Suicidi consapevoli?


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Suicidi consapevoli?

Messaggio da Venerabile Beda » mercoledì 11 maggio 2011, 13:40

Oppure inconsapevoli? Difficile a dirsi. Al di là del grado di consapevolezza, questo folle "gesto", di fatto irreversibile e dal carattere irrevocabile, è di solito posto in essere da persone giovani. Ci possono essere forme di suicidio indiretto, attraverso la droga, ovvero, veleni, che deliberatamente una persona assume, per creare un'illusione momentanea di apparente benessere... ma a che prezzo?? Danni psicofisici pressocché... permanenti... fino alla morte. Per me è incomprensibile questa follia. Ma come si fa? Fosse gratis, potrei anche "capirlo"... ma l'idea di pagare, per farmi del male, rimanendo praticamente a stomaco vuoto... è assurda. Da idioti. Se ho qualche soldo da spendere, mi faccio una mangiata come si deve bevendo su del buon vino, eventualmente fino a ubriacarsi un po', sì. Poi stop. Andare oltre, non è solo sbagliato: è stupido e da idioti, da ignoranti. "Ma io voglio mettere fine alla mia vita". Anche se questo fosse lecito (e non lo è, perché noi siamo usufruttuari della nostra vita... usufruttuari e amministratori delegati... che non è poco... ma il proprietario è Dio!!!!), non si capisce perché si debba pagare, per pervenire a questo folle risultato. Per cui se non è imbecillità questa, non so cosa sia! Se devo pagare, pago per stare bene! Per stare meglio. Non per stare male! [k-nooo] [k-nooo] [k-nooo]
E stare bene e stare meglio, non è dato da queste droghe, tutte trattate chimicamente, e che non danno più quei pochi benefici innati nelle erbe naturali, che si sarebbero dovute usare con saggezza, prudenza e buon senso (dietro prescrizione medica...); sono diventati semplici veleni, dove praticamente, nemmeno la breve illusione dello "star bene", esiste più...
Lo sballo...
Vuoi sballarti? Vai a vedere come diversi disabili, realizzano risultati che noi persone "normali", ci sognamo. Come quella ragazza, che avendo perso le braccia da bambina, invece di piangersi addosso e farsi del male, si è data da fare, e ha imparato a usare gambe e piedi, come fossero braccia e mani. E via discorrendo. Quella è una cosa da sballo: vedere una persona che riesce a scrivere (correttamente) coi piedi!!!! "La droga spegne il cervello"... Io credo che chi si droga, abbia il cervello già spento, nel momento in cui si droga la prima volta, quale che sia la droga. Può sembrare un OffTopic, ma non lo è: è un dato di fatto, che molti suicidi (consapevoli o meno), diventano tali, attraverso la droga. Ma in realtà sono tutti consapevoli. Perché inconsapevole, sarebbe solo chi non sapesse di assumere droga (caso molto raro); chi prende droga, anche una sola volta nella vita, sa, che prende veleno e morte. Non prendiamoci in giro. Quale che sia la droga.

Dice bene, Benedetto XVI, quando afferma che il mondo, con la secolarizzazione, cerca di escludere Dio... ma la sete rimane. Solo che alcune persone, invece di cercarLo con umiltà, sottomettendosi a Lui e alla Sua Legge, adeguandosi in silenzio e senza discutere... tentano (inutilmente), di dissetarsi con altre "bevande"... che ovviamente, non dissetano, aumentano la sete e portano alla morte: la droga, il materialismo, il relativismo ecc.


Solo attraverso la croce, si arriva alla vita e alla Resurrezione. Solo accettando con umiltà la sofferenza e la croce (fisica o spirituale), si trova equilibrio e serenità. È folle (e vano) cercare di respingere ciò che è fondamentale nella vita: la croce, il dolore, la sofferenza. Per pervenire dopo alla Resurrezione... Dopo!!!! Non ora. Che poi, anche ora, se si accetta la sofferenza, si trova subito la serenità, se si sta uniti a Cristo. Ma se uno per superbia, non riconosce la superiorità di Dio e della Sua Legge, e si mette a contrattare... prima o poi... cade nella trappola. Che sia la droga, che sia un pensiero sbagliato e scorretto.


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Re: Suicidi consapevoli?

Messaggio da CercodiTe » mercoledì 11 maggio 2011, 18:53

Cosa porta un essere umano a spegnere la ragione, ad annullare ogni cosa, è difficile da dire. La mancanza di fede, o forse, il non occuparsi per niente della fede, sicuramente contribuisce. Ma in questi casi, manca la speranza. È strano che proprio tra i più giovani, sia diffusa questa pazzia. Loro che non avendo i problemi della vecchiaia, hanno in teoria il tempo di migliorare molte cose della propria vita... tempo che le persone più grandi, non hanno più, o hanno in misura minore.



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Re: Suicidi consapevoli?

Messaggio da Venerabile Beda » mercoledì 11 maggio 2011, 20:29

Il non saper accettare (davvero e con serenità) la sofferenza, il dolore, la condizione umana, è indice di immaturità. Questo spiega perché spesso queste cose, colpiscono di più i giovani, che invece di abbracciare, gestire e affrontare la sofferenza, cercano di evitarla con illusioni. Alcuni giovani. Altri giovani infatti, con maturità e saggezza, abbracciano la croce, e se la portano "ridendo", vivendo con serenità. Ma la responsabilità dei giovani incapaci di gestire il dolore è anche dei genitori, che non educano al sacrificio, alla rinuncia, alla sofferenza. Sicché, quando la vita ti prende inevitabilmente a calci, sei del tutto impreparato ad affrontare ogni tipo di evento negativo. Essendo del tutto impreparati, si cerca rifugio nelle illusioni della droga, o in altre illusioni... che portano alla morte. Oppure, direttamente alla morte. Forse, ci si convince che "solo io sono così sfortunato", perché ci aspetta una vita felice (perché????????). Poi la vita felice, qui ovviamente non esiste, non si ha la maturità di capire, che questa e solo questa è la condizione umana (senza Cristo), e ci si suicida, perché si pensa di essere sfortunati. Oppure, si capisce che siamo tutti nella stessa barca, e non si accetta che la sofferenza, è parte fondamentale della vita. Non accettandolo, l'unica forma di... "protesta", è il suicidio. Ma come bene hai detto tu, questo avviene per chi non ha speranza. Poi ci saranno anche i casi, di debolezza psichica... Ma io penso che molti, sono casi di debolezza educativa... o nullità educativa. Della famiglia, in primis, in parte anche della scuola. Perché anche laicamente, non si ha l'onestà intellettuale, di riconoscere, che solo uno e soltanto uno nella Storia, ha affrontato e gestito la sofferenza: si chiama Gesù Cristo. La sofferenza, la croce, si affronta. Non si evita.


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