CITTA' DEL VATICANO, Domenica, 2 marzo 2008 (ZENIT.org)
“Siate discepoli e testimoni del Vangelo, perché il Vangelo è il buon seme del Regno di Dio, cioè della civiltà dell’amore!”, ha detto Benedetto XVI al termine della recita del Rosario.
“Siate discepoli e testimoni del Vangelo! Siate costruttori di pace e di unità!”, ha aggiunto.
Nelle testimonianze dei giovani che hanno preceduto l’arrivo del santo padre in Aula Paolo VI è stata espressa la difficoltà di contrastare l’ideologia del relativismo e il coraggio di dichiararsi apertamente cattolici.
“Il Cristianesimo – ha spiegato poi il papa – costituisce un legame forte e profondo tra il cosiddetto Vecchio Continente e il Nuovo Mondo. Basta pensare al posto fondamentale che occupano la Sacra Scrittura e la Liturgia cristiana nella cultura e nell’arte dei popoli europei e di quelli americani”.
Tuttavia, oggi “c’è bisogno di un’onesta e sincera riflessione, un esame di coscienza per vivificare questa comune ispirazione evangelica”.
“Occorre discernere – ha aggiunto il papa –, tra ciò che costruisce la 'civiltà dell’amorè, secondo il disegno di Dio rivelato in Gesù Cristo, e ciò che invece ad essa si oppone”.
Benedetto XVI ha quindi indicato ai partecipanti al Rosario gli esempi di alcuni giovani testimoni di vita evangelica che hanno segnato la storia dei due continenti: Benedetto da Norcia, Francesco d’Assisi, Karl Leisner, Martino di Porres, Rosa da Lima.
“Oggi, voi, giovani europei e americani – ha continuato –, Iddio vi chiama a cooperare, insieme con i vostri coetanei del mondo intero, perché la linfa del Vangelo rinnovi la civiltà di questi due continenti e di tutta l’umanità”.
Senza la “linfa del Vangelo”, ha spiegato il papa, le differenze presenti nelle grandi città europee e americane, sempre più cosmpolite, divengono motivo di divisione e di conflitto, non di arricchimento reciproco.
Benedetto XVI ha infine lanciato loro una sfida: “Siate intrepidi e generosi operatori della civiltà dell’amore, testimoniando la forza trasformatrice del Vangelo nella cultura contemporanea dei vostri continenti”.
Da un discorso del santo padre Benedetto XVI
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Ottavo: Non si fanno questioni personali, per le diverse idee espresse.
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Re: Da un discorso del santo padre Benedetto XVI
Il Papa: le devozioni popolari, rimedio contro la decristianizzazione
Esprime preoccupazione per la situazione della Bolivia ricevendo i suoi Vescovi
CITTA' DEL VATICANO, Lunedì, 10 novembre 2008 (ZENIT.org).- Le devozioni popolari possono essere un rimedio efficace contro la decristianizzazione che affrontano molti Paesi, ha affermato Benedetto XVI questo Lunedì ricevendo in udienza i Vescovi della Bolivia, a Roma per la visita ad limina apostolorum al Papa e alla Curia.
Il Papa ha espresso la sua preoccupazione per le “difficili circostanze” in cui versa il Paese, “che in questo momento sembrano acutizzarsi ancor di più”, e ha chiesto ai presuli di accompagnare “molto da vicino” i fedeli per “mantenere la speranza, ravvivare la fede, promuovere l'unità, esortare alla riconciliazione e salvaguardare la pace”.
Il Vescovo di Roma ha anche alluso ai “segni di indebolimento della vita cristiana per fattori di varie origine: un'estesa incoerenza tra la fede professata e le norme di vita personale e sociale, o una formazione superficiale che lascia i battezzati esposti all'influsso di promesse allettanti ma vuote”.
In questa situazione, ha esortato i presuli a promuovere “la devozione popolare, quel prezioso tesoro accumulato per secoli grazie all'opera di audaci missionari e mantenuto con profonda fedeltà da generazioni nelle famiglie boliviane”.
Le devozioni, ha aggiunto, sono “un dono che deve essere certamente custodito e promosso oggi”, e per questo è richiesto “uno sforzo costante perché il valore dei segni penetri nel profondo del cuore, sia sempre illuminato dalla Parola di Dio e si trasformi in ferme convinzioni di fede”.
Esprime preoccupazione per la situazione della Bolivia ricevendo i suoi Vescovi
CITTA' DEL VATICANO, Lunedì, 10 novembre 2008 (ZENIT.org).- Le devozioni popolari possono essere un rimedio efficace contro la decristianizzazione che affrontano molti Paesi, ha affermato Benedetto XVI questo Lunedì ricevendo in udienza i Vescovi della Bolivia, a Roma per la visita ad limina apostolorum al Papa e alla Curia.
Il Papa ha espresso la sua preoccupazione per le “difficili circostanze” in cui versa il Paese, “che in questo momento sembrano acutizzarsi ancor di più”, e ha chiesto ai presuli di accompagnare “molto da vicino” i fedeli per “mantenere la speranza, ravvivare la fede, promuovere l'unità, esortare alla riconciliazione e salvaguardare la pace”.
Il Vescovo di Roma ha anche alluso ai “segni di indebolimento della vita cristiana per fattori di varie origine: un'estesa incoerenza tra la fede professata e le norme di vita personale e sociale, o una formazione superficiale che lascia i battezzati esposti all'influsso di promesse allettanti ma vuote”.
In questa situazione, ha esortato i presuli a promuovere “la devozione popolare, quel prezioso tesoro accumulato per secoli grazie all'opera di audaci missionari e mantenuto con profonda fedeltà da generazioni nelle famiglie boliviane”.
Le devozioni, ha aggiunto, sono “un dono che deve essere certamente custodito e promosso oggi”, e per questo è richiesto “uno sforzo costante perché il valore dei segni penetri nel profondo del cuore, sia sempre illuminato dalla Parola di Dio e si trasformi in ferme convinzioni di fede”.
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