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Mio Signore e mio Dio

Inviato: domenica 11 novembre 2012, 10:25
da Andromeda
"Mio Signore e mio Dio" dice san Tommaso, ma soltanto dopo aver messo il dito nelle piaghe dei chiodi nelle mani e nei piedi di Gesù. È incredulo prima. Usa la ragione e ragiona con categorie umane.
È soltanto dopo aver visto l'impossibile, dopo averlo toccato, dopo aver soffocato la razionalità può esclamare "Mio Signore e mio Dio".
Gli uomini del terzo millennio, orgogliosi e convinti di possedere la conoscenza delle leggi della natura, di avere la signoria assoluta su tutte le cose, come possono avere lo stesso coraggio di san Tommaso e riconoscere la finitezza della propria ragione dinanzi alla infinita dolcezza dell'amore di Gesù che risponde "Sii credente, beati quelli che non hanno visto e crederanno".
Rendere attuale tutto ciò deve essere possibile, in qualche modo, anche all'uomo frastornato dalla cultura dell'immagine e del "pensiero debole. Ma come?

Mio Signore e mio Dio

Inviato: domenica 11 novembre 2012, 18:33
da Venerabile Beda
Io non credo che si debba rendere attuale, ciò che è eterno. Il sacrificio di Cristo, ha un valore eterno; anche se nella Storia, il sangue, può avere un valore diverso (e talvolta anche una differenza a livello geografico), sempre si apprezza chi dà la vita per amore; chi versa il proprio sangue per amore. Alla fine la Fede è un dono. Non è un qualcosa a cui fare "pubblicità"; un dono che può essere chiesto. E un dono che può essere dato. Parli degli uomini del 21° secolo orgogliosi e convinti... di tutto. È vero. Ma quando si trovano davanti alla morte, a malattie incurabili, a situazioni irrisolvibili, la maggioranza di questi, diventa più mite di un gregge di agnellini... fino a confessare peccati che non esistono, pur di non rischiare. Anche giovani, che si trovano davanti alla morte "prima del tempo". Il problema, è che non a tutti, viene concessa questa possibilità (la morte annunciata); e talvolta, si passa dall'altra parte... "a sorpresa". Lì, se non si è in buoni rapporti con Cristo, le cose possono diventare molto pesanti, ed anche... drammatiche. Chi crede, deve pregare per chi non crede, e testimoniare la Fede, nella propria vita. Stop. Non può scervellarsi a creare... chissà quali.. "campagne pubblicitarie" alla Fede. La Fede, parte dall'Amore. Altrimenti, a Dio basterebbe fare qualche miracolo strategico, per fare credere tutti. Invece, Cristo è morto per noi. Ci è stato fatto un atto di Amore. Come l'uomo risponde a questo atto di Amore? La risposta ognuno la deve trovare dentro sé, nel profondo. Ma non sarà con una "campagna pubblicitaria", avente lo slogan: "rispondi a questo atto di amore", a far cambiare le cose. Quando ci troviamo con le spalle al muro, quando non c'è più speranza... è allora che possiamo trovare e ritrovare Dio. Serve solo una piccola grande cosa: l'umiltà.


Chiarito questo, poi... se si allude al linguaggio, mi pare che tutto si evolva e sia dinamicamente in movimento; basti pensare alla Liturgia... si può fare di più? Forse. Ma meglio fare di meno e Bene, che fare di più e male. La Chiesa, deve accelerare un pochino, ma sempre nell'ambito di quella saggia politica di prudenza e piedi di piombo. Non è da tutti, esitere da oltre 2000 anni; evidentemente la politica dei piedi di piombo, la sua validità, ce l'ha. Certo, per la Presenza di Cristo e dello Spirito Santo, prima di tutto. Ma in seconda battuta, anche per saggezza e prudenza. Meglio innovare con un po' di ritardo, che rischiare di violare il Vangelo.