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Fragilità conciliate: da Giona a noi!

Inviato: martedì 29 settembre 2009, 5:43
da Miriam
Giona e le fragilità riconciliate

Nel dipinto di Bert Bouman intitolato “Giona”, Il profeta, è raffigurato nel momento in cui ‘va a fondo’: scende fino a toccare il fondo della disobbedienza, fugge da Dio, dalla sua parola. È chiuso su se stesso, le sue gambe sono informi, quasi annodate, troppo piccole e deboli e quindi incapaci di garantire un cammino. È solo, ha scelto il vuoto. Le bende che lo avvolgono e il cerchio che lo stringe e lo chiude parlano di morte, di sepolcro, di inferno. La parola di Dio lo aveva scelto e chiamato, ma lui la dimentica e preferisce il silenzio, anzi il sonno e la notte. Potrebbe essere la fine di tutto. Ma per questo uomo informe, debole, c’è ancora una possibilità: quella di gridare, di alzare le mani: l’abisso della sua miseria invoca l’abisso della misericordia di Dio (sant’Agostino). Quello che poteva restare il suo inferno ora diventa per volontà di Dio il grembo materno in cui dà forma alla sua vita. Meraviglioso !!!
Il male normalmente provoca e genera altro male: almeno così spesso è tra gli uomini. In Dio invece provoca il suo amore incondizionato; il male provoca il Figlio dell’uomo ad entrare per tre giorni e tre notti nel cuore della terra, in solidarietà assoluta con l’uomo che lo ha rifiutato ed è fuggito. Questo è il segno più grande di Dio, in questo modo rivela la sua identità: misericordioso e clemente, di grande amore, che di fronte al male si lascia impietosire e davanti al male estremo, si fa pietà estrema, fino a portarlo su di sé. Che meraviglia di Dio !!!
Giona capisce che la salvezza viene dal Signore, solo da Lui. Questo dovrebbe annunciare, ma non è così. Giona non riesce a portare le conseguenze di un Dio così buono, così grande nell’amore. Ai suoi occhi Dio pare non essere giusto, proprio perché si mostra pieno di misericordia. È così: per Dio non esiste una giustizia senza perdono. E allora per Giona, ma forse per ognuno di noi, c’è sempre bisogno di ritornare nel grembo di Dio per poter essere formati da quella misericordia divina che offre riconciliazione a noi e all’umanità intera, per poter essere guariti dal nostro occhio malvagio che non riesce a vedere in Dio questa giustizia che è la forma più alta della carità. Nessuno è in grado di alzarsi, andare ed annunciare il Vangelo, se non ha fatto l’esperienza di sentirsi amato e riconciliato in quelle che sono le sue fragilità umane: così Giona, così ciascuno di noi.
Nella Bibbia Giona è figura del profeta chiamato a cercare e soprattutto accogliere il vero volto di Dio convertendo se stesso, prima di pretendere la conversione degli altri. Lui fa esperienza di fragilità perché fugge da Dio e dalle sue responsabilità: Dio però continua a parlargli e lo invita a non ripiegarsi su se stesso. Davvero l’esperienza del profeta è la nostra, ogni qual volta ci accorgiamo di essere feriti e di aver paura; come Giona anche noi abbiamo bisogno di trovare riconciliazione per le nostre fragilità; anche noi abbiamo bisogno di sentirci accolti, perdonati, amati nelle nostre miserie da Dio e dagli altri, così impareremo anche ad accettare con serenità le nostre debolezze.




Questo testo mi ha notevolmente interrogato su come sia necessario il coraggio di chiedere il perdono e alzare gli occhi al cielo per avere la soluzione dei drammi interiori e fisici che più ci bloccano. Alzando gli occhi e sentendoci sostenuti ci fidiamo e affidiamo e troviamo il coraggio di andare oltre noi stessi perdonando gli altri e riconciliando noi stessi in Lui.
Avete mai provato questa sensazione?

Re: Fragilità conciliate: da Giona a noi!

Inviato: martedì 29 settembre 2009, 11:17
da Kic
...Miriam....oggi mi metti in crisi !!!!.....di Giona e la "sua balena" ne ho letto e pensato molto....per me lui è il classico "cristiano".....che dovrebbe portare la parola di Dio a tutti..... soprattutto ai peccatori incalliti....e portare parole di misericordia..... di perdono....ed invece vorrebbe portare parole di vendetta....Vede ancora Dio come un Dio vendicativo e non come un Padre misericordioso...pronto al perdono..... ed allora si rifiuta di andare....... rifiuta il suo ruolo di messaggiero..... Penso a noi cristiani ....pronti a condannare chi fa del male....fautori della pena di morte ...... fautori del" respingimento "....... fautori della pena ad oltranza anche se c'è vero pentimento nel peccatore....

Re: Fragilità conciliate: da Giona a noi!

Inviato: martedì 29 settembre 2009, 21:41
da Miriam
[k-grazie] Kic per esserti interrogato con me davvero Giona è l'immagine di chi vive la religiosità senza mettersi in gioco totalmente è facile amare quando non ci sono ostacoli ma la nostra fragilità viene messa alla prova e allora sembra che il rapporto vada in crisi. Come Giona anche noi ci salviamo nel momento in cui alziamo gli occhi verso di Lui e riconosciamo il Suo amore anche nei momenti più bui. Ci viene chiesto di affidarci cona la certezza che si può ritrovare le cose che sembravano perse e anche risposte migliori.Quanto però la nostra vita è affidamento e quanto ci lasciamo mettere in gioco?