Sinodo straordinario sulla famiglia 2014


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Venerabile Beda
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Sinodo straordinario sulla famiglia 2014

Messaggio da Venerabile Beda » martedì 21 ottobre 2014, 20:14

Valutazioni sul documento finale del sinodo dei vescovi sulla famiglia

Sostanzialmente, due sono le questioni di rilievo emerse, con relative sottocategorie e collegamenti:
- la questione delle unioni omosessuali
- i sacramenti ai divorziati risposati

Circa la prima questione, il documento finale, riporta i seguenti punti, tra gli altri:
55. Alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia». Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. «A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 4).

56. È del tutto inaccettabile che i Pastori della Chiesa subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso.

Per cui appare assolutamente sensata, logica, di buon senso e soprattutto corretta e giusta, la conclusione emersa: ferma restando la carità e l'accoglienza, l'idea di una fantomatica “famiglia omosessuale” è del tutto incompatibile e in diretto contrasto con la Legge di Dio e dunque, con il Progetto di Dio. Peraltro, nessuno impedisce a coppie omosessuali di vivere la loro vita (e nessuno glielo deve e può impedire), per cui non si comprende questa caparbia ricerca di un qualsiasi riconoscimento.
Circa le questioni ereditarie e di assistenza, nella stragrande maggioranza dei casi, sono baggianate: si può fare testamento (anche a costo zero... testamento olografo), e in ospedale, gli infermieri, se trovano un volontario, gli fanno la statua. Figurarsi una persona che vuole assistere "il compagno". Sono quasi sempre strumentalizzazioni. Ed è evidente come oltre ad essere contro natura l'idea di unione omosessuale, quanto sia ancora più contro natura e aberrante, l'idea di "famiglia omosessuale", l'idea di adozione. Ma se uno dei due è il padre naturale? Un buon padre naturale, dovrebbe prima di tutto cercare di far crescere il più serenamente possibile il proprio figlio, e non renderlo lo zimbello della classe, della scuola, dei compagni, degli amici. L'interesse del figlio, è superiore a quello del padre, altrimenti, è solo egoismo. Del padre. O della madre. Si parla di come è realmente la vita... e non di come dovrebbe essere o vorremmo che fosse.



Circa la questione divorziati risposati... intanto metterei l'accento sulla questione abbandonati... ad esempio al punto 47:
47. Un particolare discernimento è indispensabile per accompagnare pastoralmente i separati, i divorziati, gli abbandonati. Va accolta e valorizzata soprattutto la sofferenza di coloro che hanno subìto ingiustamente la separazione, il divorzio o l’abbandono, oppure sono stati costretti dai maltrattamenti del coniuge a rompere la convivenza. Il perdono per l’ingiustizia subita non è facile, ma è un cammino che la grazia rende possibile. Di qui la necessità di una pastorale della riconciliazione e della mediazione attraverso anche centri di ascolto specializzati da stabilire nelle diocesi. Parimenti va sempre sottolineato che è indispensabile farsi carico in maniera leale e costruttiva delle conseguenze della separazione o del divorzio sui figli, in ogni caso vittime innocenti della situazione. Essi non possono essere un “oggetto” da contendersi e vanno cercate le forme migliori perché possano superare il trauma della scissione familiare e crescere in maniera il più possibile serena. In ogni caso la Chiesa dovrà sempre mettere in rilievo l’ingiustizia che deriva molto spesso dalla situazione di divorzio. Speciale attenzione va data all’accompagnamento delle famiglie monoparentali, in maniera particolare vanno aiutate le donne che devono portare da sole la responsabilità della casa e l’educazione dei figli.


È evidente, che chi viene abbandonato dal coniuge, ovvero, subisce il divorzio, magari avendo cercato di evitarlo, impedirlo, non può essere messo sullo stesso piano di chi alla prima occasione utile, lo pone in essere, solo perché "l'Amore è finito". Il problema rimane il principio dell'indissolubilità del Matrimonio, sancito da Cristo stesso nel Vangelo. Intanto, distinguere tra chi pone in essere il divorzio e lo subisce, appare una cosa giusta e di buon senso. Rimane però il problema, che Cristo, chiama i Suoi seguaci, ad essere uomini e donne del sì e del no. Qui mi pare, che si tenda al "Sì, però", "No, ma", "Ni" e "So". Invece Cristo dice: "Il vostro parlare sia Sì, sì, no no". Il Papa Condottiero avuto di recente, Giovanni Paolo II il grande, era, quale degno seguace di Cristo, uno che diceva "Sì" quando c'era da dire sì, e "No" quando c'era da dire no. L'impressione diffusa, è che la Chiesa del 2014, abbia paura di dire no, anche quando va detto. E diventa difficile in questo contesto, contraddire chi dice: "Lo fanno per non perdere troppi consensi o per ampliarli". Mi pare, che Cristo, nel Vangelo, quando inizia a parlare un linguaggio duro, e i discepoli lo abbandonano... non cambia le Sue parole, per recuperare consenso... anzi… rincara la dose.
Ci si augura vivamente di vedere una Chiesa che si sforza e discute, per essere più fedele a Cristo e al Suo Vangelo, e non per "piacere agli uomini". Altrimenti saremo davvero ai prodromi dell’Apostasia.
Una correzione va fatta: è sbagliato vedere i divorziati risposati come degli appestati. O anche i semplici divorziati. Ma dare l'accesso ai sacramenti.... è un'altra cosa. Non si può impostare il discorso, come se il Matrimonio fosse un obbligo. Alla fine, nel nostro tempo, è frutto di una libera scelta. Non si può gestire la cosa, come se Tizio... fosse sposato suo malgrado; se si deve fare un discorso serio. Se poi ci si deve prendere in giro... allora... è altra questione.


Il Venerabile Beda

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Noi, siamo sfacciatamente di parte e ce ne vantiamo!

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