Cosa vuol dire adorare?
Inviato: lunedì 5 ottobre 2009, 11:19
Adorare, adorazione è un termine che sentiamo usare spesso, si parla di adorazione solo nei confronti di Dio, mentre per i santi e le altre figure del cielo si usa il termine venerazione. Qualcuno sostiene che non c’è molta differenza, ma si tratta di una posizione che, nel migliore dei casi, nasce da ignoranza quando non da malafede. Adorare vuol dire una cosa ben specifica e molto profonda, ma per capirla bene occorre andare a vedere l’etimologia del termine che infatti deriva dalle parole latine AD e OS. OS, ORIS in latino significa bocca e quindi adorare vuol dire portare alla bocca, ingerire, mangiare. Ma ciò che noi mangiamo che cosa diventa? Parte di noi, si fonde con noi. Ecco il senso profondo dell’adorazione a Dio ed ecco perché essa è dovuta e riservata solo a Lui. Perché mettendoci in adorazione di fronte a Lui noi lo contempliamo fino a unirci con Lui, fino a portarlo dentro di noi, a fonderci con Lui. Gli mostriamo ciò che noi siamo realmente e Lui si mostra a noi nella sua realtà, ci abbraccia e non ci lascia. Ecco che allora durante l’adorazione del Santissimo Sacramento possiamo meditare sulla Parola o seguire un’altra via che ci aiuti, ma la cosa più importante è permettere a Lui di guardarci e permettere a noi di guardarlo, mostrarci e lasciarci abbracciare, così come siamo.
Naturalmente il momento massimo di adorazione è quando ci accostiamo, durante la comunione, al Santissimo e lo mangiamo, Egli entra concretamente dentro di noi, diventa noi se noi glielo permettiamo, perché ogni azione di Dio è sempre rispettosa della libertà dell’uomo in quanto è un’azione d’amore.
Naturalmente il momento massimo di adorazione è quando ci accostiamo, durante la comunione, al Santissimo e lo mangiamo, Egli entra concretamente dentro di noi, diventa noi se noi glielo permettiamo, perché ogni azione di Dio è sempre rispettosa della libertà dell’uomo in quanto è un’azione d’amore.