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Niente è peggio della superficialità

Inviato: domenica 29 maggio 2011, 12:30
da Venerabile Beda
Niente è peggio della superficialità. Al mondo, a mio avviso, nulla è peggio di questo. È il comportamento peggiore che l'essere umano possa porre in essere. Si parte da una base di ignoranza. Dove nulla o poco c'entra la cultura scolastica o accademica: un plurilaureato a pieni voti, può essere ignorante anche accademicamente, ma soprattutto, rispetto alla cultura umana, alla conoscenza dell'uomo e della vita. Da questa base di ignoranza, la persona che agisce all'insegna della superficialità, pensa di conoscere... ma in realtà la sua conoscenza è appunto superficiale, basata sul sentito dire, su stereotipi, su luoghi comuni, banalità, sul fare di tutta l'erba un fascio, sulle facili semplificazioni: facili, perché finalizzate a dimostrare la validità di una tesi, che non ha nulla di oggettivo. Es: io posso legittimamente dire (per fare un esempio banale), che tutte le donne che ho conosciuto nella mia vita, sono "poco serie". Questo è legittimo. È un fatto vero. Ma questo significa, che magari, sono stato sfortunato, perché ho incontrato le donne peggiori. Ma non significa certo che tutte le donne siano poco serie! Chi dice questo, fa di tutta l'erba un fascio, giudica superficialmente, fa assurgere indebitamente una propria opinione, basata esclusivamente sulla propria esperienza limitata, a verità oggettiva. Ho fatto un esempio specifico. Ma la questione vale, per qualsiasi fattispecie. Pregiudizio e giudizio superficiale, sono i frutti di questo modo di pensare e di agire. Spesso poi, strettamente legata alla superficialità e all'ignoranza, c'è la dietrologia. Ovvero, il parlare di fatti che risalgono nel tempo. D'accordo, la Chiesa ha sbagliato a volte nella Storia. È stato riconosciuto, e Giovanni Paolo II il grande, lo ha ufficialmente riconosciuto e ha chiesto perdono per questo. Basta. "Che c'azzecca" parlare ancora del caso Galileo, nel 21° secolo???? È stato riconosciuto l'errore, si è chiesto perdono. Basta! Che senso ha accusare oggi la Chiesa di questo? Era un altro secolo! Era un altro millennio!! È un modo puerile e superficiale di pensare. Come se Giovanni Paolo II il grande non avesse fatto nulla! "Ora perché Giovanni Paolo ha chiesto perdono, non ne dobbiamo parlare più?". Esattamente. Non in termini negativi. Non in termini critico-polemici. Sì in termini storici e di verità storica. Sì in termini critico-costruttivi. Perché? Perché questo è il Cristianesimo: quando si chiede perdono, si perdona e non se ne parla più. Specie se i fatti risalgono nel tempo. E chi dice "io sono cristiano, io sono cattolico", e dimentica il perdono chiesto, ricordando solo le cose negative, è disonesto e superficiale. Che poi, questa stessa superficialità, è quella che genera i tradimenti, il male, le scorrettezze, ecc.
Giudichiamo gli altri con superficialità, poi però quando veniamo giudicati noi con superficialità, ci lamentiamo! Qualcosa non quadra. E tutto questo a cosa conduce? All'ingiustizia. Un conto e se io critico una singola persona, di cui ho verificato coi fatti un comportamento scorretto; altro conto è dire: "Tutti gli italiani sono disonesti". È terribile la superficialità e la particolare superficialità del fare di tutta l'erba un fascio. Sono solo facili (nel senso basso del termine) semplificazioni dettate da ignoranza e da una conoscenza distorta e limitata della cose. Quando conoscerai tutti gli italiani, allora potrai dire che tutti gli italiani sono così o cosà. Non che in base ai tuoi 100.000 conosciuti, ti ergi a giudice! Ammesso che uno nell'arco di una vita lunga, arrivi a conoscere (in profondità) 100.000 persone!!! E anche se fossero 1 milione (impossibile)... sempre una minoranza esigua sarebbe rispetto agli oltre 58 milioni. Questo si ribadisce, vale per qualsiasi questione, realtà, gruppo, circostanza, fattispecie.

La superficialità e l'ignoranza, hanno spinto il mondo a non credere a Cristo e a ucciderlo. Non altro. Non dimentichiamolo.

Davanti a superficialità e ignoranza, solo un aggettivo è credo, adatto: patetico!