Direzione spirituale
Inviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 10:16
Dialogo a tre nello Spirito
La direzione spirituale è un cammino di relazione a tre. È un servizio nella Chiesa che viene gratuitamente dato per dischiudere il cuore, la mente, la vita, di colui o colei che ne fa richiesta, all’azione evangelizzatrice dello Spirito Santo.
È pratica spirituale per discernere (leggere, capire…) ciò che lo Spirito va dicendo nell’esistenza della persona.
Cosa chiedi, Signore? Quale volontà hai su di me e sulla mia vita?
La direzione spirituale, aiuta a risvegliare nel cristiano la persona del “ Maestro interiore”, lo Spirito santo, l’unico che può dare indicazioni di vita e può liberare da quei condizionamenti e quelle censure interiori che la fanno sentire sempre giudicata; ci aiuta a manifestare sentimenti, desideri, tendenze, che affiorano nel nostro cuore e nell’immaginazione; ancora, ci aiuta a valutare, discernere e alla fine verificare le scelte della vita che si intendono compiere.
Accostarsi alla direzione spirituale è diverso che fare una chiacchierata con un prete o con qualsiasi amico disponibile, ed è anche diverso dalla confessione sacramento. Infatti, nel sacramento si tratta di remissione dei peccati, lo sguardo è rivolto al superamento del passato. Nella direzione spirituale, si cerca , con l’aiuto dello Spirito, una decisione per il futuro che attende.
L’intervento è diverso. Il perdono sacramentale dei peccati è un evento oggettivo. Non dipende dalla sensibilità del confessore, ma dalla grazia e misericordia di Dio che ti raggiunge ancor prima che tu confessi i tuoi peccati.
Nella direzione spirituale entrano in gioco vari elementi legati a fattori umani che vanno presi in considerazione in vista del cammino di fede.
Alcuni atteggiamenti
Ci sono atteggiamenti che l’accompagnato dovrà coltivare e far crescere durante il percorso, e sono:
1. La fede: Non serve solo sapere che il Signore ama, guida, sana gli uomini ecc. Colui o colei che beneficia della direzione spirituale dovrà prendere personalmente come realtà vissuta, coscienza che il Signore mi ama, mi parla, mi guida, mi guarisce, la direzione spirituale è incontro con Dio che si fa vicino per primo. Credere che il Padre, nel Figlio mediante lo Spirito, mi chiama alla comunione personale e sempre più intima con Lui e ad una missione nella Chiesa e nel mondo. Questa è la condizione che fa scattare un cammino di fede adulta, fecondo e gioioso, che passa attraverso la mediazione della direzione spirituale. Su questa certezza si sviluppa l’atteggiamento di fiducia verso colui che accompagna nella guida, al quale sottoporre i propri “vissuti” affinché siano raggiunti e guardati dallo e nello Spirito.
2. L’umiltà: Nell’esporre i propri vissuti, l’accompagnato può provare un po’ di imbarazzo, specialmente le prime volte. L’imbarazzo, molto spesso è condito dalla paura di essere giudicati e nello stesso tempo anche dall’orgoglio che non permette di dimostrarsi anche deboli con i nostri difetti e incertezze. L’imbarazzo minaccia l’esposizione umile, sincera, leale e trasparente del vissuto, questo può rendere estremamente difficile il discernimento della guida spirituale e anche dello stesso accompagnato. Sarà necessario cercare di maturare questo atteggiamento dell’umiltà, che evolve nella persona, nella misura in cui essa riuscirà a esporre i suoi vissuti con il coraggio di chiamarli per nome in tutta verità.
3. L’obbedienza: Non certamente a colui che accompagna, ma al Signore stesso, che nello Spirito è presente all’interno della relazione accompagnato-accompagnatore. Il discernimento della guida può arrivare a dare delle indicazioni che possono avere diverso carattere: illuminativi, orientativo, consolatorio, di conferma ecc… Sempre nella libertà sta all’accompagnato accoglierle come donate dal Signore e quindi accolte cordialmente. Nella direzione spirituale, non si è chiamati a difendere ognuno i propri punti di vista personali. Se la guida, docile allo Spirito, cercherà di non imporre le sue idee, ne di sostituirsi all’accompagnato, quest’ultimo, docile allo Spirito, a sua volta dovrà manifestare grande disponibilità e recettività.
Da tener presente…
- La guida spirituale non può cambiare nessuno, e non ha la soluzione in tasca. La crescita vera e duratura viene dal di dentro della persona, a partire dal suo essere, dalla sua vita, dalla sua libertà e dalla sua docilità all’azione dello Spirito santo.
- Ci possono essere delle sofferenze presenti nella vita della persona. La sofferenza interiore, può essere occasione di vera crescita. Fino a che una persona non accetta di soffrire interiormente, non è veramente motivata al cambiamento.
La direzione spirituale è un cammino di relazione a tre. È un servizio nella Chiesa che viene gratuitamente dato per dischiudere il cuore, la mente, la vita, di colui o colei che ne fa richiesta, all’azione evangelizzatrice dello Spirito Santo.
È pratica spirituale per discernere (leggere, capire…) ciò che lo Spirito va dicendo nell’esistenza della persona.
Cosa chiedi, Signore? Quale volontà hai su di me e sulla mia vita?
La direzione spirituale, aiuta a risvegliare nel cristiano la persona del “ Maestro interiore”, lo Spirito santo, l’unico che può dare indicazioni di vita e può liberare da quei condizionamenti e quelle censure interiori che la fanno sentire sempre giudicata; ci aiuta a manifestare sentimenti, desideri, tendenze, che affiorano nel nostro cuore e nell’immaginazione; ancora, ci aiuta a valutare, discernere e alla fine verificare le scelte della vita che si intendono compiere.
Accostarsi alla direzione spirituale è diverso che fare una chiacchierata con un prete o con qualsiasi amico disponibile, ed è anche diverso dalla confessione sacramento. Infatti, nel sacramento si tratta di remissione dei peccati, lo sguardo è rivolto al superamento del passato. Nella direzione spirituale, si cerca , con l’aiuto dello Spirito, una decisione per il futuro che attende.
L’intervento è diverso. Il perdono sacramentale dei peccati è un evento oggettivo. Non dipende dalla sensibilità del confessore, ma dalla grazia e misericordia di Dio che ti raggiunge ancor prima che tu confessi i tuoi peccati.
Nella direzione spirituale entrano in gioco vari elementi legati a fattori umani che vanno presi in considerazione in vista del cammino di fede.
Alcuni atteggiamenti
Ci sono atteggiamenti che l’accompagnato dovrà coltivare e far crescere durante il percorso, e sono:
1. La fede: Non serve solo sapere che il Signore ama, guida, sana gli uomini ecc. Colui o colei che beneficia della direzione spirituale dovrà prendere personalmente come realtà vissuta, coscienza che il Signore mi ama, mi parla, mi guida, mi guarisce, la direzione spirituale è incontro con Dio che si fa vicino per primo. Credere che il Padre, nel Figlio mediante lo Spirito, mi chiama alla comunione personale e sempre più intima con Lui e ad una missione nella Chiesa e nel mondo. Questa è la condizione che fa scattare un cammino di fede adulta, fecondo e gioioso, che passa attraverso la mediazione della direzione spirituale. Su questa certezza si sviluppa l’atteggiamento di fiducia verso colui che accompagna nella guida, al quale sottoporre i propri “vissuti” affinché siano raggiunti e guardati dallo e nello Spirito.
2. L’umiltà: Nell’esporre i propri vissuti, l’accompagnato può provare un po’ di imbarazzo, specialmente le prime volte. L’imbarazzo, molto spesso è condito dalla paura di essere giudicati e nello stesso tempo anche dall’orgoglio che non permette di dimostrarsi anche deboli con i nostri difetti e incertezze. L’imbarazzo minaccia l’esposizione umile, sincera, leale e trasparente del vissuto, questo può rendere estremamente difficile il discernimento della guida spirituale e anche dello stesso accompagnato. Sarà necessario cercare di maturare questo atteggiamento dell’umiltà, che evolve nella persona, nella misura in cui essa riuscirà a esporre i suoi vissuti con il coraggio di chiamarli per nome in tutta verità.
3. L’obbedienza: Non certamente a colui che accompagna, ma al Signore stesso, che nello Spirito è presente all’interno della relazione accompagnato-accompagnatore. Il discernimento della guida può arrivare a dare delle indicazioni che possono avere diverso carattere: illuminativi, orientativo, consolatorio, di conferma ecc… Sempre nella libertà sta all’accompagnato accoglierle come donate dal Signore e quindi accolte cordialmente. Nella direzione spirituale, non si è chiamati a difendere ognuno i propri punti di vista personali. Se la guida, docile allo Spirito, cercherà di non imporre le sue idee, ne di sostituirsi all’accompagnato, quest’ultimo, docile allo Spirito, a sua volta dovrà manifestare grande disponibilità e recettività.
Da tener presente…
- La guida spirituale non può cambiare nessuno, e non ha la soluzione in tasca. La crescita vera e duratura viene dal di dentro della persona, a partire dal suo essere, dalla sua vita, dalla sua libertà e dalla sua docilità all’azione dello Spirito santo.
- Ci possono essere delle sofferenze presenti nella vita della persona. La sofferenza interiore, può essere occasione di vera crescita. Fino a che una persona non accetta di soffrire interiormente, non è veramente motivata al cambiamento.