Pagina 1 di 1

La resurrezione di Lazzaro

Inviato: venerdì 8 aprile 2011, 10:09
da Venerabile Beda
Questo il fatto drammatico e pieno di speranza, che ci ha lasciato Giovanni: apostolo, evangelista, e testimone. È una pagina complessa, con tanti significati che potremmo non percepire. Noi seguiremo due idee principali, racchiuse nel racconto. Dove racconto, non è sinonimo di favola: si tratta di un fatto storico realmente avvenuto. Come del resto la Resurrezione di Cristo. Gesù compie gesti d'amore verso gli uomini suoi fratelli. Un amore che quando trova risposta diventa calda Amicizia: Gesù è pienamente ricambiato - Amico di Lazzaro, e delle sue sorelle Marta e Maria. Doveva essere una famiglia agiata la loro, residente lì a Betania vicino a Gerusalemme: essi ospitavano volentieri Gesù e gli apostoli quando scendevano in Giudea. Gesù negli ultimi tempi, prima della Sua morte, di giorno si recava al Tempio, ma poi rientrava e passava la notte a Betania, al sicuro tra mura amiche. E doveva essere anche una bella famigliola, quella di Lazzaro Marta e Maria, che trovava nella familiarità col Signore, dei forti motivi per essere unita. Ed ecco l'avvenimento imprevisto, drammatico: la malattia mortale di Lazzaro. Le due sorelle sono piene di fiducia in Gesù, lo informano da lontano con delicatezza: «L’amico che ami è malato». Non gli fanno pressione perché corra a guarirlo, solo fanno appello alla voce dell'affetto: «L’amico che ami». Un'Amicizia profonda ormai si era stabilita anche tra Gesù e gli apostoli, che non lo abbandonarono in quel momento difficile. In precedenza, Gesù a Gerusalemme aveva già corso pericolo di essere lapidato; perciò si era ritirato al nord, nella più sicura Galilea, e poi oltre il fiume Giordano. Ma alla notizia che Lazzaro era morto, Gesù volle scendere a Betania, pur sapendo che i suoi nemici lo cercavano per ucciderlo. Ed ecco la conclusione coraggiosa degli apostoli: dice Tommaso: «Andiamo anche noi a morire con lui». Lazzaro era sigillato nel sepolcro già da quattro giorni, e accade la cosa che non ci saremmo aspettata: Gesù piange. Piange l'Amico morto. Davanti alle lacrime della sorella, «si commosse profondamente e si turbò». Poi lo portarono a vedere l'amico nella tomba, e di nuovo «Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i giudei: "Vedi come l'amava!"». Sono particolari che rivelano a noi Gesù uomo, tutto il suo cuore umano. Ma Gesù è anche il Figlio di Dio; è Dio. Ed ecco i commenti dei giudei: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva far sì che Lazzaro non morisse?». E Gesù, Padrone della vita e della morte, ha fatto di più, ha compiuto il prodigio della Risurrezione. «Lazzaro, vieni fuori». L'Amore di Gesù ridona la vita all'Amico. Ora gli Amici di Gesù sanno quanto è smisurata la Sua Amicizia, e anche quanto è smisurato il Suo potere: è il Figlio di Dio, e vince la morte. Nel dialogo tra Gesù e Marta, san Giovanni inserisce una definizione che Gesù dà di se stesso. Marta dice di suo fratello Lazzaro: «So che risusciterà nell'ultimo giorno»; e Gesù le replica: «Io Sono la Risurrezione e la Vita». Se noi consideriamo i concetti: Amicizia e Risurrezione in astratto, sembrano così diversi l'uno dall'altro. Due mondi lontani. Invece sono legati insieme da Dio: Gesù è Amico, e ai Suoi amici dona la Risurrezione e la Vita. La vicenda parrebbe limitata lì a Betania, tra Lazzaro e Gesù. Invece dobbiamo allargare il discorso. Sappiamo che Gesù continua a offrire la Sua Amicizia anche a noi, e come a Lazzaro ci offre Risurrezione e Vita. Lo sappiamo, nel Credo affermiamo: «Aspetto la risurrezione dei morti, e la vita del mondo che verrà». Un atto di fede, che si fonda proprio sull'Amore di Amicizia che Gesù Cristo il Figlio di Dio ha per noi. Le conseguenze pratiche di questo nostro atto di fede possono essere enormi. Esso ci differenzia da quanti non sanno vivere in questa fiducia sulla Parola di Dio. A Betania, mentre la gente guardava a Lazzaro appena ritornato all'esistenza (possiamo immaginare con quanta meraviglia e timore), Gesù richiamò sùbito tutti al concreto, ai piedi per terra; disse: «Scioglietelo, e lasciatelo andare!». Ed ecco Lazzaro di nuovo con i piedi per terra. Era il dono della vita, per la pienezza e per la libertà. Per il cristiano la vita è il dono prezioso, importante, pieno di nobiltà, che va impiegato al meglio, con molta concretezza, per rispondere all'amicizia di Cristo Signore. Noi non sappiamo che cosa ne fece Lazzaro di quel supplemento di vita che si trovò a trascorrere fra i suoi. C'è da supporre che l'abbia utilizzato al meglio, considerandolo un meraviglioso dono ricevuto dal suo Amico Gesù. E così dovrebbe essere anche per noi e per il nostro tempo. Anche noi possiamo considerare la vita come dono che Dio ha fatto personalmente a ciascuno di noi. E aprirci alla speranza della Risurrezione. Lo hanno capito bene i pensatori cristiani. Blaise Pascal in uno dei suoi pensieri ha messo sulla bocca di Gesù queste parole: «I medici non ti guariranno perché alla fine morirai. Sono io che ti guarisco, e rendo immortale il tuo corpo». Eugenio Montale ha scritto: «La morte odora di risurrezione». John Hervey sapeva: «La tomba ha un'uscita, / che conduce alla vita». Il poeta John Donne: «E la morte non sarà più nulla. / Morte, anche tu morirai». E come dimenticare il sommo Dante? «O non sapete voi che noi siam vermi / nati a formar l'angelica farfalla, I che vola alla giustizia senza schermi?» (Purgatorio 10,124-126). Manzoni esplicito: «Chi si affida nel Signore / col Signor risorgerà». Perciò quel teologo antico, san Clemente di Alessandria, sollecitava a guardare al cielo: «Cristo ha trasformato tutti i nostri tramonti in aurore». Dono personale, che nasce dall'Amicizia del Signore, la promessa della Risurrezione merita da parte nostra una risposta d'Amicizia. Non è facile essere Amici di Dio. Alla fine Dio si accontenta del poco che siamo capaci di dargli, ma di per sé Dio ci dà tutto e ci chiede tutto. Siamo Suoi, siamo nel palmo della sua mano. Del resto la nostra Amicizia con Dio è l'unica cosa che può dare un senso alla nostra esistenza: prima qui sulla Terra, e poi nella Risurrezione.


(Ignoto)

Re: La resurrezione di Lazzaro

Inviato: sabato 9 aprile 2011, 21:02
da Cielo
Certo che Gesù è FORTEEE!!! [k-Clap]