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Catechismo

Inviato: martedì 6 gennaio 2009, 22:37
da Kic
Chi mi sa dire – chiese un giorno la catechista ai bambini di quarta – come Dio possa essere dappertutto senza che lo si veda? …..rispose un bimbo : - Io. Penso ad un pezzo di zucchero in una ciotola di latte. -

Re: Catechismo

Inviato: mercoledì 7 gennaio 2009, 0:38
da Mary
Dovremmo proprio imparare dalla genuità dei bambini... la zolletta di zucchero in un bicchiere di latte si scioglie, si amalgama con il latte... Dio nella sua Parola, nell'Eucarestia si fa tutt'uno con noi, diventa un pezzettino di noi ogni volta che facciamo incarnare la Sua Parola in noi, ogni volta che lo mangiamo.
Non lo vediamo... ma se lo cerchiamo lo troviamo ogni volta che amiamo con il suo cuore, ogni volta che perdoniamo, ogni volta che sorridiamo al fratello, ogni volta che allunghiamo la mano per soccorrere il fratello che magari ci ha ferito... e potrei continuare ancora... voglio ringraziarti Kic perché anche in questo momento mi hai fatto pensare a Lui... sicuramente sabato al catechismo racconterò questa storiella e sono sicura che i bambini saranno attenti e la ricorderanno sempre... le cose semplici arrivano al cuore [k-grazie]

Re: Catechismo

Inviato: mercoledì 7 gennaio 2009, 20:51
da Miriam
Grazie Kic se tutti noi ci ricordassimo di Dio come della zolletta di zucchero nel latte ci renderemo conto di quanto la nostra vita diventerebbe più bella e gustosa e ne faremo meglio esperienza! [k-bravo]

Re: Catechismo

Inviato: domenica 11 gennaio 2009, 20:41
da Mary
Padre “che sei nei cieli”: come spiegarlo ai bambini?
Un articolo di Tonino Lasconi


Celeste, non azzurro
Don Tonino, non sono una bambina, e quindi non so se posso trovare ospitalità nella sua rubrica. Le sarei grata se potessi, perché desidero passarle la domanda di una bambina di seconda elementare che mi ha messo in difficoltà. Spero di sì. Stavo dicendo ai bambini della mia classe che Dio, il Padre celeste, è — come insegnavano a noi — dappertutto: in cielo, in terra e in ogni luogo, quando Stefania ha chiesto: «Se Dio sta dappertutto, anche nei prati, perché si dice sempre Padre celeste e non si dice anche Padre verde?». La domanda mi ha preso alla sprovvista, comunque ho creduto di poter rispondere, spiegando che celeste, in questo caso, non indica un colore, come il verde o il rosso, ma che abita nei cieli. Credevo di essermela cavata bene. Invece la bambina mi ha chiesto: «Ma, allora, se abita nei cieli, come fa a stare dappertutto?». A questo punto, come faccio sempre con i bambini sono stata onesta, ho detto: «La tua domanda è molto bella, ma anche difficile. Dammi il tempo per pensarci un po' prima di risponderti». Ed ecco la mia richiesta: come posso rispondere in modo vero e in modo che la bambina capisca? Grazie. Un'insegnante

Simpaticissimi i bambini! E brava anche lei che non ha accontentato la bambina con una riposta confusa e poco convinta, come facciamo spesso noi adulti per non passare da ignoranti. Che «abita nei cieli» nel linguaggio della Bibbia non significa che abita sopra le nuvole, in mezzo alle stelle, ma che è diverso da noi. Abitare sulla terra significa che, se stiamo in un posto, non possiamo stare in un altro, se stiamo nella valle, non possiamo stare sul monte. Abitare sulla terra significa che se vogliamo andare a trovare un amico, dobbiamo spostarci. Significa che il tempo passa, che quando è buio non vediamo più niente; che anche se è giorno, basta un muro, una pianta, una siepe per impedirci di vedere... Abitare nel cielo significa essere come il cielo: sta dappertutto, lo vedi e ti vede dappertutto, è sempre lo stesso. Se vai al Polo Nord, il cielo sta sopra di te, ma se vai al Polo Sud lo vedi e ti vede lo stesso; in montagna lo vedi come dal mare. E lo vedi non solo di giorno ma anche di notte, anzi di notte a volte è anche più bello, perché si riempie di stelle.
Ecco perché la Bibbia dice che Dio abita nei cieli. Ma non solo la Bibbia. Tutti i popoli della terra, per indicare che Dio non è come noi, sottomesso ai monti, alle colline, alle piante distanze, al tempo… quando pensano a Dio alzano gli occhi verso il cielo. Anche noi facciamo così. Se in un momento di difficoltà e di gioia esclamiamo: “Dio mio”, senza accorgercene alziamo gli occhi al cielo. Anche Gesù faceva così quando pregava il Padre, e ha suggerito a noi di fare come lui quando ci ha insegnato a pregare: “Padre nostro che sei nei cieli”. “Che sei nei cieli”, cioè non che sei lassù, lontanissimo, ma che sei come il cielo, che mi vedi sempre e ti vedo sempre, che sei sempre con me e posso stare sempre con te. Non è bellissimo? Ciao, insegnante. Salutami Stefania, e complimenti a te che tratti i bambini con serietà, verità e rispetto.

Tonino Lasconi

Re: Catechismo

Inviato: domenica 11 gennaio 2009, 21:32
da Nemamiah76
complimenti per aver inserito questa lettura! Ho riscontrato un'umanità stupenda... non dev'essere semplice per un insegnante parlare di Dio con i bambini; non è semplice trovare i termini adatti, eppure bisogna pur riuscirci, per non deludere i bimbi che chiedono, vogliono sapere...