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Re: De contemptus mundi (del disprezzo del mondo)

Inviato: lunedì 29 novembre 2010, 10:26
da Benedetto
Se siamo poveri, possiamo fare molto con la preghiera, non ti pare? E più importante pregare per la conversione dei peccatori o dare un panino a un affamato?
Quanto alla serenità, è molto difficile. Per quelli che vogliono vivere sereni non ponendo la fiducia nelle cose o nel denaro resta solo la consolazione divine, non credi Beda?

Come dice san Paolo:
Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi. Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi ma non disperati; perseguitati ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi.... (Seconda lettera di san Paolo ai Corinzi 4:7,8,9)
Beda, è un piacere parlare con te.

Re: De contemptus mundi (del disprezzo del mondo)

Inviato: lunedì 29 novembre 2010, 11:02
da Venerabile Beda
Ognuno di noi, ha la propria chiamata da Dio. Ci sono persone ricche (e anche meno ricche), che contribuiscono fattivamente e sistematicamente, al mantenimento di mense per i poveri... ben più che un panino una tantum quindi; se queste persone non fossero ricche, e non utilizzassero sistematicamente questa ricchezza, per questo fine, la mensa potrebbe chiudere. Anzi, sarebbe già chiusa. La preghiera è cosa buona. Ma con la preghiera alla fine, cosa si chiede?? Che Dio crei i soldi dal nulla?? Questo Dio non lo fa. Con la preghiera per i poveri, noi si prega Dio, che tocchi il cuore delle persone ricche, perché queste aiutino i poveri. La ricchezza terrena, usata bene, può aprire le porte del paradiso. Quando viene un ricco, e dona 1000 euro per una mensa, dicendo al prete che la gestisce: "Padre, per la vostra mensa, però pregate per me", io credo che quell'uomo ricco, sia molto gradito a Dio. Questa in fondo, è la Provvidenza che si fa carne. Ma la Provvidenza che si fa carne, arriva anche dalla disonestà, per la capacità di Dio, di trasformare il male in bene. Ad es., quando qualcuno truffando ingiustamente lo Stato, pesca del pesce in modo irregolare; interviene la Finanza (sempre efficiente, in collaborazione con la Guardia Costiera), e fatti gli opportuni controlli sanitari, dona quel pesce freschissimo e buono alla mensa in questione (per necessità, altrimenti, si deteriorerebbe). La Provvidenza, sfrutta anche la disonestà di quelle persone, pur di far mangiare pesce fresco e buono ai suoi poveri. Attraverso l'ammirevole attività delle forze dell'ordine.

Del resto, è proprio san Paolo che tu citi a dire:
Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso;
Tutto dipende dall'uso che si fa delle cose. Il ricco, può aiutare materialmente e spiritualmente; con i soldi e con la preghiera. Il povero può aiutare "solo" spiritualmente, con la preghiera. Se Dio ci ha chiamati alla ricchezza, dobbiamo usarla bene. Se ci ha chiamati alla povertà, faremo quel che è possibile fare. Se ci ha chiamati a "vie di mezzo", faremo quello che è possibile fare in proporzione. Ma chi sta nel mezzo, non può fare donazioni sistematiche da 1000 Euro...

La Scrittura dice, che l'elemosina, espia un gran numero di peccati. Posto ovviamente pentimento, confessione ecc.
L'elemosina che possono fare le persone ricche, è notevole. Non si parla di 1 o 2 euro. Ma di cifre molto più corpose, finalizzate ad aiutare gli altri, con cibo, vestiti, medicine, cure, ecc.
La risposta, è stata già data da Gesù, posto corretto uso della ricchezza:
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Tutti possiamo fare questo, in proporzione. Ma è un dato di fatto oggettivo, che chi è ricco, lo può fare di più e meglio. Almeno, potenzialmente.

Il problema è che alcuni ricchi (molti, pochi, non saprei... forse molti), non utilizzano la loro ricchezza per questi fini, ma per fini egoistici. A questi ricchi, e in proporzione, Cristo risponde:
41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Del resto, e concludo, è sempre il Vangelo a dire:
a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più
La ricchezza, non è un male in sé. Ma una responsabilità. Se usata bene, ci apre le porte del Paradiso; se usata male, ci spalanca le porte dell'Inferno. La ricchezza, è un mezzo. Dipende come usiamo questo mezzo. Stesso vale per il sesso, per l'intelligenza, la cultura... Sono tutti mezzi... dipende come li usiamo.

Re: De contemptus mundi (del disprezzo del mondo)

Inviato: lunedì 29 novembre 2010, 11:04
da Benedetto
Sai, caro Beda, il tuo discorso è validissimo, ma a me, che sono un ammiratore di quelli come Pietro Valdo, don Orione, san Giuseppe Benedetto Cottolengo e soprattutto san Francesco, suona come una giustificazione per quelli che hanno di tenere molto di quello che possiedono.
Checché chiunque ne dica, il Vangelo ammonisce che è più facile per un cammello pessare per la cruna di un ago.
Teoricamente, la ricchezza non è ostacolo alla santità, ma basta guardare la pratica per convincersi del contrario.
La ricchezza è di inciampo alla carità. Questa è la realtà.
Tu dici che se tutti fossimo poveri non ci sarebbe niente da spartire. Non lo trovo valido perché nella realtà ci saranno sempre i ricchi. Quelli che rinunciano a tutto sono una minoranza.
Se non ti interessa la ricchezza, perché ce l'hai allora?
Per non parlare della parabola del giovane ricco.
Noi cristiani d'occidente siamo i cristiani più ricchi del globo.
Ma se la Domenica non diamo 20 centesimi al mendicante fuori dalla chiesa!!!!
Lo so, mi dirai che sto giudicando. Per me, è discernimento.

Re: De contemptus mundi (del disprezzo del mondo)

Inviato: lunedì 29 novembre 2010, 11:21
da Venerabile Beda
Ho l'impressione che tu abbia letto troppo velocemente, il mio intervento. I santi da te citati, e tanti altri da te non citati, hanno potuto fare quello che hanno fatto, grazie, soprattutto, alle donazioni di persone ricche. La Provvidenza, si materializza, attraverso le donazioni delle persone ricche. Bisogna essere molto pratici. Tu parli di elemosina a uscita da una chiesa. A parte che di solito, i soldi si danno all'offertorio, al parroco che conosce i veri poveri, limitando così eventuali truffe... Una chiesetta media, ha una capienza media appunto di 300 persone. Supponendo che ogni persona doni 2 Euro, 300X2, sono 600 Euro, cifra ragguardevole. Se fra quelle 300 persone, ce ne sono 50 ricche, che invece di dare 2 Euro, ne danno 100, sono:
250X2 = 500 + 50X100 = 5000
Totale = 5500 Euro, grazie soprattutto ai ricchi.

Se di questi 50 ricchi, 10 sono molto ricchi, diventa:
(250 X 2 = 500) + (40 X 100 = 4000) + (10 X 1000 = 10.000)
Totale = 14.500 Euro.

E anche se come dici tu, la massa, non desse nulla, ti ritrovi comunque con 14.000 Euro, cifra con cui puoi gestire, le grosse spese di una parrocchia (luce, telefono, ecc.,) e puoi gestire una mensa per i poveri, fornendo loro cibo e vestiti. Grazie alle donazioni delle persone ricche.
Ribadisco, che i santi da te citati, hanno fatto quello che hanno fatto (e fanno) grazie a questo tipo di donazioni. Questa è la Provvidenza, persone in carne e ossa, non "aere". Senza contare che molti santi, hanno iniziato la loro attività partendo dalla loro ricchezza terrena, utilizzandola per i poveri. Ovviamente, le cifre devono essere temperate da realismo, sicché di fatto, siccome non tutti sono generosi, difficilmente, si superano i 10.000 Euro. Era un calcolo puramente matematico, non reale, ma realistico. Cifre comunque costruttive. Poi circa il discorso cruna, quello è noto. Ma perché spesso chi è ricco, diventa schiavo della ricchezza. Ma la causa non è la ricchezza, ma la debolezza delle persone. Se ci sono persone forti, che dominano la ricchezza, usandola bene, questo è assolutamente positivo e costruttivo; e grazie a queste persone, Dio agisce, aiutando i santi da te citati. Infine il discorso cruna, deve essere inteso. Se onesto, io posso fare benissimo la bella vita, a condizione che sia corretto, onesto, e dia qualcosa di cospicuo ai poveri. In breve, non è peccato in sé, mangiare aragosta e caviale. Dio ci chiama al distacco dai beni terreni, non al non uso di essi. Alcuni, come san Francesco e co, li chiama al non uso. Ma quello è un cammino particolare, ammirevole, e non per la massa. "Ogni uomo ha il suo cammino", che è diverso dal cammino dell'altro. Circa il discorso giudizio, io preferisco guardare a chi dà, che guardare a chi non dà. Secondo te, quale delle 2 visioni preferisce Dio??? Secondo me la prima, alla luce del Vangelo.

Poi cerchiamo di avere rispetto, perché se io fossi ricco, sentendo certi discorsi direi: "Visto che sono così cattivo, non do più niente, così vediamo". Non avrebbe torto un ricco che reagisse così, visto che noi non siamo in grado di leggere nei cuori. E saremmo noi responsabili davanti a Dio, di successivi mancati atti di Carità, concretamente utili per i poveri.

Le semplificazioni, non sono mai vere, e sono sempre false: ricchi, poveri, uomini, donne, ecc.
C'è il ricco buono, e il ricco cattivo.
Il ricco avido, e il ricco generoso.
Il ricco giusto, e il ricco ingiusto.
Il ricco attaccato alla ricchezza e schiavo di essa, e il ricco padrone di essa e che la domina.
E via discorrendo, per questa categoria, e per le altre categorie.

Le semplificazioni, sono sempre scorrette. Sempre. E il Vangelo, si deve applicare correttamente alla realtà, realtà, che è sempre più complessa e sfaccettata. Il Vangelo è sempre applicabile, ma bisogna saperlo applicare. Poi è chiaro, alla luce del Vangelo, che la strada maestra se ci si riesce, è la povertà. Ma la scelta consapevole della povertà, non è per la massa, ma per un'elite come san Francesco e co.
La massa saggia, non dico la ricchezza, ma cercherà di costruirsi la serenità economica; non il lusso, ma nemmeno il dover chiedere ad altri, perché il non dover chiedere niente a nessuno, è la base della libertà, il dono più grande di Dio. Chi è povero, non è libero, perché deve chiedere ad altri. Croce ammirevole, ma io pur disprezzando la ricchezza e il lusso, spero di avere sempre la serenità e la totale indipendenza economica, senza dover chiedere niente a nessuno. Spero. Poi, come vuole Dio. Ma se si vogliono aiutare gli altri, occorrono molti soldi. Attorno ai santi, facci caso, ci sono sempre persone molto ricche. Questa è la Provvidenza. E tutti fanno parte con quel ruolo, anche di ricco, del progetto di Dio.

Re: De contemptus mundi (del disprezzo del mondo)

Inviato: lunedì 29 novembre 2010, 14:45
da Benedetto
Ho capito, caro Beda.
Spesso mi fai dei discorsi che cominciano col "se". Preferisco i casi concreti.
Comunque, io non posso credere a cose diverse e contrarie. Devo scegliere.
Per quanto mi riguarda, ho dato via tutte le mie cose per ben DUE volte in vita mia, fino all'ultimo spillo.
Quando avevo l'appartamento pieno di cose, ogni tanto mi sedevo, mi guardavo intorno e poi mi mettevo le mani alla testa e mi dicevo allarmato: "Quanta roba ho!!"
Adesso invece ho poco e niente e mi sento più libero.
Domani dovrò mendicare? Ben venga. L'ho già fatto in vita mia. Speriamo che ci sia sempre gente che chiede la carità, così la società non perderà l'abitudine di dare.
Per quanto riguarda me e nessun altro, la Bibbia dice :
[26] "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.

[27] Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
[33] Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo
La spiegazione in calce (nota a pié di pagina) dice:
L'espressione "non odia" è un ebraismo, che significa "non amare". Gesù vuole insegnare che bisogna essere disposti ad abbandonare tutto e subito ed a seguire integralmente il suo insegnamento, se si vuole essere suo discepolo: lo ripete tre volte. vedi 26, 27 e 33
Al giovane ricco viene richiesto di lasciare tutto quel che possiede, venderlo e dare i soldi ai poveri.

Il Papa, l'anno scorso, disse questo:
Cari fratelli e sorelle!
“Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Con questa domanda ha inizio il breve dialogo, che abbiamo ascoltato nella pagina evangelica, tra un tale, altrove identificato come il giovane ricco, e Gesù (cfr Mc 10,17-30). Non abbiamo molti dettagli circa questo anonimo personaggio; dai pochi tratti riusciamo tuttavia a percepire il suo sincero desiderio di giungere alla vita eterna conducendo un’onesta e virtuosa esistenza terrena. Conosce infatti i comandamenti e li osserva fedelmente sin dalla giovinezza. Eppure tutto questo, che è certo importante, non basta, - dice Gesù - manca una cosa soltanto, ma qualcosa di essenziale. Vedendolo allora ben disposto, il divino Maestro lo fissa con amore e gli propone il salto di qualità, lo chiama all'eroismo della santità, gli chiede di abbandonare tutto per seguirlo: “Vendi quello che hai e dallo ai poveri... e vieni e seguimi!” (v. 21).
“Vieni e seguimi!”. Ecco la vocazione cristiana che scaturisce da una proposta di amore del Signore, e che può realizzarsi solo grazie a una nostra risposta di amore. Gesù invita i suoi discepoli al dono totale della loro vita, senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia senza riserve in Dio. I santi accolgono quest'invito esigente, e si mettono con umile docilità alla sequela di Cristo crocifisso e risorto. La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo
Inoltre, personalmente, essendo un francescano laico non posso non amare Sorella Povertà. Magari fossi capace di fare come Francesco !

Capisco il tuo discorso, ma il mio è questo.
E con questo, io finisco il mio intervento in questo argomento.
Ti saluto e ti ringrazio.