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La perfetta letizia

Inviato: giovedì 16 dicembre 2010, 16:34
da Benedetto
Navigando qua e là ho trovato questo:

Perfetta Letizia – La vera felicità per san Francesco a 800 anni dalla sua conversione.
Il brano della vita di Francesco che mi ha sempre colpito è quello della “Perfetta letizia” che solitamente traduco ai miei alunni con “felicità”. In questi giorni in cui si celebra l’800° anniversario della conversione di Francesco io credo che il suo messaggio sia ancora attuale e vivo e sia una buona proposta di vita per i giovani, non fosse altro per il rapporto che Francesco ha con la natura. Ai miei alunni racconto sempre volentieri la storia di Chiara e Francesco, due giovani ricchi di Assisi innamorati del Vangelo e di Gesù fino alla morte. Chiara anche se anziana e inferma si faceva portare vicino ad una botola che gli permetteva di ascoltare la Messa. Quale immenso tesoro dunque hanno trovato in una vita di rinunce e mortificazioni? Mi viene a mente il brano del Vangelo che parla della perla preziosa per cui vale la pena vendere tutto. Loro l’avevano trovata! Riporto qui sotto il brano della Perfetta Letizia che non ha bisogno di commenti.

Da “I Fioretti”…

Avvenne un tempo che, san Francesco d’Assisi e frate Leone andando da Perugia a Santa Maria degli Angeli, il santo frate spiegasse al suo compagno di viaggio cosa fosse la “perfetta letizia”.
Era una giornata d’inverno e faceva molto freddo e c’era pure un forte vento tanto che procedevano camminando l’uno innanzi all’altro e, mentre frate Leone stava avanti, frate Francesco chiamandolo diceva: «Frate Leone, se avvenisse, a Dio piacendo, che i frati minori dovunque si rechino dessero grande esempio di santità e di laboriosità, annota e scrivi che questa non è perfetta letizia». Andando più avanti san Francesco chiamandolo per la seconda volta gli diceva: «Frate Leone, anche se un frate minore dia la vista ai ciechi, faccia raddrizzare gli storpi, scacci i demoni, dia l’udito ai sordi, fa camminare i paralitici, dia la parola ai muti, e addirittura fa resuscitare i morti di quattro giorni; scrivi che non è in queste cose che sta la perfetta letizia». E ancora andando per un poco san Francesco grida chiamandolo: «O frate Leone, se un frate minore parlasse tutte le lingue e conoscesse tutte le scritture e le scienze, e sapesse prevedere e rivelare non solo il futuro ma anche i segreti più intimi degli uomini; annota che non è qui la perfetta letizia». E andando ancora più avanti san Francesco chiamando forte diceva: «O frate Leone, pecorella di Dio, anche se il frate minore parlasse la lingua degli angeli, conoscesse tutti i misteri delle stelle, tutte le virtù delle erbe, che gli fossero rivelati tutti i tesori della Terra, e tutte le virtù degli uccelli, dei pesci, delle pietre, delle acque; scrivi, non è qui la perfetta letizia». E andando più avanti dopo un po’ san Francesco chiamava il su compagno di viaggio: «O frate Leone, anche se i frati minori sapessero predicare talmente bene da convertire tutti i non credenti alla fede di Cristo; scrivi non è questa la perfetta letizia». E così andando per diversi chilometri quando, con grande ammirazione frate Leone domandò: «Padre ti prego per l’amor di Dio, dimmi dov’è la perfetta letizia». E san Francesco rispose: «Quando saremo arrivati a Santa Maria degli Angeli e saremo bagnati per la pioggia, infreddoliti per la neve, sporchi per il fango e affamati per il lungo viaggio busseremo alla porta del convento. E il frate portinaio chiederà: "Chi siete voi?". E noi risponderemo: "Siamo due dei vostri frati!". E lui non riconoscendoci, dirà che siamo due impostori, gente che ruba l’elemosina ai poveri, non ci aprirà lasciandoci fuori al freddo della neve, alla pioggia e alla fame mentre si fa notte. Allora se noi a tanta ingiustizia e crudeltà sopporteremo con pazienza ed umiltà senza parlar male del nostro confratello, anzi penseremo che egli ci conosca ma che il Signore vuole tutto questo per metterci alla prova, allora frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia. E se noi perché afflitti, continueremo a bussare e il frate portinaio adirato uscirà e ci tratterà come dei gaglioffi importuni, vili e ladri, ci spingerà e ci sgriderà dicendoci: "Andate via, fatevi ospitare da altri perché qui non mangerete né vi faremo dormire". Se a tutto questo noi sopporteremo con pazienza, allegria e buon umore, allora caro frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia. E se noi costretti dalla fame, dal freddo e dalla notte, continuassimo a bussare piangendo e pregando per l’amore del nostro Dio il frate portinaio perché ci faccia entrare. E questi furioso per cotanta molesta insistenza si riprometterebbe di darci una sonora lezione, anzi uscendo con un grosso e nodoso bastone ci piglierebbe dal cappuccio e dopo averci fatto rotolare in mezzo alla neve, ci bastonerebbe facendoci sentire uno ad uno i singoli nodi. Se noi subiremo con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e che solo per Suo amore bisogna sopportare, caro frate Leone, annota che sta in questo la perfetta letizia. Ascolta infine la conclusione, frate Leone: fra tutte le grazie dello Spirito Santo e doni che Dio concede ai suoi fedeli, c’è quella di superarsi proprio per l’amore di Dio per subire ingiustizie, disagi e dolori ma non possiamo vantarci e glorificarci per avere sopportato codeste miserie e privazioni perché questi meriti vengono da Dio. Infatti le Sacre Scritture dicono: "Cosa hai tu che non sia stato concesso da Dio? E se tu hai ricevuto una grazia da Dio perché te ne vanti come se fosse opera tua?". Noi ci possiamo gloriare nella nostra croce fatta di sofferenze e privazioni. L'Apostolo dice: "Io non mi voglio gloriare se non nella croce di nostro Signore Gesù Cristo"».

Re: La perfetta letizia

Inviato: giovedì 16 dicembre 2010, 19:51
da Venerabile Beda
È uno dei brani più belli della vita di san Francesco. E non è una ricerca del male, per un soffrire fine a se stesso, ma al contrario, la capacità di trasformare il male (inevitabile in questa vita), in bene; sull'esempio dell'imitazione di Cristo: la morte in Resurrezione. Oggi con un linguaggio più moderno: "Ridere nonostante tutto", nonostante i problemi, nonostante le cose negative, le mancate cose positive, sapendo che alla fine, tutto va secondo i piani di Dio. Sorridere così di tutto indipendentemente dagli eventi, dalle persone, ecc. Questa è perfetta letizia. Una "letizia", più modernamente, una serenità dipendente dagli eventi o dai comportamenti altrui, sarebbe molto lontana dall'essere "perfetta". La "perfezione", implica indipendenza. Noi dobbiamo essere sereni in sé. Se poi ci sono gli eventi positivi, e le persone che collaborano, quello è un di più, in aggiunta. Ma non deve mai essere la base. Altrimenti... questa "letizia", non sarà mai "perfetta".

Re: La perfetta letizia

Inviato: venerdì 17 dicembre 2010, 7:30
da Benedetto
Lo sto capendo.
L'ho capito da quando recentemente, forse per grazia di Dio che ha voluto dare risposta a un dilemma che mi portavo dietro da anni, ho letto su Internet che tutto risponde alla volontà di Dio. Quel brano che ho messo nel forum di Alfonso Maria de Liguori, più altri due brani analoghi e casualmente un post della mia amica americana Rebecca che aveva sentito nella sua chiesa una predica analoga.
Sai, caro Beda, mi sto educando alla vera fede soltanto adesso, dopo aver girato il mondo cercando un maestro valido e non trovandolo.
D'altra parte, un prete della mia zona recentemente mi disse: "Le auguro di non stare mai tranquillo finché non ha trovato la Verità".
È quello che faccio.