Beati quelli che credono senza vedere
Inviato: domenica 26 ottobre 2008, 13:57
Notte oscura
Un mattino dovetti recarmi a piedi verso la stazione Termini a Roma,
mentre all'orizzonte era appena sorto un sole splendido che mi batteva costantemente in faccia.
Al ritorno mi avvicinò un amico che, con aria preoccupata e con un tono a dir poco risentito, mi chiese come mai non l'avessi salutato poco prima incontrandolo. - Ma io non ti ho visto! - gli risposi- Forse perché avevo il sole negli occhi: ero accecato dalla troppa luce. -
È strano ! non ci si vede non solo quando manca la luce, ma anche quando la luce è eccessiva. A me sembra che la grande prova dello spirito, attraversata dai santi, sia giustamente chiamata "notte oscura" non perché Dio si nasconde, ma perché l'eccesso della Sua luce causa l'accecamento della vista umana. La luce di Dio è fatta per noi, ma risulta eccessiva per la debolezza della nostra vista.
Ecco perché nella notte oscura ci si esercita a vedere solo tenendo chiusi gli occhi del corpo e spalancando quelli della fede: credere all’Amore che non senti; fidarti di quel Dio che non vedi; godere della Bellezza che non avverti; servire quel Gesù che non appare; assaporare quella Dolcezza che non gusti; sperare fiducioso anche davanti ad ogni fallimento.
Nessuno guarda direttamente il sole, ma lo vede riflesso nei colori del creato e lo onora godendone. Nessuno può vedere Dio, ma tutti lo possiamo contemplare e onorare godendone i magnifici riflessi nelle sue creature e specialmente nell’uomo. Bevendo l’acqua si pensa alla sorgente; amando il prossimo si ama Dio.
Ho capito che, per non essere o per non apparire indelicato o scortese con Dio e con il prossimo, devo amare per primo, salutare sempre e tutti anche quando non riconosco nessuno a causa della eccessiva luce.
“Beati quelli che credono senza vedere”.
(Padre Andrea Panont o.c.d.)
Un mattino dovetti recarmi a piedi verso la stazione Termini a Roma,
mentre all'orizzonte era appena sorto un sole splendido che mi batteva costantemente in faccia.
Al ritorno mi avvicinò un amico che, con aria preoccupata e con un tono a dir poco risentito, mi chiese come mai non l'avessi salutato poco prima incontrandolo. - Ma io non ti ho visto! - gli risposi- Forse perché avevo il sole negli occhi: ero accecato dalla troppa luce. -
È strano ! non ci si vede non solo quando manca la luce, ma anche quando la luce è eccessiva. A me sembra che la grande prova dello spirito, attraversata dai santi, sia giustamente chiamata "notte oscura" non perché Dio si nasconde, ma perché l'eccesso della Sua luce causa l'accecamento della vista umana. La luce di Dio è fatta per noi, ma risulta eccessiva per la debolezza della nostra vista.
Ecco perché nella notte oscura ci si esercita a vedere solo tenendo chiusi gli occhi del corpo e spalancando quelli della fede: credere all’Amore che non senti; fidarti di quel Dio che non vedi; godere della Bellezza che non avverti; servire quel Gesù che non appare; assaporare quella Dolcezza che non gusti; sperare fiducioso anche davanti ad ogni fallimento.
Nessuno guarda direttamente il sole, ma lo vede riflesso nei colori del creato e lo onora godendone. Nessuno può vedere Dio, ma tutti lo possiamo contemplare e onorare godendone i magnifici riflessi nelle sue creature e specialmente nell’uomo. Bevendo l’acqua si pensa alla sorgente; amando il prossimo si ama Dio.
Ho capito che, per non essere o per non apparire indelicato o scortese con Dio e con il prossimo, devo amare per primo, salutare sempre e tutti anche quando non riconosco nessuno a causa della eccessiva luce.
“Beati quelli che credono senza vedere”.
(Padre Andrea Panont o.c.d.)