Virtù Teologali "laicizzate": sono una buona trasposizione?
Inviato: martedì 16 aprile 2013, 12:48
Salve a tutti :) come già scritto nella presentazione, mi sto interessando molto al discorso delle Virtù, ma al momento principalmente quelle Cardinali (essendo io agnostico). Gradirei quindi il vostro parere riguardo una cosa su quelle Teologali, per un primissimo approccio.
Premettendo che
1. Riconosco che in quanto teologali non possono essere laicizzate conservando intatta la loro profondità.
2. Ho difficoltà ad avvicinarmi ad esse e ad apprezzarle in quanto teologali, se prima non sono riuscito a comprenderle nel modo più laico possibile, per quanto questo è possibile.
Volevo chiedervi se, quanto, in che misura queste trasposizioni laiche sono buone trasposizioni, e con che accorgimenti le modifichereste (sono Vizi e Virtù come descritte in un gioco di ruolo, tale Mondo di Tenebra - riguardo le Cardinali, su cui sono più ferrato, trovo ben trasposte Fortezza e Giustizia, mentre un po' distorte Prudenza e Temperanza; volevo quindi sapere quanto potessi affidarmi, giusto come primissimo approccio per un ulteriore approfondimento serio, e non da un gioco di ruolo, a queste descrizioni):
- Fede
Chi ha Fede sa che l'universo non è governato dal caos e da un destino fortuito e privo di significato, ma dalla volontà di un essere superiore. Non importa quanto terrificante può dimostrarsi il mondo, ogni cosa ha un suo posto nel Piano, e ogni cosa serve quel Disegno. Questa Virtù non comprende necessariamente la credenza in una divinità personificata. Potrebbe indicare la credenza in una Grande Teoria Unificata secondo cui l'apparente casualità dell'universo è in ultima analisi un'espressione dalla precisione matematica, per esempio. Oppure potrebbe rappresentare il punto di vista secondo cui tutto è Uno e perfino il male diventa indistinguibile dal bene, una volta rimosse tutte le illusioni discriminanti.
- Carità
L'autentica Carità sta nel condividere i doni col prossimo, che si tratti di denaro o proprietà materiali o semplicemente di dedicare il proprio tempo ad aiutare i bisognosi. Un personaggio caritatevole viene guidato dalla sua compassione, che lo spinge a condividere ciò che ha per migliorare la condizione di chi gli sta intorno. Gli individui caritatevoli sono mossi dal principio di trattare il prossimo come vorrebbero essere trattati da lui. Tramite la condivisione dei doni e l'assunzione del ruolo di "samaritano", essi desiderano coltivare la buona volontà del prossimo, e sperano che i doni offerti possano esser loro restituiti nell'ora del bisogno.
- Speranza
Essere speranzosi significa credere che il male e le disgrazie non potranno trionfare, non importa quanto cupa possa diventare la situazione. Non solo chi ha Speranza crede nella vittoria finale della moralità e della dignità sulla cattiveria, ma è fermamente convinto dell'esistenza di un senso superiore di giustizia cosmica - che potrebbe essere l'idea di un Dio onnisciente, onnipotente e buono che aspetta di ricompensare i buoni e punire i malvagi, oppure il Karma. Alla fine tutto andrà per il meglio, e chi è dotato di Speranza ha intenzione di esserci, quando ciò accadrà.
Fine, mi rimetto a voi
Premettendo che
1. Riconosco che in quanto teologali non possono essere laicizzate conservando intatta la loro profondità.
2. Ho difficoltà ad avvicinarmi ad esse e ad apprezzarle in quanto teologali, se prima non sono riuscito a comprenderle nel modo più laico possibile, per quanto questo è possibile.
Volevo chiedervi se, quanto, in che misura queste trasposizioni laiche sono buone trasposizioni, e con che accorgimenti le modifichereste (sono Vizi e Virtù come descritte in un gioco di ruolo, tale Mondo di Tenebra - riguardo le Cardinali, su cui sono più ferrato, trovo ben trasposte Fortezza e Giustizia, mentre un po' distorte Prudenza e Temperanza; volevo quindi sapere quanto potessi affidarmi, giusto come primissimo approccio per un ulteriore approfondimento serio, e non da un gioco di ruolo, a queste descrizioni):
- Fede
Chi ha Fede sa che l'universo non è governato dal caos e da un destino fortuito e privo di significato, ma dalla volontà di un essere superiore. Non importa quanto terrificante può dimostrarsi il mondo, ogni cosa ha un suo posto nel Piano, e ogni cosa serve quel Disegno. Questa Virtù non comprende necessariamente la credenza in una divinità personificata. Potrebbe indicare la credenza in una Grande Teoria Unificata secondo cui l'apparente casualità dell'universo è in ultima analisi un'espressione dalla precisione matematica, per esempio. Oppure potrebbe rappresentare il punto di vista secondo cui tutto è Uno e perfino il male diventa indistinguibile dal bene, una volta rimosse tutte le illusioni discriminanti.
- Carità
L'autentica Carità sta nel condividere i doni col prossimo, che si tratti di denaro o proprietà materiali o semplicemente di dedicare il proprio tempo ad aiutare i bisognosi. Un personaggio caritatevole viene guidato dalla sua compassione, che lo spinge a condividere ciò che ha per migliorare la condizione di chi gli sta intorno. Gli individui caritatevoli sono mossi dal principio di trattare il prossimo come vorrebbero essere trattati da lui. Tramite la condivisione dei doni e l'assunzione del ruolo di "samaritano", essi desiderano coltivare la buona volontà del prossimo, e sperano che i doni offerti possano esser loro restituiti nell'ora del bisogno.
- Speranza
Essere speranzosi significa credere che il male e le disgrazie non potranno trionfare, non importa quanto cupa possa diventare la situazione. Non solo chi ha Speranza crede nella vittoria finale della moralità e della dignità sulla cattiveria, ma è fermamente convinto dell'esistenza di un senso superiore di giustizia cosmica - che potrebbe essere l'idea di un Dio onnisciente, onnipotente e buono che aspetta di ricompensare i buoni e punire i malvagi, oppure il Karma. Alla fine tutto andrà per il meglio, e chi è dotato di Speranza ha intenzione di esserci, quando ciò accadrà.
Fine, mi rimetto a voi