Cosa significa perdonare?


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Cosa significa perdonare?

Messaggio da Lilly » sabato 18 dicembre 2010, 10:04

Cos'è esattamente il perdono?
Perdonare non è la stessa cosa che dimenticare. Quando si dimentica, infatti, non è nemmeno più possibile perdonare, perché non resta semplicemente più niente da perdonare.
Negare?
Perdonare non è il rifiutare di riconoscere la colpa o negarla. Non si guarisce da una malattia cancellandola dal dizionario.
Perdonare non è mai mettersi al di fuori della verità. Qualche volta, minimizzare è un consiglio che ci viene da un ambito spirituale.
Perdonare, dicono alcuni, è praticare l'amore fraterno a un punto tale che si rinuncia a tutte le esigenze, le aspettative e le condizioni con cui ci si augura di rifornire il perdono. È lasciar trionfare la carità fino ad annullare l'offesa.
Ma ciò non è in sintonia con la verità. Ora, l'amore è verità. Quello che invece là si esalta, è una spiritualizzazione a oltranza, è una falsa religiosità.
Ciò che è completamente trascurato all'occorrenza, sono le emozioni.
La religione non consiste nell'eliminare i sentimenti, nell'annientare ciò che inquieta il cuore.
Le emozioni sono da rispettare perché sono buone in sé. La questione è di sapere come mettervi ordine e come permetter loro di manifestarsi.

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Re: Cosa significa perdonare?

Messaggio da Venerabile Beda » sabato 18 dicembre 2010, 14:09

Molto bella questa riflessione Lilly!
Perdonare, direi che è semplicemente dare un'altra possibilità. Cosa che dobbiamo sempre cercare di fare. Senza però essere "ingenui". Perdonare, dare un'altra possibilità, non significa necessariamente mettere le persone nelle condizioni di farci nuovamente del male. Infatti, come dici tu, perdonare, non è dimenticare, ma ricordare; senza far pesare certo, ma prendendo tutte le contromisure possibili per evitare ulteriori danni, nel caso si siano danni avuti o potenziali.
La Scrittura insegna. E la vita lo conferma. Basti pensare alla storia di Giuseppe (abbordato da una donna sposata... lui la respinge essendo tale, e lei lo accusa falsamente di averci provato; lo stesso Giuseppe, simula un furto subìto, per mettere alla prova i fratelli, accusandoli di aver rubato).
Cito questi esempi, perché a volte, esiste anche la falsa richiesta di perdono. Io ti chiedo perdono, solo per carpire ancora la tua fiducia, per poi farti del male. Anche questo accade. Ecco perché dobbiamo seguire il Vangelo nella sua interezza. Per cui: sempre pronti a perdonare... semplici... ma avveduti come i serpenti.
Qualcuno, potrebbe chiedermi perdono, invitandomi a casa sua. Io ingenuamente ci vado, e poi quella persona sparge la voce che ho rubato un oggetto in casa sua (Scrittura docet). Ma chi conosce la Scrittura, non cade in questi tranelli. Purtroppo, dobbiamo fare i conti anche con questo aspetto a volte. Ecco perché, si deve perdonare 70 volte sette (se il tuo fratello dice: "Mi pento"), ma si deve essere come i serpenti. Trovare il giusto equilibrio tra questi due aspetti, è qualcosa che si avvicina vagamente, a quella che chiamiamo... perfezione. Cosa impossibile in questa dimensione. Ci possiamo solo avvicinare il più possibile.


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Re: Cosa significa perdonare?

Messaggio da Cielo » domenica 19 dicembre 2010, 19:40

Il perdono è importante. Se si vuol essere perdonati, bisogna perdonare. Dio sempre perdona chi si rivolge a Lui. Io cerco di perdonare, ma trovo difficile farlo con chi si ostina a farti del male, per questo confido nella Misericordia di Dio.


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Re: Cosa significa perdonare?

Messaggio da Venerabile Beda » domenica 19 dicembre 2010, 20:04

Come già riferito in altro argomento, fermo restando il perdono inteso come non portare rancore, non portare odio (assolutamente doveroso da parte nostra, in ogni caso e in ogni circostanza), circa l'aspetto del dare materialmente un'altra possibilità a una persona (poste le opportune contromisure per evitare danni a priori, come qui riferito [cristiani sì, ma non fessi, diceva un mio vecchio amico sacerdote]), questo è subordinato al "Mi pento" espresso da chi sbaglia, come attesta il Vangelo: «Se dice: "Mi pento", tu gli perdonerai». Alla luce di questo, se qualcuno si ostina a farci del male (in senso oggettivo, e non per nostre "paranoie"), è evidente, che costui non ha diritto al perdono, né noi abbiamo il dovere di darlo. Il nostro dovere, rimane circoscritto al non odiare, e al non portare rancore. Certo, come già detto altrove, perdonare in queste condizioni, diventa un lascia passare formidabile; ma se c'è un'ostinazione nel male da parte dell'altra persona... non so come dire... attenzione a non superare il confine tra una carità a 360 gradi, ammirevole, buona e giusta... con la dabbenaggine. Non so se riesco a spiegarmi. Se c'è un'ostinazione oggettiva nel male, come dice il Vangelo, si scuote la polvere dai piedi... ovvero, si interrompe ogni rapporto, senza guardare Natale, Pasqua, lutti o nascite. Fuori da questo caso limite, dobbiamo sempre cercare di perdonare. Ma chi si ostina nel male (hai usato questo verbo, presumo con cognizione di causa), non viene perdonato nemmeno da Dio (vedi Bestemmia contro lo Spirito). Dico questo, perché devi stare serena. Se qualcuno sbaglia con te, il problema non è tuo. È suo. Il problema è di chi sbaglia, non di chi subisce il torto. Il problema è tuo, quando sei tu a sbagliare. Carità sì, e priorità ad essa. Ma se uno si ostina nel male, Dio non perdona (sicuramente no, nel caso di male gratuito "senza senso"; diverso è il discorso "debolezza".), Tanto meno dobbiamo perdonare noi. Fuori da questo caso limite (forse raro, ma esistente), dobbiamo sempre cercare di perdonare, possibilmente dando un'altra possibilità; ma chi ha sbagliato si deve scusare, ovvero, deve dire: "Mi pento", come richiede il Vangelo. E se dice "Mi pento", non ci può essere ostinazione nel male. Altrimenti è un falso "Mi pento".


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Re: Cosa significa perdonare?

Messaggio da Cielo » domenica 19 dicembre 2010, 21:51

Grazie delle tue parole Beda [k-bacio]


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