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Il cardinale Carlo Maria Martini

Inviato: sabato 1 settembre 2012, 14:03
da Venerabile Beda
La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina.
2 Pietro 3, 15-16



Questo accadeva sovente, al cardinale Carlo Maria Martini. Quello che accadeva a Paolo: l'essere, nel migliore dei casi, fraintesi, da instabili e ignoranti. Quando non volutamente strumentalizzati. Sicché alcuni da una parte, "impropriamente" lo consideravano un "progressista" (in senso politico... appellativo che l'emerito successore di Ambrogio e di Carlo Borromeo, ha sempre rifiutato); e altri, altrettanto "impropriamente" lo accusavano di eresia o di apostasia. Come al solito, i due estremismi presenti nella Chiesa Cattolica: il tradizionalismo esasperato e il modernismo esasperato. L'integralismo, che altera il reale messaggio cristiano. Sono sempre sbagliati gli eccessi. Cristo invece, nel Vangelo, ci insegna ad utilizzare sempre cose nuove e cose antiche... la sintesi fra un tradizionalismo moderato e una modernità intelligente, genera equilibrio e armonia... fedeltà a Cristo e al Vangelo. Carlo Maria Martini, aveva ben compreso questo. Quale principe della Chiesa, esprimeva sempre le sue posizioni, dando il suo contributo innovativo, basato sul Vangelo, ma sapeva bene, che l'ultima parola, spetta al successore di Pietro, non al successore di Ambrogio. E nemmeno al successore di Paolo. E Carlo Maria Martini, oltre ad essere il successore di Ambrogio (e di Carlo Borromeo), era anche il successore di Paolo, non solo per quanto detto, ma per il dialogo verso i "Gentili", i non credenti. E pur nella ricerca del dialogo con chi non crede, centro della sua azione, analogamente a Paolo, è sempre stato la Parola di Cristo, la Parola di Dio. Non dimentichiamo, che era un grande biblista. E alla sua morte, analogamente a Giovanni Paolo II il grande, ha chiesto di non essere vittima di accanimento terapeutico. Speriamo ci siano sempre tanti cardinal Martini innovativi, e tanti altri moderatamente tradizionalisti. Per camminare bene, serve l'acceleratore e il freno. Col solo freno (tradizionalismo) non si cammina; col solo acceleratore (innovazione senza freni) si sbatte contro il muro. E ci si fa male o si muore. Serve l'uno e l'altro. La cosa importante, l'unica cosa che conta è la fedeltà a Cristo e al Vangelo. Il resto... conta davvero poco. E sulla fedeltà del cardinal Martini, a Cristo e al Vangelo, credo che non ci sia discussione. Questo basta.