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Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: venerdì 27 maggio 2011, 14:56
da David87
Caro Venerabile per quanto riguarda la prima parte non sono d'accordo. Ma ti pare che un ragazzo di 14-15-16 anni pensi alla morte?!? Anche se fosse non credo andrebbero a confessarsi. Cioè io non mi confesso regolarmente perché penso che potrei morire. Mi confesso perché ho sperimentato quanto sia bello chiedere perdono a Dio per gli errori che ho commesso e stare in grazia di Dio per poter ricevere il Corpo di Cristo.
Hai detto bene il desiderio di confessarsi è una grazia che il Signore ci dona se la chiediamo. Però dobbiamo chiederla e per chiederla dobbiamo sapere come fare. Però se nessuno parla ai giovani di questo, dell'amore di Dio che vuole liberarci dai nostri peccati, della bellezza del sacramento della riconciliazione come possono capirlo?!? Io questo intendevo dire. Un bravo sacerdote deve essere in grado di parlare e soprattutto di far capire ai ragazzi questo, poi come dici tu, il sacerdote che poi mi confesserà è solo uno "strumento" se ho capito l'importanza che ha la Confessione per la mia vita e non avrò difficoltà a farlo.

Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: venerdì 27 maggio 2011, 17:13
da Venerabile Beda
David87 ha scritto:Ma ti pare che un ragazzo di 14-15-16 anni pensi alla morte?!?
Infatti è quello che dico. Non ci pensano. Il livello di cui parli tu, è quello sicuramente più giusto e corretto. Quello che è detto pentimento di contrizione, c.d. dolore perfetto. Ovvero l'essere sinceramente, totalmente e amorevolmente pentiti dei propri peccati, per aver offeso Colui che, solo, è "degno di essere amato sopra ogni cosa", con la ferma intenzione di non porre mai più in essere tale azione. Nell'impossibilità oggettiva di confessarsi, la Chiesa asserisce che questo pentimento, produce la remissione della colpa, al pari del sacramento. Ma questo tipo di pentimento... è un pentimento da santi... non dico raro.. ma è sicuramente meno diffuso. Io punto a un livello più alla mia portata. Il pentimento di attrizione. C.d. dolore imperfetto. Ovvero l'essere pentiti per aver offeso Dio, sapendo che peccando "meritiamo i Suoi castighi e molto più"... fino alla dannazione eterna in mancanza di pentimento, e obbediente sottomissione a Lui. Ora, la maggioranza di noi, a questo secondo si riferisce. Ma non basta. Il fatto che sia un dolore imperfetto, non significa che sia una cosa da buttare via: è un passo decisivo e fondamentale verso il Bene. Solo, che prima di arrivare alla grande grazia del dolore perfetto (che a detta di molti, unita al sacramento della Confessione, non produce solo il perdono totale della Colpa, ma anche la remissione totale o parziale della Pena, fino a spalancare le porte del Paradiso... ovviamente, per grazia e a totale discrezione di Dio).. ce ne vuole. E come si fa a volare (dolore perfetto), se prima non si impara a camminare (dolore imperfetto)??? Tutti i santi, che arrivavano al dolore perfetto, sono prima passati da quello imperfetto. Quindi, dal pensare alla morte, alla condanna eterna, ai castighi in questa e nell'altra vita. Poi dopo... negli anni, per grazia di Dio, alcuni, riuscivano ad andare oltre. Benissimo. Ma a me sembra utopistico pensare che una persona giovane che non tiene a mente la morte, tappa obbligata, arrivi immediatamente a questo. Non perché giovane. Un giovane, se tiene a mente la morte, ci può arrivare sùbito. Vedi Domenico Savio ("La morte, ma non il peccato!" scrisse a 9 anni!!!!!... Dio lo ha esaudito.... è morto a 15!!!). A mio avviso è un cammino graduale. Ma se uno esorcizza la morte, il castigo... non ci arriva. Prima si inizia con le cose più semplici. Poi con quelle più complesse ed elevate. Dopodiché una cosa non esclude l'altra. Nel senso che: d'accordo, il sacerdote mi deve fare sentire la Misericordia di Dio. Giusto. Ma io devo essere pentito, indipendentemente dal fatto che il sacerdote mi faccia sentire la Misericordia di Dio. Altrimenti, rischia involontariamente di divenire una sorta di pubblicità.... come se i sacerdoti, dovessero sponsorizzare la Confessione... la cosa mi lascia un po' perplesso. Se poi il senso è che il sacerdote, quale pescatore di uomini, deve cercare i giovani fino a casa (letteralmente, uno per uno)... su questo sono d'accordissimo. E non da oggi e nemmeno da ieri. Ma alla fine, l'interesse a confessarsi, è del penitente, non del confessore. Non sono d'accordo nel ribaltare l'interesse. Il penitente ha l'interesse a confessarsi. Il sacerdote ha il dovere di farlo. Ma l'interesse è del penitente. Altrimenti si può pensare: "Se il sacerdote mi fa sentire la Misericordia di Dio, mi pento e mi confesso; altrimenti no". Un ragionamento molto discutibile. Come appunto, se l'interesse fosse del sacerdote. L'interesse è mio. Io intanto sono in difetto e in torto. Poi si vede cosa fa o non fa il sacerdote. E grazie a Dio, dopo, c'è anche una certa possibilità di scelta.

Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: venerdì 27 maggio 2011, 23:36
da David87
Ora mi è più chiaro il tuo punto di vista e sono completamente d'accordo con te.
Dico solamente che io non ho mai parlato di fare "pubblicità" alla Confessione né di ribaltare l'interesse tra penitente e confessore, dico solo che un sacerdote o un catechista deve essere in grado di far capire quanto questo sacramento sia importante. Ne parlo perché è un argomento che proprio in questo periodo mi tocca da vicino. Sono catechista e proprio oggi i ragazzi che seguo hanno fatto la prima Confessione in preparazione alla Prima Comunione di Domenica. Abbiamo cercato con l'aiuto del sacerdote di spiegare bene che dono grandissimo sia questo sacramento e abbiamo visto quanto sia difficile. Nonostante la loro giovane età vi assicuro che non è semplice, nonostante abbiano solo dieci anni. Per un ragazzo adolescente immagino che sia ancor più complicato. Diciamo che oggi è andato tutto molto bene e i bambini erano pieni di gioia e molto colpiti da quello che hanno fatto. Però non posso fare a meno di chiedermi se sono riuscito a trasmettergli quanto sia importante confessarsi, se gli rimarrà qualcosa di quel che abbiamo detto e che hanno vissuto e credo che chiunque catechista o sacerdote debba farsi questa domanda.

Re: Chi si confessa e chi no

Inviato: sabato 28 maggio 2011, 10:13
da Venerabile Beda
Sì tranquillo. È chiaro che tu non parlavi di pubblicità. La mia era una riflessione più generale. A mio modesto parere, in sede di catechesi, si può solo spiegare bene sul piano formale: cosa è il sacramento, cosa fa, ecc. Cosa fondamentale. Sul piano sostanziale però, il catechista può fare ben poco: ognuno lo deve capire da sé. L'esperienza del perdono di Cristo, è un fatto strettamente privato, esclusivo, personale. Unica... per ogni persona.
C'è una vecchia canzone, che oggi non si canta più molto...
Nel ritornello diceva:

"Grazie per il più grande dei Tuoi doni: grazie Signore, del Tuo perdono!".

Questo non lo si può trasmettere... e nemmeno testimoniare. La fede si può testimoniare. L'Amore, si deve vivere e scoprire.