che offriva ombra e fresco riposo ai viandanti e agli animali della montagna.
Anche se i problemi non mancavano.
«Stai fermo con quei rami! Mi fai cadere gli aghi».
«Mi rubi il sole! Fatti più in là ... ».
«La smetti di scompigliarmi la chioma?».
L'abete solitario li guardava ironico e superbo.
Lui aveva tutto il sole e lo spazio che desiderava.
Ma una notte di fine agosto, le stelle e la luna sparirono sotto una cavalcata di nuvoloni minacciosi.
Sibilando e turbinando il vento scaricò una serie di raffiche sempre più violente,
finché devastante sulla montagna si abbatté la bufera.
Gli abeti del bosco si strinsero l'un l'altro,
tremando, ma proteggendo si e sostenendosi a vicenda.
Quando la tempesta si placò, gli abeti erano estenuati per la lunga lotta, ma erano salvi.
Tutti meno uno.
Del superbo abete solitario non restava che un mozzicone scheggiato e malinconico sul crinale della montagna...

Dio non ha creato «io». Ha creato «noi»...

Re: I Pensieri del Gufo

Inviato: lunedì 19 aprile 2010, 10:27
da Concy72
Il gufo nei suoi pensieri notturni disse:
Una mamma si preoccupo' di fondare le basi della vita morale del suo bambino,
approfittando della «sparizione» di alcuni dolci conservati nella credenza del salotto.
«Lo sapevi che quando hai rubato la tortina,
Dio era li con te, anche se io non vedevo?».
«Certo» fece il bambino annuendo vigorosamente.
Ma i dolci continuarono a sparire.
Pazientemente la mamma riprese:
«Lo sapevi che in quel momento Dio ti vedeva?».
«Certo».
«E che cosa pensi che ti abbia detto, mentre tu rubavi il dolce?».
«Mi ha detto: Qui ci siamo soltanto io e te, prendine due!».

Aveva ragione il bambino, naturalmente.
Dio non fa la guardia a niente, neanche ai cimiteri dove molti lo hanno relegato.
E dovendo scegliere tra i biscotti e me, senza ombra di dubbio Dio sceglie me.
Quante «maschere» vengono affibbiate a Dio da educatori che hanno tanta buona volontà?
Chi in seguito libererà i bambini da immagini di un Dio «guardone», giudice terribile o Babbo Natale?

Re: I Pensieri del Gufo

Inviato: domenica 16 maggio 2010, 11:39
da Lella

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

Un mattino, la segretaria stava vendendo i biglietti
per l'ultima serata dello spettacolo allestito dalla scuola.
La sera prima aveva fatto il tutto esaurito.
La prima della fila di quel giorno era una madre.
«Penso che sia terribile dover pagare per vedere recitare mio figlio»
annunciò, estraendo il borsellino dalla borsa.
«La scuola chiede una donazione volontaria
per contribuire alle spese per la scenografia e i costumi»,
spiegò la segretaria, «ma nessuno deve pagare.
Lei può avere tutti i biglietti di cui ha bisogno».
«Oh, pagherò» borbottò.
«Due adulti e un bambino».
E fece cadere un biglietto da dieci.
La segretaria le diede il resto.
In quel momento il ragazzo dietro di lei svuotò
sul tavolo la tasca piena di monete.
«Quanti biglietti?» chiese la segretaria.
«Non mi servono i biglietti per vedere lo spettacolo stasera» disse.
«Voglio solo pagare», e spinse verso di lei le monete.
«Ma devi avere il biglietto per vedere lo spettacolo di stasera».
Scosse la testa. «L'ho già visto».
La segretaria spinse indietro la pila di monetine.
«Se vuoi vedere lo spettacolo con la tua classe non devi pagare» gli disse. È gratis».
«No» insistette il ragazzo.
«lo l'ho visto ieri sera. lo e mio fratello siamo arrivati tardi.
Non abbiamo trovato nessuno per comprare i biglietti, così siamo entrati».
Un sacco di gente in mezzo a quella folla era probabilmente «entrata».
I pochi volontari presenti non potevano controllare che tutti avessero il biglietto.
Lui spinse nuovamente avanti il denaro. «Pago adesso per ieri sera».
Quel ragazzo e suo fratello dovevano essere rimasti in fondo.
Ed essendo arrivati quando il botteghino era già chiuso,
probabilmente non avevano nemmeno visto tutto lo spettacolo.
Alla segretaria dispiaceva prendere quei soldi.
Una pila di monetine nelle mani di un ragazzino
è di solito il risultato di paghette risparmiate con cura.
«Se il banco dei biglietti era chiuso quando siete
arrivati, non potevate pagare» argomentò.
«Questo è quello che ha detto mio fratello».
«Nessuno si accorgerà della differenza» gli assicurò la segretaria.
«Non preoccuparti».
Pensando che la questione fosse chiusa, spinse di nuovo indietro le monete.
Lui pose la sua mano sulla sua.
«lo però conosco la differenza!».
Per un istante le loro mani si unirono in silenzio a di sopra del mucchietto di monete.
Poi la segretaria, disse: «Due biglietti costano sei euro».
Le monete vennero contate fino alla cifra corretta
«Grazie» dissero insieme.
Il ragazzino sorrise, si voltò e se ne andò.

Tra bene e male, tra giusto e ingiusto, tra buono e cattivo,
tra onesto e disonesto esiste la differenza ma l'uomo d'oggi sembra non curarsene.
Il mondo ne soffre e stiamo pagando le conseguenze...

Re: I Pensieri del Gufo

Inviato: martedì 25 maggio 2010, 8:17
da Concy72
Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse...

Il nonno teneva per mano il nipotino e indicava i poderosi alberi del viale.
Raccontava che niente è più bello di un albero.
«Guarda, guarda gli alberi come lavorano!».
«Ma che cosa fanno, nonno?».
«Tengono la terra attaccata al cielo! Ed è una cosa molto difficile.
Osserva questo tronco rugoso.
È come una grossa corda. Ci sono anche tanti nodi.
Alle due estremità i fili della corda si dividono e si allargano per attaccare terra e cielo.
Li chiamiamo rami in alto e radici in basso. Sono la stessa cosa.
Le radici si aprono la strada nel terreno e allo stesso modo i rami si aprono una strada nel cielo.
In entrambi i casi è un duro lavoro!».
«Ma, nonno, è più difficile penetrare nel terreno che nel cielo!».
«Eh no, bimbo mio. Se fosse così, i rami sarebbero belli dritti.
Guarda invece come sono contorti e deformati dallo sforzo.
Cercano e faticano. Fanno tentativi tormentosi più delle radici».
«Ma chi è che fa fare loro tutta questa faticaccia?».
«È il vento. Il vento vorrebbe separare il cielo dalla terra.
Ma gli alberi tengono duro. Per ora stanno vincendo loro».

È questo il duro lavoro della nostra fede: tenere il cielo attaccato alla terra...