Consapevolezza nella carità


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Consapevolezza nella carità

Messaggio da Venerabile Beda » sabato 20 dicembre 2008, 9:46

Mary ha scritto:Ero polacco
mi avete chiamato “ubriacone”,
ero albanese
e mi avete chiamato “scafista”,
ero rumeno,
e mi avete chiamato “violento”.
Avete bestemmiato!

Ero somalo,
e mi avete rinchiuso in un centro,
ero marocchino,
e mi avete coperto d’insulti,
ero senegalese,
e avete sputato sui miei tappeti
Mi avete dato aceto da bere...

Ero bulgaro,
E non mi avete pagato il dovuto,
ero nigeriana,
e mi avete violentata,
ero ucraina,
e mi avete affidato vostra madre.
Mi avete venduto per trenta denari.

Ero zingaro,
E avete avuto paura di me,
ero accattone,
e non mi avete lasciato un centesimo,
ero senzatetto,
ed avete sbarrato la porta.
Ero straniero e non mi avete accolto.

Ho bussato alla tua porta
ho bussato al tuo cuore
per avere un letto
per avere un po' di calore
perché mi respingi?
Aprimi, fratello mio!...

Perché mi domandi
se vengo dall’Africa
se vengo dall’America
se vengo dall’Asia
se vengo dall’Europa?
Aprimi, fratello mio!...

Perché mi domandi
la lunghezza del mio naso
lo spessore delle mie labbra
il colore della mia pelle
e il nome dei miei dèi?
Aprimi, fratello mio!...

Io non sono “un nero”
io non sono “un rosso”
io non sono “un giallo”
io non sono “un bianco”
Io sono soltanto un uomo.
Aprimi, fratello mio!...

Aprimi la tua porta aprimi
il tuo cuore
perché io sono un uomo
l’uomo di tutti i tempi
l’uomo di tutti i cieli
l’uomo che ti rassomiglia!...


Questa preghiera, spinge molto a riflettere...
Però...
La Scrittura dice:
"Se fai il bene, sappi a chi lo fai"...
Lasciamo perdere chi fa finta di essere povero, e chiede l'elemosina (esistono questi casi)...
Ma il problema è il rischio...

"Ero zingaro,
E avete avuto paura di me,
ero accattone,
e non mi avete lasciato un centesimo,
ero senzatetto,
ed avete sbarrato la porta.
Ero straniero e non mi avete accolto."

L'importante è essere consapevoli di quello che si fa...
Mi spiego meglio...
Se uno, essendo consapevole, apre la porta (posto che viva da solo,
non mettendo a rischio la vita altrui) a chi non conosce, è uno che vive la carità in modo eroico...
Purché sia consapevole, che può essere derubato, ucciso, maltrattato, violentato dalla persona a cui apre la porta...

La maggioranza di noi, ha visto Patch Adams, film basato su una storia vera, reale...
Quando la sua ragazza, aiuta lo psicopatico, viene uccisa...

Il Cristiano, deve anche essere pronto a morire per la fede, e certamente per la Carità...
Purché sia consapevole delle possibili conseguenze dei suoi gesti e non metta in pericolo la vita altrui.
(Se sono un padre di famiglia, non posso aprire la porta a chi non conosco. Se vivo da solo, sì).
"Se fai il bene, sappi a chi lo fai".

Inoltre, non mi pare che dire la verità, sia sinonimo di bestemmiare....
Se uno è scafista, è scafista... è un fatto, non un insulto, né tanto meno una bestemmia.
E se uno è un delinquente, è un altro fatto, non un insulto o una bestemmia...


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Re: Consapevolezza nella carità

Messaggio da Mary » sabato 20 dicembre 2008, 10:00

Il Cristiano, deve anche essere pronto a morire
per la fede, e certamente per la Carità...
Purché sia consapevole delle possibili conseguenze dei suoi gesti e non metta in pericolo la vita altrui.
(Se sono un padre di famiglia, non posso aprire
sarei potuta partire per il Congo in Gennaio...il mio parroco ed altri due sacerdoti andranno ma io ho famiglia e Dio mi chiama qui ...avrei creato dissapori e conseguenze varie...avrei messo a repentaglio non solo la mia vita ma anche la vita dei miei familiari...bisogna per amore essere aperti alla solidarietà...ma sempre con l'equilibrio che ti viene dalla preghiera e dalla Parola di Dio che si incarna nella tua vita.
Inoltre, non mi pare che dire la verità,
sia sinonimo di bestemmiare....
Se uno è scafista, è scafista... è un fatto,
non un insulto, né tanto meno una bestemmia.
E se uno è un delinquente, è un altro fatto,
non un insulto o una bestemmia...
Sai io faccio volontariato al centro "Caritas" a volte la gente solo perché sono albanesi o polacchi o zingari porta dei vestiti che io non metterei neanche nella cuccia della mia cagnolina ...per me quella è bestemmia...non si offendono per il loro colore della pelle ma per come tu tratti il loro "colore della pelle"....


Dio è Amore!


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Re: Consapevolezza nella carità

Messaggio da Venerabile Beda » sabato 20 dicembre 2008, 10:06

Questo sì...

Inoltre, fare di tutta l'erba un fascio, è sempre sbagliato...
Così come è sbagliato, avere pregiudizi...
Ma è un fatto, che ci sono stranieri onesti, brave persone bisognose, che vanno aiutate...
Così come ci sono delinquenti stranieri (anche italiani), che vanno isolati...

Un buon criterio per vivere la carità, in condizioni di sicurezza è:
Non si fa carità a casa propria! Si va in un centro, come fai tu, dove c'è un gruppo che ti sostiene e protegge.

Non si fa carità in casa d'altri, a meno che non ci si va con un gruppo,
in condizioni di sicurezza...

Questo mi pare un buon criterio.


"Semplici come colombe,
ma avveduti come i serpenti"...


Io non credo, che Cristo Signore, di questi tempi, condanni chi non apre la porta di casa propria...

Poi, se uno vive da solo, ed è consapevole di quello che fa, certamente apprezzerà... Ma ci devono essere queste condizioni:

- non mettere a rischio la vita altrui.
- essere consapevoli dei possibili rischi.


Il vescovo di Digne (Hugo, I Miserabili), apriva la porta a tutti, e Jean Valejan, avrebbe potuto ucciderlo... (si è limitato a derubarlo... i celebri candelabri d'argento)... Ma non aveva figli... E le governanti che vivevano con lui, erano consapevoli del suo stile di vita...

Un figlio o una figlia, non può essere consapevole, dello stile di vita del genitore, perché non lo ha scelto: gli è capitato. Così come il genitore non può scegliere il figlio...
Un marito o una moglie sì, perché si sono scelti.
Degli amici sì, perché si sono scelti.


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Re: Consapevolezza nella carità

Messaggio da Kic » sabato 20 dicembre 2008, 10:22

…forse quello scritto da Mary si rifa' a tanti altri scritti che vogliono risvegliare in noi una carità che non abbiamo o che usiamo “male”… spesso fra le persone si sentono certi giudizi che sono solo sentenze inappellabili… nero= puzza…marocchino=violentatore…albanesi=delinquenti… rom=ladri… eccetera…
Sicuramente fra di loro ci sono persone così… come fra gli italiani ci sono i mafiosi… se si va in certe nazioni estere si sentono commenti sugli italiani per nulla lusinghieri…
In aprile in Turchia ho sentito le guide locali dire che i siti archeologici erano puliti perché ancora non erano arrivati gli italiani… Quindi italiani=sporchi…
Il problema qui però mi sembra di altra natura…
quando e come fare “carità”….Gesù ha detto: avevo fame… sete… ero nudo…
Non ha specificato se era una brava persona o un delinquente… se era nero o bianco… se un truffatore o un vero bisognoso… Il mio don mi dice sempre: preferisco fare l’elemosina a tutti indistintamente, piuttosto che rischiare di dire di no a chi ha veramente bisogno…
Io invece, e qui so di sbagliare, nel fare carità uso il cervello e non il cuore… considerandolo un obbligo e non la gioia di dare e poi cerco di dare il mio superfluo…mentre dovrei condividere con chi ne è privo, il mio necessario.


Non a noi Signore, non a noi,
ma al tuo nome dà gloria,
per la tua fedeltà, per la tua grazia.
(Sal.113, B 1)



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Re: Consapevolezza nella carità

Messaggio da Venerabile Beda » sabato 20 dicembre 2008, 10:29

Sì Kic, questo è giusto...
Ma la questione qui non è razziale...
E nemmeno relativa alle truffe...
La questione qui, è vivere la carità in condizioni di sicurezza...

Qua non è che non si deve aprire la porta di casa agli stranieri; non si deve aprire la porta di casa a nessuno!!!

Si va in un centro, e si aiuta economicamente, materialmente, in condizioni di sicurezza...

Kic ha scritto:Il problema qui però mi sembra di altra natura…
quando e come fare “carità”….Gesù ha detto: avevo fame… sete… ero nudo…
Non ha specificato se era una brava persona o un delinquente… se era nero o bianco… se un truffatore o un vero bisognoso…
Non mi risulta esista un solo passo del Vangelo, in cui Gesù aiuta una persona cattiva, salvo il caso dell'indemoniato, che non si può comunque qualificare cattivo...
Aiuta anche gli ingrati (vedi i lebbrosi guariti che non ringraziano)... ma cattivi, mai...
Sulla croce, al buon ladrone pentito, dice: "Oggi sarai con me in Paradiso". L'altro ladrone, lo ignora. Cristo è buono, ma è anche giusto.


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