Riscoprire una vocazione educativa

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Edmond_Dantes_13
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Riscoprire una vocazione educativa

Messaggio da Edmond_Dantes_13 » giovedì 5 novembre 2009, 1:37

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tratto da "I né-né guardano avanti"
di Silvia Sanchini, Segno n°10 anno 2009


(...) Innanzitutto, c'è da evidenziare una nuova e crescente fatica nel passaggio di testimone tra le generazioni.
Alcuni autori parlano di «dialogo interrotto» (Savagnone, Bruglia) e in generale si riscontra una diffusa difficoltà nella trasmissione di modelli e valori, in passato dati per scontati (...)

È il caso allora di gettare la spugna e rassegnarsi?

Mai come oggi e mai come in questo caso la vera svolta è nelle mani di ciascuno di noi, a patto di riuscire a scrollarci di dosso pregiudizi e cliché e uno sguardo ancora troppo rivolto al passato.

Alcune strade sono da percorrere con sempre maggiore urgenza ed entusiasmo: innanzitutto riscoprire una vera e profonda passione per l'educazione, attraverso la capacità di intessere relazioni autentiche e significative.
Parallelamente, occorre accettare che tanto più il compito diventa arduo, quanto più non possiamo affrontarlo da soli: abbiamo bisogno di alleanze, di uscire dall'autoreferenzialità, di costituire reti che coinvolgano scuola, famiglia, parrocchia, associazioni...

Occorrono educatori che siano capaci di costruire ponti, di mettere in contatto realtà molto diverse tra loro, di costruire un tessuto d'azione attorno a valori comuni e condivisi.

Infine, bisogna sperimentare nuove strategie, formare educatori che non si improvvisino tali ma che posseggano le giuste competenze e le accompagnino a un'opportuna pensosità.

Anche in ambito ecclesiale ci si accontenta troppo spesso di semplici forme di animazione piuttosto che pensare e proporre personali ed efficaci percorsi educativi.

La comunità cristiana ricopre e svolgerà dunque sempre più un ruolo cruciale: se saprà uscire dai propri confini istituzionali e osare maggiormente, raggiungendo giovani - soprattutto i più lontani - anche nei luoghi della loro sofferenza, riscoprendo la vocazione educativa che dovrebbe appartenere a ciascun cristiano.

Occorre che i giovani tornino ad incontrare adulti significativi, persone interessanti e credibili, che non hanno smesso di camminare, capaci di stimolarli e di trasmettere loro una passione sincera per la vita, di denunciare - scrive l'arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini - tutto ciò che viola e calpesta l'onestà e la dignità perché «siamo chiamati a più nobile bellezza».

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Si tratta di un articolo con argomenti che - soprattutto in questo periodo, a causa di alcune situazioni parrocchiali che mi sto trovando ad affrontare/vivere - condivido appieno: c'è davvero bisogno, a mio avviso, di riscoprire una vocazione educativa.
Non si possono più improvvisare proposte formative e scambiarle per semplici animazioni (nel senso parrocchiale del termine).
C'è bisogno che ognuno si renda conto di quello che può dare, di quello che è chiamato ad offrire agli altri e accetti e prenda consapevolezza del momento in cui doversi fare da parte e lasciare spazio a nuove proposte. Nuove, appunto, non sempre le stesse portate avanti sempre allo stesso - sterile - modo.

Voi cosa ne pensate?

ps: scusate il piccolo sfogo, ma come vi dicevo su, è un argomento molto caldo e caro per me in queste ultime settimane... :grin:



Gemma
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Re: Riscoprire una vocazione educativa

Messaggio da Gemma » giovedì 5 novembre 2009, 10:09

Io concordo con te, non sai quante volte al giorno mi pongo questi quesiti, io e Servo di Maria abbiamo una bimba di quasi 3 anni, e sentiamo la responsabilità della sua educazione a 360 gradi. Spesso mi chiedo se la sua educazione è improntata non solo verso ciò in cui noi crediamo fermamente (e non intendo religiosamente parlando, quello è un must e non si tocca), ma anche verso ciò che gli altri si aspettano da noi e lei.

Ci mettiamo ogni giorno in discussione, ne parliamo insieme e cerchiamo di fare il meglio. L'abbiamo iscritta in un nido e poi materna di suore francescane. Il loro metodo educativo e la loro competenza ci è piaciuta moltissimo e infatti abbiamo i riscontri positivi della nostra scelta. cerchiamo ogni giorno di coordinarci con la scuola, di partecipare, di lavorare insieme.

Con lei poi spendiamo il nostro tempo, parliamo, giochiamo e la tv è solo una minima parte, e comunque solo vista con noi e solo dvd.

Che dirti? È difficile, ma mi affido alla guida del Signore, che sicuramente aiuterà le nostre strade.



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Re: Riscoprire una vocazione educativa

Messaggio da Venerabile Beda » giovedì 5 novembre 2009, 22:36

Io penso che il problema, sia la mancanza di chiarezza...

Sì, sì, no no...

Anche i bambini, se li guidi in una canzone, e ti vedono insicuro, non ti seguono... se ti vedono sicuro, deciso, ti seguono...

Sono alcuni adulti allo sbando... hanno paura della chiarezza, e invece di trasmettere valori con sicurezza e chiarezza, li trasmettono con timidezza....

Questa insicurezza, viene recepita dai bambini e dai ragazzi, a livello cosciente o meno...

A quel punto, io ragazzo, se l'adulto lo vedo poco convinto, se vedo che inizia mettere una serie di distinguo, eccezioni e casi particolari... ma che lo seguo a fare????? Non ho bisogno di un'altra persona per avere insicurezze. Quelle me le posso creare anche da solo....

Come può una nave giungere alla mèta, se il capitano è incerto nel tracciare la rotta???? Andando un po' di qua e un po' di là?
Fermezza e stabilità, sono qualità che mancano in alcuni educatori (e non solo), negli ultimi anni....


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Re: Riscoprire una vocazione educativa

Messaggio da Edmond_Dantes_13 » venerdì 6 novembre 2009, 15:36

Venerabile Beda ha scritto:Fermezza e stabilità, sono qualità che mancano in alcuni educatori (e non solo), negli ultimi anni....
Questo senz'altro. Condivido questo tuo pensiero.
Ma la questione che poneva questo articolo, e su cui volevo mettere l'accento, è proprio il discorso buoni educatori o solo animatori, ben espresso da queste frasi tratte dal testo:

- Occorrono educatori che siano capaci di costruire ponti, di mettere in contatto realtà molto diverse tra loro, di costruire un tessuto d'azione attorno a valori comuni e condivisi.

- Infine, bisogna sperimentare nuove strategie, formare educatori che non si improvvisino tali ma che posseggano le giuste competenze e le accompagnino a un'opportuna pensosità.

- Anche in ambito ecclesiale ci si accontenta troppo spesso di semplici forme di animazione piuttosto che pensare e proporre personali ed efficaci percorsi educativi.


È proprio questo che non mi torna:
a tutti livelli, dalla figura preposta a "scegliere" gli operatori pastorali, dagli operatori pastorali stessi che non si rendono conto oppure non hanno l'umiltà di ammettere la loro non adeguata vocazione ai ruoli a cui sono chiamati, ai partecipanti i gruppi che non riconoscono la sterilità dei cammini non-formativi proposti... come non accorgersi del rischio di ridurre il tutto a semplici forme di animazione anziché proposte di educazione come si dovrebbe?



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Re: Riscoprire una vocazione educativa

Messaggio da Venerabile Beda » venerdì 6 novembre 2009, 16:41

Così in dettaglio, non riesco a seguirti più...

A mio avviso l'educatore ha un ruolo, l'animatore un altro, sebbene ci possano essere diversi punti di convergenza...
Le competenze... giusto...
Ma giusto fino a un certo punto...
Se in una parrocchia c'è il direttore di un coro diplomato al conservatorio, bene...
Ma ci sarà la parrocchia in cui questo manca...
E che si fa???

Si parla di catechisti?
Se nella parrocchia c'è la presenza di catechisti davvero preparati, si sfrutterà questa competenza...
Ma alle volte, si hanno parrocchie dove i catechisti, non hanno una vera preparazione teologica...
E che si fa? Non si fa più catechismo?


Liturgia...
Ci sono parrocchie che hanno la fortuna di avere liturgisti, e animatori liturgici preparati...
Ma se non ci sono che si fa? Non si fa più Liturgia?

Intendo dire, che ove c'è la competenza questa va sfruttata. Ma ove manca, di solito, basta l'impegno (ma vero impegno).

La formazione...
Certo, ove le competenze mancano, ci si può formare...
E questo a volte si fa... a livello di catechesi, liturgia, musica, ecc..

Il rischio è che però questi incontri formativi, diventino non un momento di studio e approfondimento, ma un momento di catechesi, o peggio, di seconda omelia.....

I grandi studi, ad es. di animazione liturgica, sono pratici, non teorici!

Ricordo qualche anno fa una parrocchia, una riunione liturgica per preparare la Messa domenicale... tutta teorica...

Risultato: la Domenica, nulla era preparato....

Nella mia esperienza, gli operatori pastorali, si formano bene, solo in 2 contesti: sul campo, nella parrocchia; e nei campi-scuola...

E sono i campi-scuola, che non si fanno bene a volte... (o non si fanno più!!!!)....
Ma se il campo-scuola è fatto bene (parlo per esperienza), diventa non una scuola, ma un'accademia....

Dipende dai sacerdoti che lo guidano, e da come è impostato...
E certamente dalla disponibilità a recepire e imparare...

Ma se il campo-scuola, diventa solo un modo diverso per dire
campeggio, villeggiatura, vacanza, è chiaro che non si imparerà nulla...

Ma dipende appunto da chi li organizza, e da chi li gestisce...

Con l'incontro di formazione settimanale di 1 o 2 orette, secondo me si fa poco...

Io credo, che la disponibilità e l'impegno, valgano in questi contesti, più della competenza...

Salvo che non si abbia ad es. un catechista, che dice proprio castronerie, ad es: che alla fine Dio perdona tutti sempre e comunque. Dio perdona sempre, se c'è il pentimento.


Concludendo, per formare davvero bene operatori pastorali, esiste solo una soluzione: il campo-scuola.
Ma il campo-scuola, deve essere fatto bene in termini quantitativi e qualitativi (1 mese, o almeno 2 settimane)...

Ma quanti sono disposti a passare così, un mese delle loro vacanze, per qualche anno???
Ammesso che ci sia qualcuno che li sappia e possa ancora organizzare, in strutture adeguate... e col cellulare staccato....


Ovviamente, circa l'esempio del direttore del coro diplomato al conservatorio, il campo-scuola non basta...
Ciò nonostante, molti direttori di coro, diplomati al conservatorio, e insegnanti di musica, grandi musicisti, non capiscono niente di liturgia... sono un disastro...
Lo so perché ho parenti che sono bravissimi musicisti, ma non vorrei che suonassero nemmeno al mio funerale... [k-ahah]
Questo per dire, che non basta la competenza...
O almeno, non basta una competenza...
Per certe cose, ci vuole intuito...
E quello o ce l'hai o te lo crei...
Non puoi suonarmi un Agnello di Dio funebre, nel tempo di Pasqua!!!!! Con un'assemblea giovane!!!! Per quanto tu sia bravissimo, e per quanto pregevole sia il brano...

E qui sta l'umiltà di cui parlavi...
Sebbene io sia diplomato al conservatorio, non appena vedo che tu, benché non diplomato, all'atto pratico, fai meglio, per tutta una serie di fattori, dovrei farmi da parte...

E ribalto la domanda...

Qual è la vera competenza??????


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