Giuseppe: l’interprete dei sogni di Dio


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Mary
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Giuseppe: l’interprete dei sogni di Dio

Messaggio da Mary » martedì 14 ottobre 2008, 8:30

Giuseppe: l’interprete dei sogni di Dio

Giuseppe era diverso da tutti gli altri figli di Giacobbe. Giuseppe era il figlio avuto in vecchiaia, il prediletto. E Dio gli concedeva sogni che confermavano una particolare elezione: sogni regali, che profetizzavano per lui un futuro di onore, suscitando la gelosia dei fratelli.
Suo padre gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche. E lo tratteneva presso di sé, al suo fianco, mentre i fratelli pascolavano il gregge.
Un altro figlio prediletto stava presso suo Padre. Perché, come dice Péguy, “davanti ad ogni storia del Nuovo Testamento cammina una storia dell’Antico Testamento che è la sua parallela e la sua simile”.
Giacobbe un giorno decise di mandare Giuseppe a visitare i fratelli e il gregge. “Ecco, il sognatore arriva”, dissero quelli avendolo scorto da lontano, “vedremo che ne sarà dei suoi sogni!” (Gn 37,19-20). Perché i sogni grandi possono dare fastidio. Anche un altro figlio fu mandato ai fratelli, per vedere come stavano le pecore. E anch’egli nutriva grandi progetti, sogni di pace.
Ma ad entrambi fu tolta la tunica, e furono venduti ad un potere straniero. Giusti tra gli ingiusti, entrambi soffrono il peso della calunnia, che trascina Giuseppe nelle prigioni d’Egitto. Ma neppure in quel luogo di sventura viene meno la predilezione del Signore: il comandante della prigione gli affida un ruolo di comando, perché “il Signore era con lui e faceva riuscire quello che lui faceva” (Gn 39,23). Allo stesso modo, non viene meno quel dono speciale che Giuseppe aveva, di ricevere da Dio i sogni e la sapienza per interpretarli. E sarà questo dono a farlo uscire di prigione, guadagnandogli la stima del faraone e grande potere sopra la terra d’Egitto. Tanto che le parole di Giuseppe alla nascita di suo figlio sono un inno di lode: “Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione” (Gn 41,52).Dio ha fatto per me grandi cose, ma non –come potremmo desiderare- sottraendomi alla deportazione, non preservandomi dalle calunnie e dalle ingiustizie, ma rendendo feconda la mia sofferenza. Dio ha realizzato i suoi sogni di bene proprio qui, nel paese della mia afflizione, nella terra delle mie lacrime. Nel luogo della mia fatica, proprio su quel terreno arso, in quell’avvenimento che mi aveva rubato la speranza, Egli è venuto a benedirmi. E a benedire, con me, un intero popolo. Perché la sapienza di Giuseppe salva dalla carestia il paese d’Egitto e attira verso la terra del Nilo le popolazioni circostanti, i pastori di greggi, le tribù di nomadi. Attira, in cerca di cibo, anche i fratelli di Giuseppe. Che vanno, si inchinano, si piegano davanti a quel dominatore sconosciuto. Ecco che la profezia prende corpo e diventa penetrazione della realtà, che è, nello sguardo di Dio, un immenso disegno di bene. Modellato persino sul peccato, sulla violenza che Giuseppe ha subito. Ma tutto diventa grazia agli occhi di chi sa interpretare i grandi sogni di Dio: “Non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio, per conservarvi in vita” (Gn 45,8 ), riconosce Giuseppe. La sua sofferenza è diventata il luogo della benedizione di Dio per lui, per la sua famiglia e per il popolo intero. È diventata luogo di salvezza.
E allora davvero Giuseppe è figura di quel Giusto che con la sua croce ci ha guadagnato tutto.
Giuseppe raccolse covoni di grano nei grandi granai dell’Egitto. Quel giusto aveva messo da parte un’abbondanza di grazie per i granai del cielo.
E ci invita, ancora oggi, a riconoscerle: a saper leggere, cioè, nella nostra storia, i grandi sogni di Dio, intessuti miracolosamente proprio nelle terre della nostra afflizione. Ci chiede di accogliere i suoi sogni, di spalancare il nostro sguardo in un riconoscimento che finalmente metta pace nelle nostre afflizioni: “Io sono Giuseppe, avvicinatevi a me!” (Gn 45,3). È la voce del Cristo Risorto e glorioso: “Sono proprio io, non temete!” (Lc 24,39).

La buona notizia che voglio annunciare questo mese è:
Dio nutre per me pensieri e progetti di bene, che neppure il mio peccato potrà fermare. Perché il suo Figlio amato, sulla croce, ha messo da parte per me la salvezza e l’amore. Ha realizzato per sempre i sogni del Padre.

(Da "Acqua Zampillante" Ottobre 2008)


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Miriam
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Re: Giuseppe: l’interprete dei sogni di Dio

Messaggio da Miriam » mercoledì 15 ottobre 2008, 9:46

È bello essere il sognatore di Dio. Giuseppe ha ben interpretato il suo ruolo a noi imparare a leggere i suoi sogni
Il sognatore che porta nel mondo il suo mondo lo arricchisce e lo rende migliore!


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