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Riflessioni su croce, profezia, testimonianza...

Inviato: sabato 6 novembre 2010, 10:56
da Venerabile Beda
È il Vangelo a dire di non giudicare.
Non un monsignore. Ma anche ammettendo che nel fare queste esternazioni, noi non si giudichi: "dai frutti potete riconoscerli".
E non mi risulta, nella Storia, nessuna conversione scaturita da un "rimprovero" o simile in termini personali. Viceversa, ne risultano da predicazioni di carattere generale.
Poi si fa molta confusione.
La vocazione profetica del battezzato, non è sinonimo di predicazione a parole, ma di predicazione coi fatti: testimonianza. Infatti la Confermazione (del Battesimo), ci rende Testimoni di Cristo Risorto.
Con la predicazione a parole, ci si deve andare molto piano. Perché se quell'incarico viene davvero da Dio, faccio bene, ma se per caso, credo di aver ricevuto quell'incarico da Dio, e non l'ho ricevuto da Dio, passerò guai. Molto seri.
Geremia 14,15
Perciò così dice il Signore: «I profeti che predicono in mio nome, senza che io li abbia inviati, e affermano: Spada e fame non ci saranno in questo paese, questi profeti finiranno di spada e di fame.
Ribadisco: non è rivolto a te, ma in generale.

E questo:
Geremia 23,14
Ma tra i profeti di Gerusalemme
ho visto cose nefande:
commettono adultèri e praticano la menzogna,
danno mano ai malfattori,
sì che nessuno si converte dalla sua malvagità;
per me sono tutti come Sòdoma
e i suoi abitanti come Gomorra».
Dove si capisce che il profeta, prima di ogni cosa, deve essere un testimone silenzioso e discreto, alla luce del Nuovo Testamento.

E ancora:
Geremia 23,21
Io non ho inviato questi profeti
ed essi corrono;
non ho parlato a loro
ed essi profetizzano.
E inoltre:
Ezechiele 22,28
I suoi profeti hanno come intonacato tutti questi delitti con false visioni e oracoli fallaci e vanno dicendo: Così parla il Signore Dio, mentre invece il Signore non ha parlato.
E altro ci sarebbe da aggiungere, ma non è il caso di allungare troppo.

Se uno ha davvero esplicitamente ricevuto un incarico di profezia, direttamente da Dio, bene. È cosa buona e giusta che lo faccia.
Ma se uno non ha questa assoluta certezza, è bene che stia al suo posto.

Infine, la correzione fraterna. Sì giusto. Ma questa, nella nostra epoca, si può porre in essere solo e soltanto con chi si è in grande intimità.
Con un vero amico. Altrimenti, ribadisco, mi pare normalissimo e giusto, che ti mandino, mi mandino a quel paese. Così è nel nostro tempo.

Come diceva Hugo: "Dio stesso ha il pudore di giudicare, e noi ci permettiamo di farlo?".

Poi, come giustamente dici tu, segui la tua coscienza.
Io faccio altrettanto: evito il più possibile di giudicare e comunque di infastidire il prossimo.

Del resto la prima parte dell'ama il prossimo tuo come te stesso, si esplica col non importunarlo.

E in ogni caso, dalla Bibbia, risultano interventi di profeti, nei confronti di Re, di persone particolari. Ma mai nei confronti di persone qualsiasi in termini individuali. La predicazione dei profeti, è ordinariamente generale. Eccezionalmente, individuale. Ma individuale, verso Davide, verso i Re. Non verso il semplice "suddito", o cittadino.

Quanto a Famiglia Cristiana, per prudenza e per interesse suo, è bene che stia al suo posto, a meno che non abbia prove certe e oggettive di alcuni fatti.
Alcuni mesi fa, Bertolaso, è stato ingiustamente accusato di fatti infamanti. Dopo le indagini della Magistratura, è risultato più pulito di una camicia di seta bianca nuova. Prudenza. Adesso giustamente, si prende la sua meritatissima pensione. E fa bene. Perché non ce lo meritiamo uno bravo come Bertolaso. Ma qui andiamo troppo Off Topic...
C'è un argomento dedicato, se interessa. Ma forse non è tanto Off Topic, perché anche lui, si è dovuto portare la croce, di una ingiusta accusa.
Ci vuole molta prudenza. Una parte di giornalismo, gonfia, altera (se volontariamente o involontariamente, non lo so). E alcuni magistrati, cercano di farsi pubblicità (coincidenza o ricercata? Non lo so). Una sola cosa è certa: niente prove, niente accuse. Prove certe, oggettive, pubbliche e indiscutibili. E non basate su testimonianze di gente che si rileva sempre più inaffidabile e inattendibile, in virtù delle moltissime bugie e frottole, che raccontava ai suoi amici. Chi mente ai propri amici, come può dire la verità agli altri?

Ma qui si va davvero Off Topic. Basta.

Re: Riflessioni su croce, profezia, testimonianza...

Inviato: sabato 6 novembre 2010, 15:19
da Benedetto
Per l'istruzione di chi legge, mi permetto di trascrivere semplicemente quello che dice il Catechismo sulla missione profetica dei laici:

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La loro partecipazione (dei laici) all'ufficio profetico di Cristo

904 “Cristo. . . adempie la sua funzione profetica. . . non solo per mezzo della gerarchia. . . ma anche per mezzo dei laici, che perciò costituisce suoi testimoni” dotandoli “del senso della fede e della grazia della parola”: [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 35]

Istruire qualcuno per condurlo alla fede è il compito di ogni predicatore e anche di ogni credente [ San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 71, 4, ad 3].

905 I laici compiono la loro missione profetica anche mediante l'evangelizzazione, cioè con l'annunzio di Cristo “fatto con la testimonianza della vita e con la parola”. Questa azione evangelizzatrice ad opera dei laici “acquista una certa nota specifica e una particolare efficacia, dal fatto che viene compiuta nelle comuni condizioni del secolo”: [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 35]

Tale apostolato non consiste nella sola testimonianza della vita: il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare Cristo con la parola, sia ai credenti... sia agli infedeli [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 6; cf Id., Ad gentes, 15].

906 Tra i fedeli laici coloro che ne sono capaci e che vi si preparano possono anche prestare la loro collaborazione alla formazione catechistica, [Cf ⇒ Codice di Diritto Canonico, 774; ⇒ 776; ⇒ 780] all'insegnamento delle scienze sacre, [Cf ⇒ ibid. , 229] ai mezzi di comunicazione sociale [Cf ⇒ ibid., 823, 1].

907 “In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona” [Cf ⇒ ibid., 823, 1]

Riflessioni su croce, profezia, testimonianza...

Inviato: sabato 6 novembre 2010, 16:34
da Venerabile Beda
Dal che si deduce sostanzialmente, come l'attività "profetica", ovvero evangelizzatrice dei laici, basata sulla parola, ferma restando la testimonianza, riguardi la sede catechetica. Ciò si evince soprattutto da 906 e seguenti. E deve essere compiuta nelle comuni condizioni del secolo. Dove quindi nel nostro tempo, è del tutto inopportuno, che un laico, un sacerdote, un vescovo, o il papa, si permetta di entrare nella sfera privata di una persona, e dirgli cosa deve e cosa non deve fare. A me non risulta che il papa abbia detto qualcosa a qualcuno in termini individuali. Se non a richiesta. (Celebre il giovane francese, che chiamò Giovanni Paolo II il grande). Forse è avvenuto, ma il fatto è rimasto tale, privato. Ovvero segreto.

Quindi, non è che il laico non può e il sacerdote può. Non può nessuno entrare nel privato, se non a richiesta. Io stesso sono testimone di un sacerdote incauto e troppo fervoroso, che fece una predica personale (non richiesta) a un ragazzino per come trattava il padre, non sapendo che il padre picchiava di brutto questo ragazzino. A livello di denuncia. Quel sacerdote successivamente, si dovette scusare, con le lacrime agli occhi e in ginocchio. Penso che abbia imparato la lezione: prudenza; solo Dio può giudicare. A meno che Dio, come a padre Pio, non ci abbia dato il dono di leggere nei cuori, e di conoscere i retroscena che altrimenti non conosciamo.

Questo non lo può fare nemmeno il papa. Se non altro, perché non tutti siamo cattolici, non tutti siamo cristiani, non tutti siamo credenti.

Ma cosa più importante...
Se oggi si consentisse a Tizio persona giusta, di sindacare sulla vita personale di altri, domani, si dovrebbe consentire a Caio, persona ingiusta di sindacare sulle stesse vite. Un rischio troppo pericoloso.
Chi stabilisce cosa è giusto? Si può obiettare, il cristiano lo sa cosa è giusto, se segue il Vangelo. È vero. Ma se si dovesse consentire a Tizio di importunare le persone a fin di bene, non si potrebbe, ai fini del diritto, impedire di importunare le persone a fini di male. Non si possono usare due pesi e due misure.
Il reato di Stalking non è che è tale se io ti importuno a fin di male.
È tale se ti importuno. Punto.

Ma al di là del reato, a me non va proprio che qualcuno dica qualsiasi cosa sulla mia vita. Oggi potrebbe essere detta una cosa giusta sulla mia vita; domani potrebbe essere detta una cosa totalmente sbagliata.
Dio per questo ci ha dato la coscienza, nonché la libertà. Compresa la libertà di ascoltare i pareri solo delle persone che diciamo noi. E tra queste, solo a richiesta specifica. Non credo che altri esseri umani, abbiano il diritto, di violare questa libertà, dono di Dio.

Il credente, deve testimoniare prioritariamente con la vita erga omnes. Con la parola, deve testimoniare, se occorre: nella parrocchia (catechesi), in un forum di orientamento cattolico, ecc. Con chiunque... a richiesta.

Così è nel nostro tempo. Così esige la prudenza, e la Carità, se non altro, perché, ribadisco, non conosciamo i retroscena.

Qualche decennio fa, l'adulto, se vedeva un bambino o un ragazzino comportarsi male, poteva rimproverarlo. Se uno prova a farlo oggi, prima, viene caricato di bastonate dal ragazzino. Poi viene suo padre, e ti dà le altre. E se parli ancora, te le dà pure sua madre e tutto il parentado finché non taci. Ma non perché hai affermato la Verità di Cristo. Ma semplicemente perché hai parlato sulla loro vita. Non sanno nemmeno cosa gli stavi dicendo. Così è il nostro tempo.

Re: Riflessioni su croce, profezia, testimonianza...

Inviato: sabato 6 novembre 2010, 18:25
da Benedetto
Hai ragione nel descrivere il mondo.
Oggi basta un niente per farsi aggredire. Il mondo d'oggi è così.

Io però non adeguo il Vangelo al mondo.
Io ho sempre pagato di persona.
Sarà anche sbagliato e non cerco giustificazioni.
Mi ricordo quando in Francia portavo i barboni in casa e la gente mi odiava perché pensava che io ero un omosessuale.
Oppure quella volta che ho avuto il coraggio di tener testa a un personaggio di fama nazionale che nel paesino dove abitavo io dettava una sua legge mafiosa.
Me l'ha fatta pagare cara. E dire che lui si definiva un cattolico (di quelli che non vanno nemmeno mai a Messa).
Sbaglierò sicuramente, ma io dico che se i martiri si fanno ammazzare perché hanno il coraggio di andare a predicare il Vangelo tra gente di altra religione, non vedo perché io non dovrei difendere ogni tanto un pochino la giustizia (che ormai non c'è più) tra gente che dice di avere la mia stessa di religione.
Purtroppo, come vedo, siamo allo sfacelo più totale. Moralmente, ideologicamente e quant'altro.
Io non vedo affatto i testimoni della fede. Li ho cercati tutta la vita e so per certo che non c'erano (come ho già raccontato fin troppo abbondantemente).
Per me, il mondo ateo come quello credente sono allo sbando.
E dire che io non vado a cercare la falla con la lente d'ingrandimento. Non accuso nemmeno direttamente nessuno dei suoi peccati. Faccio discorsi generici. Di quelli però che danno fastidio.
Siamo nella giungla, con la legge del più forte.
Per me, è un mondo andato.
Ci sarà senz'altro un piccolissimo resto di fedeli coerenti al Vangelo, ma nella massa spariscono.
Il resto, appena sente odore di guai, scappa a gambe levate.
Tu dici che è menefreghismo. Io penso che forse è più la paura di rimetterci qualcosa.

Re: Riflessioni su croce, profezia, testimonianza...

Inviato: sabato 6 novembre 2010, 18:42
da Venerabile Beda
Ribadisco, che quanto da te espresso, c'entra molto poco con il Vangelo e con il Cristianesimo. Non è che se sei scintoista, ed entri nel privato altrui, ti si mettono i tappeti rossi, e se sei cristiano no. Bisogna sempre rispettare la sfera privata altrui. È entrare nello spazio altrui che è sbagliato, se la persona che abbiamo davanti non ci vuole fare entrare. Qualsiasi cosa noi si porti: Vangelo, Corano, Veda o Enciclopedia Treccani.

Quanto al fatto che sia tutto allo sfacelo, questa è una tua opinione.
Io non ho una mia opinione in merito. Come già detto, so che solo Dio può avere piena e reale contezza del Bene e del male. Lui sa. Noi non sappiamo proprio nulla, e quando sappiamo o crediamo di sapere, sappiamo anche male, perché, tra le altre cose, non conosciamo i retroscena. Noi possiamo avere contezza di una o al massimo di qualche fattispecie. Non dell'andazzo generale, globale.
Io vedo il male, ma vedo anche il Bene, e non poco, e non poco efficace.
Una coppia di miei carissimi amici (ma questo è solo un banale esempio), da anni assiste ogni sabato (ma da anni)... un disabile.
Questo è un esempio banale. Non siamo noi il metro, non scegliamo noi il metro, e se lo facciamo molto facilmente sbagliamo.
C'è già un Giudice, competente, che ha piena contezza del Bene e del male, conoscendo tutti i retroscena, che noi non conosciamo.

C'è un male evidente e un male silente.
C'è un Bene evidente e un Bene silente.

Solo Dio sa e solo Gesù Cristo può giudicare, e intervenire, se crede, nella vita altrui. Noi al massimo arriviamo alla punta dell'iceberg. E spesso, alla punta della punta dell'icerberg. Prendendo cantonate colossali. A volte, anche quello che qui a noi, sembra male, in realtà è Bene, come diceva padre Pio.

La vita è come un ricamo.
Da sotto, noi vediamo il rovescio del ricamo; che è brutto, e diciamo: "Ma che sta combinando? E tutto storto!". Ed è vero.
Ma da sopra, dal dritto, sta venendo un capolavoro.

Dio sa.
Non sta a noi giudicare il ricamo.
Noi dobbiamo dire solo come si fa. Perché chi lo vuole sapere, lo deve poter sapere. E chi non lo vuole sapere, è libero di non ascoltarlo.
E chi pur sapendolo, lo vuole fare a modo proprio, è libero di farlo.
Perché siamo stati creati liberi. Liberi di scegliere il male, e di rifiutare il Bene. Liberi di scegliere il Bene e di rifiutare il male. Pagandone certamente le conseguenze. Ma questa libertà, data da Dio, non può essere tolta da nessuno a nessuno.

La predicazione del Vangelo, non è obbligare la gente a conoscerlo.
Ma mettere la gente nelle condizioni di conoscerlo. Che è cosa diversa.
E chi non lo vuole conoscere, deve essere rispettato, perché Dio rispetta le scelte dell'uomo, giuste o sbagliate che siano. Ferme restando le conseguenze.