"Voi infatti siete stati salvati(fatto compiuto) per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio." Epistola ai Efesini 2:8La sola fede, non basta.
"La tua fede t’ha salvata; vattene in pace". Nel caso di quella donna si deve dire ch’ella ottenne la remissione dei peccati per avere creduto in Gesù; ossia mediante la sua sola fede senza le sue opere buone.Ecco perché serve l'una e l'altra gamba.
Certamente se fossero state le sue opere buone a salvarla Gesù glielo avrebbe detto; ed anche se erano state la sua fede assieme alle sue opere a salvarla Gesù glielo avrebbe detto. Ma come potete vedere Gesù le disse che la sua fede l’aveva salvata.
Il "buon senso" dell'uomo non è la Parola di Dio.L'apparente contraddizione della Scrittura, viene così dissipata...
con il semplice buon senso...
Per il resto prendiamo il caso di Abramo.
Se Abramo fosse stato giustificato, ossia se al patriarca Dio avesse imputato la giustizia, mediante la fede e le opere che seguirono, egli avrebbe avuto di che gloriarsi davanti a Dio perché avrebbe potuto dire che la giustizia gli era stata imputata da Dio non solo per fede ma anche per le sue opere (e quindi non interamente per grazia ma anche per i suoi meriti personali), ma Abramo non poteva dire nulla di ciò perché Paolo dice che egli "credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia" (Rom. 4:3); quel "ciò" si riferisce esclusivamente al suo atto di fede e non all’atto di fede più delle opere.
Abramo credette alla promessa che Dio gli aveva fatto, e cioè che Egli avrebbe reso la sua progenie simile alle stelle del cielo che non si possono contare, e in virtù di ciò fu giustificato in quell’istante in cui credette con il suo cuore in quelle parole di Dio. Non è forse scritto che "col cuore si crede per ottener la giustizia" (Rom. 10:10)? che c’è dunque di strano se Abramo per avere soltanto creduto col suo cuore in quella promessa di Dio fu da lui giustificato?
Ma c’è qualcos’altro da dire: Paolo ai Romani afferma che "la promessa d’esser erede del mondo non fu fatta ad Abramo o alla sua progenie in base alla legge, ma in base alla giustizia che vien dalla fede" (Rom. 4:13); questo significa che l’eredità fu da Dio data ad Abramo in base alla giustizia che viene dalla fede e non in base alla giustizia che viene dalle opere. In altre parole Abramo divenne erede del mondo per mezzo della fede e non per mezzo di opere giuste compiute. E questo perché egli credette alla promessa che Dio gli avrebbe dato così tanti figliuoli (l’eredità che viene da Dio) come le stelle del cielo. Se infatti egli non avesse creduto come avrebbe potuto vedere l’adempimento di quella promessa divina di diventare padre di una moltitudine? Non sta forse scritto che per fede i profeti "ottennero adempimento di promesse" (Ebr. 11:33)? Che dire allora a proposito della promessa che Dio fece ad Abrahamo dopo che vide che il patriarca non gli aveva rifiutato il suo unico figliuolo?
Diremo che quando Abramo ubbidì a Dio e andò sul monte Moriah ad offrire il suo figliuolo Isacco, dopo che Dio lo fermò gli confermò quella promessa che anni prima gli aveva fatto, infatti gli giurò: "Siccome tu hai fatto questo e non m’hai rifiutato il tuo figliuolo, l’unico tuo, io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo" (Gen. 22:16,17). Gliela confermò significa che Abramo già aveva la promessa di Dio, infatti essa gli fu fatta quando ancora Isacco non era neppure nato, e quindi non fu per meriti che egli divenne padre di molte nazioni, ma solo per la sua fede avuta da lui in Dio prima di essere circonciso e prima di offrire Isacco sul monte Moriah. Per questo Paolo dice ai Galati che "se l’eredità viene dalla legge, essa non viene più dalla promessa; ora ad Abramo Dio l’ha donata per via di promessa" (Gal. 3:18), ed ai Romani che "se quelli che son della legge sono eredi, la fede è resa vana, e la promessa è annullata" (Rom. 4:14), per attestare che come Abramo fu costituito erede del mondo per la sua fede, così anche noi siamo stati costituiti eredi del Regno di Dio per fede senza le opere; perché se l’eredità fosse per fede più le opere allora la promessa sarebbe annullata.