La parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso. Ma lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi pastori, ma sceglie autonomamente ciò che vuol credere e non credere – una fede “fai da te”, quindi. E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo.
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Fa parte della fede adulta riconoscere il matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita come ordinamento del Creatore, ristabilito nuovamente da Cristo. La fede adulta non si lascia trasportare qua e là da qualsiasi corrente. Essa s’oppone ai venti della moda. Sa che questi venti non sono il soffio dello Spirito Santo; sa che lo Spirito di Dio s’esprime e si manifesta nella comunione con Gesù Cristo.
Più modestamente, Giosy Cento scrive: "Forse insegui le stelle o le favole belle, come fanno i bambini quando sono piccini". Troppa gente ha una visione distorta, non solo della Fede, ma delle vita. La vita non è la ricerca della felicità (favoletta). La vita è sofferenza, sacrificio, rinuncia, croce, dolore... valle di lacrime. È un esilio. Ciò non significa che non possa essere un esilio gradevole. E lo diventa se si pone Dio al primo posto della nostra vita, se si pone Cristo come centro della nostra esistenza... vivendo i momenti belli come quelli brutti. Ma il pontefice, giustamente, pone l'accento sulla ricostruzione di una Fede di comodo, che nella realtà, non esiste; di un Dio di comodo, che nella realtà, non esiste; di un Cristo di comodo, che nella realtà, non esiste. Esiste invece la Vera Fede: quella Cristiana; il vero Dio: il Padre di Gesù Cristo; e il vero Cristo, quello presente nel Vangelo. Buon pastore, che cerca la pecora smarrita... ma pronto a dire: "Allontanatevi da me, voi operatori di iniquità"; che accoglie con amore il peccatore pentito, sempre pronto a perdonare e a dare un'altra possibilità, ma esigente, anzi, intransigente, rispetto al fare la volontà di Dio Padre. Il cristiano adulto, è pronto a morire per la Fede. Il cristiano adulto, è pronto a dedicare la vita alla Fede. Ovviamente secondo i doni dati da Dio, doni che non sono uguali… né in quantità né in qualità. Ma sicuramente, il cristiano adulto, non si inventa la Fede; non si inventa il Vangelo; non ignora (salta) certi passi scomodi; non si inventa un Dio che non esiste… un Cristo, che “non sta né in Cielo né in Terra”. Del resto, una delle cose più difficili nei rapporti tra le persone, è l’accettazione dell’altro: accettare l’altro per come è, e non per come noi vorremmo che fosse. Il problema si pone anche con le persone divine di Dio Padre e di Cristo Signore. E quindi dello Spirito Santo. Anche noi dobbiamo accettare Dio Padre, per quello che è; e non per quello che noi pensiamo che sia. Accettare Cristo per quello che è: l’Amore che si incarna, ma anche la Giustizia che si incarna (e non solo la Giustizia Equilibratrice, che risarcisce le vittime, ma anche quella Sanzionatoria, che punisce, anche in eterno o pesantemente, chi non si vuole convertire). E al tempo stesso, è anche Colui che è morto per noi… e cerca noi pecore smarrite, ogni giorno. Alcune persone invece, alcuni credenti, presumendo di essere così adulti, omettono alcuni aspetti fondamentali dell’essenza di Cristo, di Dio. In passato, alcuni sbagliavano, omettendo il lato buono, dolce di Gesù; oggi sbagliano altri che omettono il lato duro di Gesù, che c’è. Ma non si deve omettere nulla: il Vangelo, si accetta nella sua interezza, non solo quello che conviene in termini soggettivi. Concretizziamo: non si può dire “Viva l’amore”, e poi giustificare l’adulterio; perché la prima forma di amore, è la fedeltà; non ci si può definire cristiani, quando si è tolleranti verso comportamenti contrari all’ordine stabilito da Dio Padre: eutanasia, suicidio, omosessualità, ecc. Cose immorali e contro natura; magari perché una certa pseudocultura, tenta disperatamente di normalizzare, ciò che è anormale, rendere lecito, ciò che illecito, giusto, ciò che ingiusto. Il tutto con una graduale incalzante sfacciataggine. Stesso discorso vale per il dialogo interreligioso, in sé molto giusto: ma se diventa un tentativo per relativizzare le religioni, con una sorta di spiritualità non meglio definita… è solo un inganno. Siamo tutti figli dello stesso Padre, purché non si dimentichi mai, formalmente e sostanzialmente, che il Padre in questione, è solo Uno, ed è il Padre di Gesù Cristo, non altro, non altri. Piaccia o meno, d’accordo o meno. Che ci si creda o meno. La realtà oggettiva, quella è. Cristo è unità nell’amore; ma è anche divisione: la Spada e il Fuoco che divide… “Segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri molti cuori”. Segno di contraddizione, anche perché in Lui, si esplica la Bontà e la severità di Dio. Dio Padre, ci ama, e vuole il nostro bene. Cristo, ci ama… lo ha dimostrato coi fatti, dando la vita per noi. Ma se noi al di là delle umane debolezze private e personali, si inizia a giustificare nella vita pubblica certe cose contrarie alla Legge di Dio, costringiamo Dio ad essere severo con noi, Suo malgrado. Lui, il Creatore, il Salvatore, l’Eterno, ci grida, dicendo: “Vi scongiuro, vi prego, per il vostro bene, sforzatevi di seguire la mia Legge; sforzatevi. Poi se non ce le fate, ci penso io con la mia Grazia”. E noi per tutta risposta cosa facciamo? Ci mettiamo anche a pubblicizzare programmi televisivi, che tentano di normalizzare, comportamenti contrari alla Legge di Dio, ingiusti e immorali. Così Gli leghiamo le mani. Quando si sfida Dio, peraltro pubblicamente, ci sono delle conseguenze. Questo non è essere adulti. Questo è essere imbecilli. Specie con tutto quello che sta avvenendo adesso in Italia. Serve preghiera, penitenza e conversione... non sfide idiote contro l'Altissimo. E le cose finalizzate a normalizzare pubblicamente peccati, errori gravi, sono una sfida all'Altissimo. Siamo davanti a un nuovo "oscuramento della ragione".