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Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: giovedì 26 maggio 2011, 13:11
da David87
Secondo me, soprattutto per quanto riguarda i giovani, non è facile confessarsi perché non si trova un buon sacerdote capace di parlare con i ragazzi. Lo dico perché anche io ho sentito questo in passato. Non riuscivo ad avere un buon rapporto con molti sacerdoti. Credevo che non potessero capirmi e non riuscivano a trasmettermi molto come se parlassero una lingua a me sconosciuta. Poi per fortuna ho incontrato un sacerdote (che ora è il mio padre spirituale) che ha una capacità non comune di parlare con i ragazzi ed è riuscito a coinvolgere me e i miei amici e aiutarci negli anni difficili dell'adolescenza.
Questo per dire che nonostante io bene o male sia sempre stato vicino ai sacramenti ho avuto tante difficoltà e quindi capisco che non deve essere facile per un ragazzo andare a confessarsi soprattutto se non si avvicina al sacramento della riconciliazione da molto tempo.

Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: giovedì 26 maggio 2011, 19:05
da Venerabile Beda
L'umiliazione del raccontare i propri peccati ad altra persona, non credo sia un disagio giovanile, ma è credo un problema tipico dell'essere umano in quanto tale. Poi è vero che ci sono sacerdoti che ti mettono più efficacemente a tuo agio, e altri meno. Qualcuno, a volte, fa battute infelici, tentando di semplificare cose che se non sono irrisolvibili, sono parenti strette... di quelle irrisolvibili, ma di solito, anche se uno dice una fesseria a fin di bene e in modo costruttivo, si capisce. Si comprende l'intenzione buona, e l'assoluta assenza di intenzione negativa, giudicante, ecc.
Ci sono sacerdoti, che hanno più carisma, e altri meno. A mio avviso, quelli che hanno più carisma... (vero carisma... e non specchietti per le allodole), sono quelli che (almeno sembrano) più fedeli a Cristo e al Vangelo. Due eccessi sono pericolosi: il sacerdote che sdrammatizza troppo, semplifica troppo... magari fino a sconti non previsti... e quello che assume (o dà l'impressione di assumere) un ruolo giudicante. Entrambi deleteri. Ma trovare il giusto equilibrio non è facile. A ben guardare sia noi quali penitenti, rispetto ai ministri stessi, dobbiamo spersonalizzare il sacramento. Come del resto loro quali ministri, devono spersonalizzare noi, quali penitenti. Quello è il rappresentante di Cristo. Che si chiami Pasquale o Ferdinando, è secondario. Altrimenti diventa come quelle discutibilissime code domenicali, alla Comunione, quando l'Eucarestia è condivisa dal parroco e dal viceparroco antipatico... e tutti fanno la fila dietro al parroco... (o il contrario)...
Non importa chi dà l'Eucarestia... importa l'Eucarestia.
Non importa chi dà l'assoluzione... importa il nostro pentimento e che venga data. Se càpita il prete che dice una parola di troppo... accettiamolo come penitenza... Dio sa benissimo se quella parola di troppo è tale o immeritata. Come sa benissimo, se lo sconto datoci è lecito o illecito... (e sa se noi sappiamo che lo sconto datoci è illecito.. in base alla nostra coscienza e conoscenza).


Per il resto io dico una cosa...
A parte le bufale infinite sulle fini del mondo annunciate... Sono sicuro, che se domani si avesse certezza della fine, in modo scientifico, ci sarebbero file chilometriche ai confessionali. E tutti glisserebbero sul prete, sul come confessa o meno.


Infatti, la mia citazione precedente, relativa alla celebrazione della Messa, è applicabile alla vita...

Vivo questo giorno...
come se fosse il primo...
come se fosse l'ultimo...
come se fosse l'unico...


Sarebbe eccellente, una Confessione fatta in queste condizioni.
Nel dubbio, diremmo pure peccati che non abbiamo mai fatto.
E non ci occuperemmo tanto di cosa il prete dice e non dice (salvo che non dica cose contrarie al Vangelo), e soprattutto di come lo dice e di come non lo dice.

Ovviamente, anche i ministri dovrebbero fare così:

Amministro il sacramento della Confessione...

Come se fosse la prima volta...
Come se fosse l'ultima...
Come se fosse l'unica...

E non ci sarebbe la parola di troppo o lo sconto non previsto.

Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: venerdì 27 maggio 2011, 8:16
da Benedetto
Per me la confessione è un vero rebus.
Se vado dal parroco della chiesa che sta un po' più lontana da casa mia mi dice che le cose che confesso io sono tutte scemate.
Se vado dal confessore della mia parrocchia, che è un uomo molto mansueto e siamo amici, qualunque cosa io confessi lui la considera peccato.
Se vado in un'altra chiesa vicino a casa idem. Vi faccio un esempio.
Ho detto che io i problemi più grossi potrei averli con mia madre perché ha un carattere molto forte e mi accusa sempre di tutto. L'altro giorno mi accusava che io le avevo rubato non so cosa. Io ho risposto: Guarda mamma che forse ti sbagli, io non ho rubato niente.
Il prete mi ha considerato quello peccato e mi ha dato di penitenza due Padre Nostro, due Ave Maria e due Eterno riposo per mio padre. La mia amica che è stata assistente di un prete per 30 anni mi dice di non confessare più quelle cose perché non sono peccato.
Se invece, prima di confessarmi, vado sul sito di preti online e chiedo a cinque preti se quello che ho commesso è peccato, tre mi dicono di no e due mi dicono di sì.

Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: venerdì 27 maggio 2011, 13:09
da David87
Hai perfettamente ragione Venerabile e tutto quello che dici è giusto. Io però stavo cercando di affrontare il discorso in modo un po' più generale. Cioè come può un sacerdote e più in generale la Chiesa far avvicinare i giovani alla Confessione? Troppo spesso questo sacramento (questa è una mia impressione) è trascurato e in maniera particolare dai giovani. Secondo me questo è dovuto anche al fatto che il sacerdote è visto come una figura austera e distante e ciò non permette che ci sia dialogo. Lo dico perché come ho già detto questa è stata una mia esperienza diretta.

Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: venerdì 27 maggio 2011, 13:55
da Venerabile Beda
Caro Benedetto, quando più sacerdoti dicono cose diverse, abbiamo il Vangelo, il resto della Scrittura e la guida della Chiesa. Che non è quella del singolo prete. E nemmeno del singolo vescovo o cardinale. C'è il Catechismo della Chiesa Cattolica, la guida di Benedetto XVI e dei suoi predecessori. Nonché la nostra coscienza. Se noi riteniamo alla luce di questi dati, un fatto della nostra vita, un peccato, confessiamolo. Se poi abbiamo la possibilità di scegliere un confessore più consono alla nostra spiritualità, (a condizione che non sia una scelta di comodo, di convenienza... ma di opportunità, preferenza e affinità spirituale), nulla lo vieta. Anzi. Ma non siamo più nei secoli passati, dove era tutto in latino, e non si aveva alcun termine di paragone, rispetto a quello che dice un prete, sia pure in Confessione: Vangelo, Scrittura, Catechismo, Documenti dei pontefici, ecc. Oggi, siamo molto più responsabili, perché abbiamo (in generale) gli strumenti adeguati per capire se vengono dette cose discutibili... o per troppa estensione o per troppa restrizione.


Davide... io ribadisco quanto prima detto... i giovani che non si confessano, non si confessano perché non pensano alla morte. Se ci pensassero di più, se pensassero a quanti giovani muoiono improvvisamente, ci penserebbero di più... non solo alla Confessione... ma a ciò che più conta. Mia opinione, se vuoi discutibile, ma io questo penso. Circa il resto, la voglia di confessarsi, non te la fa venire il prete... è legata al pentimento... in breve: è una grazia. Grazia che si deve chiedere. A Dio (efficace l'intercessione di Maria). Ma è il discorso di prima... spesso si pensa troppo alle cose della Terra... anzi, della terra... e poco a quelle del Cielo... (si pensa più al cielo... inquinamento, ambiente... che non al Cielo: Dio, Gesù Cristo, ecc.). A volte, si prega poco, e quando si prega, si prega per chiedere diverse cose.... che sono importanti. Ma nel Padre nostro, Gesù ci ha insegnato che dobbiamo sempre pregare per il perdono: rimetti a noi i nostri debiti... Esplicando il concetto, dobbiamo pregare per avere da Dio un pentimento vero, sincero, autentico. A quel punto (mi si passi il termine... lo dico con rispetto)... il sacerdote, il confessore... è solo un oggetto! Spero sia chiaro il senso di questa espressione, che non vuole essere denigrante o irrispettosa. Ma forse diamo troppa importanza al confessore. Non è lui che produce l'articolo... il produttore. Lui si limita a ridistribuirlo. Poi certo, ci sono casi limite di... incompetenza... ma sono casi limite appunto. E c'è sempre la parrocchia accanto o il santuario particolare, dove potersi confessare. Semmai una cosa è vera: i confessionali vuoti, non per i penitenti, ma per i preti!! Questo può aiutare i giovani e le persone a confessarsi... Sapere che se vado in chiesa (non so, dalle 16 alle 18) trovo il prete nel confessionale... anche se nessuno si deve confessare... trovare il prete nel confessionale col rosario o con il breviario in mano, aiuta. Cosa che spesso accade in alcuni santuari. Dove in alcune parrocchie a volte, per confessarsi, si deve fare domanda in carta bollata, e lo deve sapere tutta la collettività che ti devi confessare!!! Questo non va bene. In alcune parrocchie, almeno, (ne hanno parlato i TG) hanno inserito un campanello al confessionale, dove tu suoni e il prete arriva il prima possibile. Senza dover chiedere niente a nessuno: "C'è qualcuno che confessa?" [k-nooo] [k-nooo] [k-nooo] Queste cose aiutano. Perché? Perché a volte, la voglia di confessarsi, è una grazia... rapida.. da carpe diem... Se trovi il prete... bene... altrimenti, quella voglia passa.
Questo accade.