Sul Coronavirus Covid-19

[Venerabile Beda]

Questioni di etica medica

In base alle direttive, i medici, nel probabile caso in cui si dovesse raggiungere la saturazione della terapia intensiva, avendo posti limitati a disposizione, hanno ricevuto la raccomandazione, dovendo scegliere, di dare la priorità a chi ha maggiore aspettativa di vita.
Ciò implica che sarebbe data priorità a chi è più giovane, anche se meno grave, rispetto ad un anziano più grave.
Capisco e comprendo che queste sono misure straordinarie ed eccezionali, ma sono eticamente un disastro.
Il principio, dovrebbe essere quello di soccorrere la persona più grave e passare via via a quella meno grave. Senza distinzioni di età, sesso, ecc.
Se si ammette un principio di preferenza diverso da questo, si creeranno delle gravi ingiustizie.
Si arriverà al paradosso, di salvare il delinquente incallito e recidivo, pluriomicida, latitante, che non ha mai mostrato pentimento, e far morire una nonna anziana, che ha vissuto una vita di onestà e bontà.
Il principio sopra indicato (soccorso sulla base della gravità) è sicuramente il più corretto!
Spero vivamente che i medici lo seguano, in deroga alle discutibili raccomandazioni date. Tali direttive, sono state espresse dalla Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva. Mi domando, cosa farebbero i firmatari, se fra gli... "scarti", ci fossero i loro nonni, i loro genitori, loro stessi! Ma non quando si è professionalmente affermati! Così è facile! Ma quando di fatto, non avendo lavoro, si vive anche grazie alla pensione dei nonni o dei genitori.
Se si dovesse fare il c.d. Stato Etico, si dovrebbe soccorrere l'onesto, il per bene e far morire il delinquente recidivo che non si è mai pentito.
Ma per un vero Medico, il principio corretto, è e rimane: soccorrere il paziente più grave, per arrivare a quello meno grave!