Fonti storiche riguardanti l'esistenza di Gesù
Inviato: martedì 2 novembre 2010, 8:00
La storicità di Gesù
La Palestina, una terra posta tra il Libano ed il mar Rosso, laddove l'oriente s'incontra con l'occidente. L'ombelico del mondo. La terra di Canaan o il Paese d'Israele, com'è chiamata nell'Antico Testamento. Una striscia della mezzaluna fertile che in quattromila anni è stata percorsa in lungo ed in largo da popoli ed eserciti in marcia. Qui, è cominciata quattromila anni fa, la Storia della Salvezza.
Ed in questa terra santa, e cara alle tre religioni monoteistiche, si svolge, nell'arco di poco più di trent'anni, la vicenda storica di Gesù di Nazareth.
La storicità di Gesù è ormai riconosciuta da tutti: credenti e non credenti. Su di lui abbiamo varie attestazioni storiche. Già Tacito negli Annali (XV,44), parlando della persecuzione dei cristiani voluta da Nerone, accenna pure all'esecuzione capitale di Cristo ordinata dal Procuratore Ponzio Pilato.
La sua testimonianza è confermata, verso il 112, da Plinio il Giovane, che in una lettera all'imperatore Traiano (Ep. X, 96.), riferisce che i cristiani di Bitinia durante le loro funzioni religiose, solevano cantare un inno a "Christo quasi Deo", Cristo quasi Dio.
Lo storico ebreo Giuseppe Flavio, trasferito a Roma in seguito alla conquista di Gerusalemme, nelle sua opera storica "Antichità Giudaiche" (XX,9,1. ), chiama Giacomo il minore, uno degli apostoli, "fratello di Gesù, che è detto Cristo".
A parte un'altra attestazione dello stesso storico, ma di dubbia autenticità, chiamata "testimonium Flavianum" ed altre citazioni di Svetonio, ci sono delle fonti ebraiche dirette, la Mišnah e il Talmud che raccolgono tradizioni ebraiche antiche, messe per iscritto dal secondo al quarto secolo. Qui Gesù viene menzionato una decina di volte. Ma si tratta di tradizioni che dipendono dalla polemica anticristiana, per cui, pur essendogli riconosciuta la capacità di "sedurre il popolo", Gesù è accusato di esercitare la magia.
Ma le fonti ed i documenti fondamentali per ricostruire la vicenda e l'immagine di Gesù, sono i testi del canone cristiano: una raccolta di scritti in greco che vanno dagli anni 50 a seguire. Sono i Vangeli, le lettere di san Paolo e le lettere Cattoliche. Essendo stati scritti da discepoli di Gesù e da cristiani per altri cristiani, essi rappresentano indubbiamente la documentazione più antica ed ampia dedicata alla figura, alla missione ed al messaggio di Gesù. "Non c'è persona che non abbia qualche nozione o informazione su Gesù. Sia la cultura corrente, sia la frequentazione di una chiesa cristiana, sia la lettura dei Vangeli o d'altri libri del Nuovo Testamento, consentono a ciascuno di avere un minimo di nozioni intorno a questo personaggio davvero unico nella Storia (Giuseppe Ghiberti, Il lungo dibattito del Nazareno, in Storia di Gesù, Ed. Rizzoli, volume 1, pag. 1.).
La Palestina, una terra posta tra il Libano ed il mar Rosso, laddove l'oriente s'incontra con l'occidente. L'ombelico del mondo. La terra di Canaan o il Paese d'Israele, com'è chiamata nell'Antico Testamento. Una striscia della mezzaluna fertile che in quattromila anni è stata percorsa in lungo ed in largo da popoli ed eserciti in marcia. Qui, è cominciata quattromila anni fa, la Storia della Salvezza.
Ed in questa terra santa, e cara alle tre religioni monoteistiche, si svolge, nell'arco di poco più di trent'anni, la vicenda storica di Gesù di Nazareth.
La storicità di Gesù è ormai riconosciuta da tutti: credenti e non credenti. Su di lui abbiamo varie attestazioni storiche. Già Tacito negli Annali (XV,44), parlando della persecuzione dei cristiani voluta da Nerone, accenna pure all'esecuzione capitale di Cristo ordinata dal Procuratore Ponzio Pilato.
La sua testimonianza è confermata, verso il 112, da Plinio il Giovane, che in una lettera all'imperatore Traiano (Ep. X, 96.), riferisce che i cristiani di Bitinia durante le loro funzioni religiose, solevano cantare un inno a "Christo quasi Deo", Cristo quasi Dio.
Lo storico ebreo Giuseppe Flavio, trasferito a Roma in seguito alla conquista di Gerusalemme, nelle sua opera storica "Antichità Giudaiche" (XX,9,1. ), chiama Giacomo il minore, uno degli apostoli, "fratello di Gesù, che è detto Cristo".
A parte un'altra attestazione dello stesso storico, ma di dubbia autenticità, chiamata "testimonium Flavianum" ed altre citazioni di Svetonio, ci sono delle fonti ebraiche dirette, la Mišnah e il Talmud che raccolgono tradizioni ebraiche antiche, messe per iscritto dal secondo al quarto secolo. Qui Gesù viene menzionato una decina di volte. Ma si tratta di tradizioni che dipendono dalla polemica anticristiana, per cui, pur essendogli riconosciuta la capacità di "sedurre il popolo", Gesù è accusato di esercitare la magia.
Ma le fonti ed i documenti fondamentali per ricostruire la vicenda e l'immagine di Gesù, sono i testi del canone cristiano: una raccolta di scritti in greco che vanno dagli anni 50 a seguire. Sono i Vangeli, le lettere di san Paolo e le lettere Cattoliche. Essendo stati scritti da discepoli di Gesù e da cristiani per altri cristiani, essi rappresentano indubbiamente la documentazione più antica ed ampia dedicata alla figura, alla missione ed al messaggio di Gesù. "Non c'è persona che non abbia qualche nozione o informazione su Gesù. Sia la cultura corrente, sia la frequentazione di una chiesa cristiana, sia la lettura dei Vangeli o d'altri libri del Nuovo Testamento, consentono a ciascuno di avere un minimo di nozioni intorno a questo personaggio davvero unico nella Storia (Giuseppe Ghiberti, Il lungo dibattito del Nazareno, in Storia di Gesù, Ed. Rizzoli, volume 1, pag. 1.).