San Roberto Bellarmino


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Venusia
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San Roberto Bellarmino

Messaggio da Venusia » giovedì 16 settembre 2010, 21:17

Domani la Chiesa ricorda san Roberto Bellarmino vescovo, nato a Montepulciano nel 1542. Ordinato sacerdote, tenne celebri dispute in difesa della fede cattolica e insegnò teologia nel Collegio romano. Tra i suoi alunni ci fu san Luigi Gonzaga, del quale fu poi direttore spirituale. Creato cardinale e arcivescovo di Capua nel 1599, probabilmente per tenerlo lontano da Roma in un momento di particolari controversie, alla morte di Clemente VIII poté tornare nella città di Pietro, dove esercitò un grande influsso come teologo ufficiale della Chiesa. Dopo aver colmato un intero scaffale di opere teologiche, esegetiche, pastorali e ascetiche, scrisse "L'arte del ben morire", su come congedarsi dalla vita con serenità e distacco: e a Roma morì, quasi ottantenne, il 17 Settembre 1621. Il processo di beatificazione, iniziato di li a poco, si protrasse per ben tre secoli: poi, in un solo anno, tra il 1930 e il 1931, ebbe da Pio XI la triplice glorificazione di beato, santo e Dottore della Chiesa. Sincero amico e ammiratore di Galileo, lo esortò alla prudenza e "a contentarsi di parlare per supposizione e non assolutamente". Nel 1616 fu proprio Bellarmino a notificare personalmente a Galileo il decreto del Tribunale dell'Inquisizione che gli proibiva di sostenere come vera l'ipotesi copernicana.

Dal trattato "Elevazione della mente a Dio" di san Roberto Bellarmino, vescovo.
"Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi ti invoca " (Sal 85, 5); chi non ti servirà con tutto il cuore, dopo aver cominciato a gustare anche per poco la dolcezza della tua paterna signoria? Che cosa comandi, Signore, ai tuoi servi? " Prendete, dici, il mio giogo sopra di voi " (Mt 11,29). E quale è il tuo giogo? " Il mio giogo", dici, " è dolce e il mio carico leggere " . Chi non porterà molto volentieri un giogo che non stringe, ma accarezza, e un peso che non opprime, ma solleva? Perciò giustamente hai aggiunto: " E troverete ristoro per le vostre anime". E qual è questo tuo giogo che non affatica, ma riposa? Sicuramente il primo e più grande comandamento: " Amerai il Signore Dio tuo con il cuore" Che cosa vi è di più facile, di più soave e dolce, che amare la bontà, la bellezza e l'amore? E tutto questo sei tu, Signore mio Dio. Sì, è veramente grande la ricompensa per l'osservanza dei tuoi comandamenti. Quel primo e più grande comandamento è vantaggioso per l'uomo che obbedisce più che per Dio che comanda. Ma ogni altro comandamento di Dio perfeziona colui che obbedisce, lo eleva, lo istruisce, lo illumina, infine lo rende buono e beato. Perciò se hai saggezza, comprendi che sei creato per la gloria di Dio e per la tua eterna salvezza. Questo è il tuo fine, questo il centro della tua anima, questo il tesoro del tuo cuore. Se raggiungerai questo fine sarai beato, se ti allontanerai da esso sarai infelice. Perciò stima vero bene per te ciò che ti conduce al tuo fine, vero male ciò che te lo fa mancare. Avvenimenti prosperi o avversi, ricchezze e povertà, salute e malattia, onori e oltraggi, vita e morte, il sapiente non deve né cercarli né fuggirli per se stessi. Ma sono buoni e desiderabili solo se contribuiscono alla gloria di Dio e alla tua felicità eterna. Sono cattivi e da fuggire se la ostacolano."

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