Lettera di Paolo ai Galati


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Benedetto
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Lettera di Paolo ai Galati

Messaggio da Benedetto » lunedì 6 dicembre 2010, 15:24

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati

14 Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 15 Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. 16 E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio.
Galati 6, 14-16
Gradirei le vostre riflessioni su questo brano.
Cosa vuol dire che mi vanto di Gesù Crocifisso?



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Venerabile Beda
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Re: Lettera di Paolo ai Galati

Messaggio da Venerabile Beda » lunedì 6 dicembre 2010, 20:45

Bisogna contestualizzare…
Riporto l’intero brano nella sua interezza, con il testo della nuova traduzione CEI:
11 Vedete con che grossi caratteri vi scrivo di mia mano. 12 Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. 13 Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la Legge; ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla nostra carne. 14 Quanto a me invece non ci sia altro vanto che la croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 15 Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. 16 E su quanti seguiranno questa norma, sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. 17 D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo. 18 La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Galati 6,11-18

Si tratta della costante battaglia di san Paolo contro chi sosteneva che non bastasse la fede in Cristo Gesù, per essere cristiani, ma fosse necessaria la circoncisione. Alcuni “credenti in Cristo”, provenienti da Israele, benché appunto credenti in Cristo, riponevano la loro fede più sulla circoncisione che in Cristo “vantandosi” dunque della circoncisione, anziché di Cristo, e della croce di Cristo. Come dice lo stesso Paolo, “scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani”. Fino al punto di importunare anche i cristiani provenienti dai pagani, dicendo loro che era necessario farsi circoncidere. Cosa in aperto contrasto con le decisioni prese dal Concilio di Gerusalemme, il primo Concilio della Storia. (Vedi Atti). A questo si aggiunga la visione assolutamente cristocentrica di Paolo: Cristo il centro di tutto. Su questa base, il vanto, anche per chi proveniva dal Giudaismo, non poteva essere certo la circoncisione, ma la fede in Cristo. Paolo quindi, dichiara apertamente di riporre il proprio vanto nella croce di Cristo, e non nella circoncisione, pur essendo egli ebreo. Egli considera irrilevante la circoncisione, rilevando l’inefficacia della Legge, se questa non è subordinata alla Grazia e alla Verità di Cristo. In perfetto accordo con l’evangelista Giovanni, per tornare a un periodo più attuale (Avvento – Natale):
A quanto però Lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel Suo nome,
i quali non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.

Perché la Legge fu data per mezzo di Mosé,
la Grazia e la Verità, vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Giovanni 1,12-13;17

In breve, gli “avversari” di Paolo, sostenevano (sostanzialmente) che la Grazia e la Verità venissero dalla Legge. Dando la loro fiducia al sangue e alla carne di cui parlava Giovanni. Mentre invece, come attesta il Vangelo, Grazia e Verità vengono da Cristo, completando, e dando la corretta interpretazione della Legge (interpretazione autentica data dal Verbo di Dio fatto uomo). E si rileva l’assoluta irrilevanza del sangue e della carne (circoncisione, legami di sangue, paternità, maternità, discendenze ecc.), perché i credenti in Cristo, “da Dio sono stati generati”, non da sangue o da carne o volere di uomo. Notare, che la benedizione invocata sull’Israele di Dio, non si riferisce a Israele. Per Paolo, l’Israele di Dio, è la Chiesa, l’insieme dei credenti in Cristo, il nuovo Israele. È evidente infine, che il cristocentrismo di Paolo, si esplica nella croce, tappa obbligata della salvezza in Cristo. E di questo e in questo lui si vanta. Non a caso, san Paolo, è il primo stigmatizzato della Storia, come attesta il citato brano. Ciò nonostante è ben consapevole, che la croce, fondamentale, è comunque una tappa, in quanto l’esito è la Risurrezione. Il suo vantarsi della croce di Cristo, è un volersi ritrovare con Lui nella Resurrezione.


Il Venerabile Beda

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Noi, siamo sfacciatamente di parte e ce ne vantiamo!

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