Sicuramente intesa così, non è un'offesa Dio. Il problema è che il confine tra l'esaltazione della Misericordia e della grandezza di Dio, e questa eresia, è... sottilissimo e sfumato.
Un atto "finale" di Misericordia di Dio, deve necessariamente coesistere con la Giustizia di Dio (le dimensioni di Dio sono Giustizia e Amore). L'Apocatastasi, come anche la più recente eresia, considera Dio solo Amore. E l'Amore, senza Giustizia, è ingiusto. Non solo sul piano teologico o filosofico, ma anche in termini concreti: incesti, omosessualità, adulterio, e forse per alcuni aspetti, anche pedofilia, possono essere qualificati come esempi di amore ingiusto e sbagliato.
In Dio non ci può essere questo. Se a tutti toccasse la stessa sorte sarebbe assolutamente ingiusto. Ma cos'ha da spartire Giovanni Paolo II il grande, con Hitler o con Stalin? Ma tu te lo sai immaginare uno come Hitler in Paradiso? Io no.
Ma a parte queste considerazioni di logica e buon senso, è la Scrittura, in particolare il Vangelo, a dire chiaramente, che le condizioni finali, sono 2, e sono eterne: basti pensare alla parabola di Lazzaro e il ricco egoista.
Poi alla fine, il giudizio di Dio, che si esplica in Cristo, è a Sua totale discrezione. Dice infatti san Paolo:
Egli infatti dice a Mosé:
Userò misericordia con chi vorrò,
e avrò pietà di chi vorrò averla.
Romani 9,15
San Giacomo, afferma che:
il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio.
Giacomo 2,13
Che non significa: me ne frego della Legge di Dio, perché la misericordia ha la meglio. La misericordia ha la meglio, se uno ha usato misericordia. È diverso. Ora, uno come Hitler, quando avrebbe usato misericordia, perché gli sia usata misericordia? Alla fine, questo è importante: cercare di osservare la Legge di Dio, che include la misericordia verso gli altri. Le parti più importanti della Legge dice Cristo, sono: "Giustizia, Misericordia, Fedeltà".
E inoltre...
43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44 In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45 Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47 Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Luca 12,43-48
E molti si creano l'alibi dicendo: "Ma io non uccido, non rubo, non picchio il prossimo"... Giovanni apostolo chiarisce:
Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!
Apocalisse 22,15
I cani, sta per... cattivi. Non basta non uccidere, non picchiare e non rubare cose materiali per entrare nel Regno di Dio. Quella è la base, ma non basta. E forse, è più tollerabile il furto di qualche bene materiale, in caso di necessità (fame), che non il "furto" di una persona (adulterio).
Poi solo Dio sa, e userà misericordia con chi vorrà... e con chi non vorrà, non la userà, a Sua totale discrezione. Ma questo non c'entra con l'Apocatastasi.
Circa il discorso della condizione eterna...
Il Vangelo lo chiarisce:
47 Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel Regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, 48 dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Marco 9,47-48
Dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue, è una perifrasi che indica chiaramente una condizione che non finisce mai. In una condizione limitata, il verme morirebbe, e il fuoco si estinguerebbe.
Il Vangelo dice chiaramente (non solo qui, ma anche altrove), che l'Inferno è eterno. La condanna è eterna. Così stanno le cose.
Chi non crede nel Vangelo, come afferma Giovanni Paolo II il grande, non è cristiano.
Circa satana, e perché "non si converte"... dovresti leggere l'argomento sul problema delle origini del male. In sintesi, lo spirito, è per sua natura, immutabile. Ma soprattutto, la stessa Scrittura afferma che:
E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.
Apocalisse 20,10
La bestia è l'anticristo escatologico. Come detto altrove, questa è Parola di Dio, e se è Parola di Dio, è Parola di Dio. Per i secoli dei secoli, significa in eterno.
Così stanno le cose.
Anche perché dimentichiamo sempre la questione libero arbitrio: in definitiva si danna, chi non si vuole sottomettere con umiltà a Dio e alla Sua Legge. Punto. Satana, è l'angelo ribelle, che si è ribellato, perché non si è voluto sottomettere alla volontà di Dio Padre, che voleva che Suo Figlio, vero Dio, diventasse vero uomo. Se satana, si fosse sottomesso con umiltà alla volontà di Dio Padre, riconoscendo l'assoluta sovranità di Cristo, non sarebbe diventato malvagio. Lui non si è voluto sottomettere. E Dio rispetta questa sua scelta, nonostante tutto. Ferme restando le conseguenze. Così è per i dannati. I dannati non si vogliono sottomettere a Dio e alla Sua Legge. Quindi è evidente, che la condizione è necessariamente eterna.
Non si può perdonare chi non è pentito.
Ulteriore prova a carico dell'assurdità dell'Apocatastasi: hai mai provato ad aiutare qualcuno che non si vuole fare aiutare? È impossibile.