David87 ha scritto:Ma ti pare che un ragazzo di 14-15-16 anni pensi alla morte?!?
Infatti è quello che dico. Non ci pensano. Il livello di cui parli tu, è quello sicuramente più giusto e corretto. Quello che è detto pentimento di contrizione, c.d. dolore perfetto. Ovvero l'essere sinceramente, totalmente e amorevolmente pentiti dei propri peccati, per aver offeso Colui che, solo, è "degno di essere amato sopra ogni cosa", con la ferma intenzione di non porre mai più in essere tale azione.
Nell'impossibilità oggettiva di confessarsi, la Chiesa asserisce che questo pentimento, produce la remissione della colpa, al pari del sacramento. Ma questo tipo di pentimento... è un pentimento da santi... non dico raro.. ma è sicuramente meno diffuso. Io punto a un livello più alla mia portata. Il pentimento di attrizione. C.d. dolore imperfetto. Ovvero l'essere pentiti per aver offeso Dio, sapendo che peccando "meritiamo i Suoi castighi e molto più"... fino alla dannazione eterna in mancanza di pentimento, e obbediente sottomissione a Lui. Ora, la maggioranza di noi, a questo secondo si riferisce. Ma non basta. Il fatto che sia un dolore imperfetto, non significa che sia una cosa da buttare via: è un passo decisivo e fondamentale verso il Bene. Solo, che prima di arrivare alla grande grazia del dolore perfetto (che a detta di molti, unita al sacramento della Confessione, non produce solo il perdono totale della Colpa, ma anche la remissione totale o parziale della Pena, fino a spalancare le porte del Paradiso... ovviamente, per grazia e a totale discrezione di Dio).. ce ne vuole. E come si fa a volare (dolore perfetto), se prima non si impara a camminare (dolore imperfetto)??? Tutti i santi, che arrivavano al dolore perfetto, sono prima passati da quello imperfetto. Quindi, dal pensare alla morte, alla condanna eterna, ai castighi in questa e nell'altra vita. Poi dopo... negli anni, per grazia di Dio, alcuni, riuscivano ad andare oltre. Benissimo. Ma a me sembra utopistico pensare che una persona giovane che non tiene a mente la morte, tappa obbligata, arrivi immediatamente a questo. Non perché giovane. Un giovane, se tiene a mente la morte, ci può arrivare sùbito. Vedi Domenico Savio ("La morte, ma non il peccato!" scrisse a 9 anni!!!!!... Dio lo ha esaudito.... è morto a 15!!!). A mio avviso è un cammino graduale. Ma se uno esorcizza la morte, il castigo... non ci arriva. Prima si inizia con le cose più semplici. Poi con quelle più complesse ed elevate. Dopodiché una cosa non esclude l'altra. Nel senso che: d'accordo, il sacerdote mi deve fare sentire la Misericordia di Dio. Giusto. Ma io devo essere pentito, indipendentemente dal fatto che il sacerdote mi faccia sentire la Misericordia di Dio. Altrimenti, rischia involontariamente di divenire una sorta di pubblicità.... come se i sacerdoti, dovessero sponsorizzare la Confessione... la cosa mi lascia un po' perplesso. Se poi il senso è che il sacerdote, quale pescatore di uomini, deve cercare i giovani fino a casa (letteralmente, uno per uno)... su questo sono d'accordissimo. E non da oggi e nemmeno da ieri. Ma alla fine, l'interesse a confessarsi, è del penitente, non del confessore. Non sono d'accordo nel ribaltare l'interesse. Il penitente ha l'interesse a confessarsi. Il sacerdote ha il dovere di farlo. Ma l'interesse è del penitente. Altrimenti si può pensare: "Se il sacerdote mi fa sentire la Misericordia di Dio, mi pento e mi confesso; altrimenti no". Un ragionamento molto discutibile. Come appunto, se l'interesse fosse del sacerdote. L'interesse è mio. Io intanto sono in difetto e in torto. Poi si vede cosa fa o non fa il sacerdote. E grazie a Dio, dopo, c'è anche una certa possibilità di scelta.