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Re: Cos'è la santità?

Inviato: domenica 8 maggio 2011, 17:49
da Venerabile Beda
Forse ho capito l'equivoco...
La volontà o la non volontà di Dio, non coincide necessariamente con ciò che è peccato e ciò che non lo è. Può, ma non è detto. Se la mattina esci di casa per fare una passeggiata, non è certo peccato, ma non è detto che sia volontà di Dio. E se vai a destra, farai una scelta; se vai a sinistra, ne farai un'altra. Ma Dio vuole che tu quella mattina esca? Vuole che tu vada a sinistra? Vuole che tu vada a destra? Nessuna delle 3 cose è peccato, ma fino alla tua morte, non saprai quale delle 3 è volontà di Dio. Così è per tutti e per tutto. L'uomo, non può conoscere la volontà di Dio nei dettagli. Quindi, non potendola conoscere nei dettagli, se quello che fa, non è male, lo si presume come volontà di Dio... ma non sapremo mai fino alla morte, se era una cosa che Dio voleva davvero, o l'ha permessa. E questo è il paradosso della fede: cercare di fare la volontà di Dio, senza conoscerla nei dettagli, e senza sapere a pieno, se è davvero volontà di Dio. Per serenità mentale, assumiamo che tutto quello che non è male, o se preferisci, che non è peccato, è volontà di Dio. Ma a ben guardare, non è detto. Lo si assume, per evitare elucubrazioni e acrobazie mentali, superiori alla psiche umana.

Quindi, la santità, è sì fare la volontà di Dio... ma non necessariamente nella piena consapevolezza... io alle volte, posso fare la volontà di Dio, senza sapere che sto facendo la volontà di Dio; così come a volte, posso anche credere di fare la volontà di Dio, ma in realtà, non sto facendo la volontà di Dio.

Il tema della volontà di Dio, è forse il più complesso in assoluto...

Re: Cos'è la santità?

Inviato: domenica 8 maggio 2011, 18:11
da Benedetto
Capisco.

Re: Cos'è la santità?

Inviato: mercoledì 11 maggio 2011, 8:17
da Benedetto
Ho trovato questo su Internet che mi sembra molto bello:


Ma cosa intendiamo per santità?
Anzitutto l’assenza di qualunque cosa possa sporcare, offuscare e degradare un essere totalmente perfetto come Dio. La santità è, dunque, tutto ciò che è contrario al peccato e alla colpa. Questa affermazione della santità è certamente vera, ma afferma qualcosa di Dio in senso negativo, in quanto dice ciò che la santità non è, o almeno ciò che non ha a che fare con la santità. Ma non dice ancora cosa sia la santità in se stessa. In senso positivo, potremmo dire che la santità è tutto ciò che costituisce l’esclusività assoluta di un essere, di ciò che lo rende unico, irripetibile e ineguagliabile.
In tal senso, santo significa separato da tutto ciò che non rende l’essere ciò che deve essere, poiché la santità è unicità senza uguali.

Nella Bibbia, Dio è il tre volte Santo, ossia il separato totale ed infinito. Separato anzitutto dalla sua creazione, poiché Lui è il Creatore che ha donato l’essere e la vita sia al mondo spirituale degli angeli sia al cosmo. Nel primo caso, Dio ha posto in essere delle creature puramente spirituali e sommamente intelligenti, dotate di libertà assoluta, ma rimane totalmente altro rispetto a loro, tanto che lo scopo delle creature angeliche è quello di servire Dio, ossia di accettare di essere radicalmente orientate a Lui per la manifestazione della Sua gloria. Quindi, esse sono totalmente dipendenti da Dio, e Dio rimane totalmente altro da loro. Nel caso del cosmo, questo è ancor più separato da Dio in quanto Lui è puro Spirito, mentre la sua opera non solo esprime la materia o è immersa nella materia ma è la materialità in senso pieno.
Questa lontananza radicale dell’essere di Dio da quello delle sue creature, impedisce che vi sia mescolanza o confusione fra il Creatore e la sua opera. Tuttavia, è proprio a causa di questo distacco fra Dio e il mondo, che possiamo parlare tanto di santità, quanto di provvidenza. Dio non è confuso col mondo e questo non è una parte di Dio; perché Dio rimane Dio e il mondo, mondo. Ed è in virtù di questa separazione che possiamo parlare di santità ossia di unicità delle creature. Ma questa separazione non impedisce a Dio di interessarsi del mondo e quindi di intervenire nel mondo, affinché esso sia ciò che debba essere, ciò che Lui vuole che il mondo sia: semplicemente se stesso, nella più nuda e schietta originalità di come Lui l’ha pensato e voluto. In tal senso, Dio non può tollerare che l’opera delle sue mani sia distolta da ciò che debba essere, o sia radicalmente orientata ad altro da ciò che Lui desideri. Qualora così avvenisse, a causa della sovrana libertà dell’uomo, la creazione stessa, non potendo andare contro se medesima – ossia contro il suo divino Creatore –, si ribellerebbe contro chi l’ha violata e violentata. È quello che il linguaggio della Bibbia esprime con il termine fantasioso, ma sicuramente efficace di “giorno dell’ira di Dio”. Ne consegue che l’uomo, anche se, di fatto, ne ha la possibilità, non ha il diritto di sconvolgere le leggi fondamentali della natura, manipolando la vita o annullando la dignità di altri esseri. Inoltre, la felicità dell’uomo consiste nel vivere la sua unicità esclusiva, la sua santità e non camuffarsi nell’anonimato della massa depersonalizzante. L’attuale tendenza che mira a gonfiare l’orgoglio individuale per poi annullare la singolarità e la dignità dell’individuo, rendendolo numero, riducendolo a consumatore o ad amorfo soggetto sociale, è quanto di più lontano vi sia dalla santità che Dio vuole per i suoi figli. Ogni tentativo di inquadramento, livellamento o appiattimento della persona, delle sue caratteristiche, delle sue peculiarità, di quelle ricchezze che gli sono state donate dal suo Creatore, anche se animato da sante intenzioni, è parte di quel progetto diabolico che pretende allontanare l’uomo e il mondo dalla felicità che è poi la loro stessa santità. La massificazione in atto nelle nostre società e l’attrazione che essa esercita presso tantissimi popoli, conduce solo allo smarrimento della coscienza, alla perdita dell’integrità personale, all’offuscamento della volontà (salvo eccitarla con gli appetiti della vanagloria) nonché alla confusione circa la propria realtà personale. Per questo, solo l’intervento provvidenziale di Dio, invocato e desiderato, può ricomporre il mosaico della nostra identità perduta, facendoci riscoprire il fascino della santità.

Don Giuseppe Pelizza SDB