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La Parola che si incarna!

Inviato: venerdì 13 marzo 2009, 7:41
da Mary
Una studentessa irrequieta
aveva vissuto la brutta esperienza di una «overdose»:
come tanti suoi coetanei,
aveva deciso di "risolvere" i propri problemi d'infelicità nello "sballo".
Tuttavia, invece di essere consegnata alla polizia,
fu accompagnata dagli amici in una Comunità di accoglienza.
Quando la situazione lo permise,
il prete che guidava la comunità, un uomo colto e preparato,
professore di teologia e di psicologia, la invitò nel suo ufficio.
Così ricorda:
«Ogni sua parola era intercalata da una bestemmia.
Devo ammettere che, in quel momento,
mi chiesi se mangiasse con la stessa bocca con cui parlava.
Cominciò col raccontarmi del suo "brutto viaggio"».
I colloqui, nonostante tutto, continuarono.
«Ero semplicemente e completamente sconvolto
dalle cose che mi descriveva ad ogni nostra seduta!»,
riferisce il prete, che cercava di cambiare la ragazza
con i ragionamenti più sottili e convincenti.
Quando per gli studenti iniziarono le vacanze estive,
finirono gli incontri tra il professore e la ragazza.
Alla ripresa autunnale, la ragazza non si fece vedere.
Il prete domandò alla sua migliore amica dove fosse.
«Oh!», disse l'amica,
«si è convertita e adesso vive in una Comunità cristiana del Nord,
e scrive lettere come una suora!»
Il prete rimase di stucco: non se lo sarebbe proprio aspettato.
Passarono diversi mesi,
e un giorno la ragazza tornò per vedere la famiglia e gli amici.
Andò anche nell'ufficio del prete, e per prima cosa lo abbracciò.
Era evidentemente molto cambiata.
Il prete le chiese come fosse avvenuta la sua conversione,
e soprattutto se era stato grazie ai loro colloqui, ma lei rispose:
«Oh, no! Lei mi ha trattata con i "guanti di velluto".
Il cuoco della pizzeria in cui ho lavorato quest'estate,
invece, ha usato dei modi diversi.
Più di una volta mi ha detto, con il suo forte accento:
"Certo che sembri proprio triste, ragazza.
Perché non permetti a Gesù Cristo di entrare nella tua vita?
Lascia che Gesù esca dalle pagine della Bibbia,
per entrare nella tua vita!"».
La ragazza sorrise e continuò:
«Io gli rispondevo: "Taglia corto con queste fesserie!";
ma, a sua insaputa, cominciai a leggere la Bibbia tutte le sere.
E, una di quelle sere,
Gesù Cristo "uscì" veramente da quelle pagine
per entrare nella mia vita!».
Il prete professore, con tutti i suoi gradi accademici,
era stato completamente superato dal cuoco di una pizzeria.

È la migliore delle ricette:
lascia che Gesù esca dalle pagine della Bibbia,
per entrare nella tua vita...

Re: La Parola che si incarna!

Inviato: venerdì 13 marzo 2009, 13:45
da Nemamiah76
Carissima Mary, che belle e parole di questa lettura!!
È strano, spesso cadiamo nell'errore che solo un religioso - prete o frate che sia - possa aiutarci a superare dei momenti difficili nei dialoghi con Gesù; a volte invece non ci si rende conto che Gesù si trova anche nelle persone che incontriamo, anche in quelle più "umili", come il cuoco di questa storia...

Re: La Parola che si incarna!

Inviato: venerdì 13 marzo 2009, 20:50
da Mard62
Una bella storia Mary e molto bella la tua riflessione Nemamiah. [k-grazie] [k-bacio] a tutti e due.

Re: La Parola che si incarna!

Inviato: sabato 14 marzo 2009, 0:29
da Nemamiah76
grazie mard... [k-bacio]

Re: La Parola che si incarna!

Inviato: domenica 7 giugno 2009, 14:21
da Mary
Pane di vita sei, spezzato per tutti noi, chi ne mangia per sempre in te vivrà...

In un lontano paese, una povera vedova si manteneva prestando servizio ad una ricca
e misteriosa signora che viveva solitaria in una villa dall'aspetto lugubre,
semi nascosta nel cuore di un bosco.
La buona vedova compiva il suo lavoro con generosità e precisione,
e un giorno inaspettatamente la signora le fece un regalo: un anello straordinario.
«Ruotando due volte questo anello intorno al dito,
ti potrai trasformare in tutto ciò che vorrai» le spiegò la strana signora.
La vedova non ci fece un gran caso, ma quando una terribile carestia si abbatté sulla regione, si ricordò dell' anello.
Lo girò due volte attorno al dito e si trasformò in un magnifico falco dalle ali affilate.
Aveva deciso di volare fino a trovare una terra che potesse fornire sostentamento al figlio e ai suoi vicini.
Volò fino ad esaurire le forze, poi tornò mestamente nella sua casa.
La carestia aveva colpito tutte le terre del regno.
Non c'era scampo per nessuno.
Ma la donna non si rassegnò.
Ruotò l'anello due volte e si trasformò in un' enorme e fragrante forma di pane.
Quando suo figlio tornò a casa e vide quella enorme pagnotta,
cominciò a mangiare di gusto.
Era solo pane, ma saziava in modo mirabile.
Mentre masticava con voluttà, il figlio della vedova
vide passare un vicino di casa con cui aveva avuto molti dissapori e che gli ispirava una fortissima antipatia.
Era deciso ad ignorarlo, ma una scossa al cuore lo costrinse ad invitarlo a condividere quel pane miracoloso.
La voce si sparse e da tutto il villaggio la gente accorse: grandi e piccoli,
giovani e vecchi, poveri, ammalati e sani, disperati e inquieti.
Quel pane sembrava non finire mai. Inoltre non si limitava a togliere la fame,
ma infondeva serenità e voglia di pace, senso di bontà e salute per il corpo.
Quelli che erano nemici si riconciliavano e quelli che prima si ignoravano si sorridevano cordialmente.
Ogni notte, l'ultima briciola di pane si trasformava di nuovo nella vedova generosa.
Ogni mattino, la donna ridiventava una gigantesca pagnotta profumata e deliziosa,
che nutriva il corpo e lo spirito della gente del villaggio.
Così fu fino al nuovo raccolto.
Quel giorno fu organizzata una grande festa.
Naturalmente partecipo' anche la vedova.
Tutti quelli che si avvicinavano a lei provavano una strana sensazione:
la donna profumava di pane appena sfornato...


«Mentre stavano mangiando, Gesù prese il pane,
fece la preghiera di benedizione,
spezzò il pane, lo diede ai discepoli e disse:
Prendete: questo è il mio corpo»
(Marco 14,22).