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Re: Peccato.... quando?

Inviato: domenica 5 luglio 2009, 13:44
da Tizianamilano
Siamo sulle stesse posizioni in fondo, d'accordissimo sui tempi e soprattutto sull'unicità. Sempre più la vita mi ha insegnato che Dio non è un moralista, ma anche qui sarebbe bello confrontarsi in modo più profondo.
La mia obiezione veramente riguardava un "vizio di forma" se così si può dire, nei riguardi di quella domanda, ma, ripeto, la risposta se viene, spetta a Kic, perché lui ha scritto quella domanda così come l'ha scritta.

Re: Peccato.... quando?

Inviato: domenica 5 luglio 2009, 22:24
da Kic
Tizianamilano ha scritto:Ma perché scrivi così,
di primo acchito di pelle, mi fai venire la sensazione che conquesta domanda non cerchi veramente una risposta, ma vuoi mostrati molto up, di moda, non so come dire. Ho l'impressione che la risposta che cerchi non vada necessariamente nella direzione della domanda.
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forse non mi conosci bene, logicamente, ma non lo dico perché voglio sentirmi alla moda. Non ci tengo minimamente... Mi chiedevo semplicemente: io amo una donna che non è mia, faccio peccato con lei sapendo di farlo, sono felice di amarla e fare peccato con lei... Non sono così falso da dire: Signore perdonami e prometto di non peccare più. So che non ci riuscirò perché penso all'amore come qualcosa che possa redimere, purificare... Sbaglio?

Re: Peccato.... quando?

Inviato: lunedì 6 luglio 2009, 9:32
da Venerabile Beda
Parlo con grande affetto e rispetto...
però dico la mia...

La strada indicata, è sbagliata.
E non è tanto quello che dice la Chiesa...
(la Chiesa ne ha dette tante che poi sono cambiate di secolo in secolo...)
Ma quanto dice il Vangelo...
E il Vangelo, è molto chiaro su questo punto...
Non credo serva a nessuno, ribadire qui i brani circa l'adulterio e l'indissolubilità del matrimonio...
Chi crede (anche un minimo) al Vangelo, non può non dire, che questa strada è sbagliata.
Poi, il Grande che diede questi precetti, disse anche che "Il Sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il Sabato"... ovvero, la Legge è fatta per l'uomo e non l'uomo per la Legge...
E io stesso sono il primo a sostenere, che ogni regola, ha le sue eccezioni, ma le eccezioni, devono essere molto rare... quasi uniche...
Alla fine solo Dio sa e spero che la fattispecie qui indicata, possa rientrare in queste rare eccezioni...
Quello che mi lascia perplesso, è che nelle eccezioni, potrebbe rientrare una relazione che comincia, a seguito di un matrimonio concluso "per fatti propri"... dubito fortemente, che possa esservi un'ipotesi di eccezione, in costanza di matrimonio... In ogni caso, Dio sa.
Io non condivido, l'esternazione di Kic, pur rispettandolo. Se mi fossi trovato al suo posto, me la sarei tenuta per me. Scelte.
Ma volevo portare il discorso, su una valenza più generale, indipendente dalla fattispecie indicata...

Il peccato, non si valuta nella misura in cui produca tristezza o gioia. Non è questo il criterio.
Il peccato è tale, nel momento in cui si pone in essere un'azione contraria alla Legge di Dio, indipendentemente dai sentimenti positivi o negativi, che quell'azione stessa può produrre.
E la Legge di Dio, non è casuale. Ha una sua ratio ben precisa.
Quando si pone in essere un adulterio, un tradimento, qualcuno soffre, e se non soffre, soffrirà. Si può costruire "felicità" sulla sofferenza altrui?? Secondo me no.
Il Gen Rosso, in una delle sue canzoni scrive:
"Amico, puoi fare tante cose, offrire le ricchezze e tutto ciò che hai... ma sempre la voce del dolore, più forte di ogni voce, al Padre arriverà!".
Non è la voce della gioia, che arriva forte al Padre, ma quella del dolore.
Senza contare, che "tanto prima o poi, gli altri siamo noi".

Poi alla fine, come non tutto ciò che sembra oro è oro, non tutto ciò che sembra letame è letame...
solo Dio sa.

Re: Peccato.... quando?

Inviato: lunedì 6 luglio 2009, 9:41
da Tizianamilano
Grazie della tua risposta.
Condivido quello che hai scritto. Quando parli della gioia e del dolore riferiti al peccato, io credo che comunque il vivere uno stato di peccato porti anche con sé la sofferenza, non si tratta di soggettivismo, ma che purtroppo il peccato è qualcosa che va contro l'uomo. Perché quel bersaglio che il peccato fallisce è la felicità dell'uomo che è fatta di relazione, con se stessi, con gli altri con Dio. Il peccato fallisce qui il bersaglio. Poi sono convinta che quando vivi la tua situazione davanti a Lui senza mascheramenti, facili giustificazioni e avendo il coraggio di continuare, con i sacramenti ti arriva la luce e la forza per compiere delle scelte. Bisogna solo darsi il tempo e non farlo solo in nome di una legge che rischia di rimanere esterna a noi.
Sono contenta di aver trovato questo forum.
Grazie davvero.

Re: Peccato.... quando?

Inviato: lunedì 6 luglio 2009, 13:12
da Venerabile Beda
Il problema è che spesso, vigliaccamente, ci creiamo alibi, illusioni.
Crediamo (erroneamente) che l'amore giustifichi tutto.
Non è così.
Il Vangelo è chiaro...
e il comandamento è chiaro...

"Non desiderare la donna d'altri"...
(o l'uomo d'altre ovviamente).

Non dice: "se però c'è l'amore, l'amore giustifica tutto".
L'amore non giustifica tutto, e può essere sbagliato.
Poi ognuno è libero nelle sue scelte, ma la Legge di Dio è molto chiara.
Se l'amore potesse giustificarsi in ogni caso e in ogni circostanza, allora si potrebbe giustificare qualsiasi cosa: omosessualità (sempre di amore si può trattare), pedofilia (sempre una forma d'amore potrebbe essere) e via discorrendo. Non è così.
Come diceva Dante:
L'Amore naturale (fraterno, universale)
"è sempre sanza errore,
ma l'altro puote errar per malo obbietto,
o per troppo o per poco di vigore."

(in realtà, anche l'Amore naturale, può includere
"errori").


Nel caso di tradimento, si tratta di cattivo oggetto,
perché non possiamo amare (se non in termini naturali, fraterni) un uomo o una donna che appartiene a un altro/a un'altra...

Poi, ci saranno tutte le eccezioni...
Ma in linea generale, le cose stanno così.
Anche perché chi liberamente sceglie di sposarsi,
e sceglie di sposarsi in chiesa, ovvero con matrimonio cristiano, non lo fa certo perché una mattina, l'altro o l'altra si svegli per dire: "Basta!".

Per queste cose, esiste il Municipio.

È come il peccato. È irrilevante lo stare bene o male.
Il matrimonio cristiano, non dice: "rimango con te e ti rimango fedele, perché sto bene con te, perché ti amo", per cui quando questo viene a mancare, finisce. Questo, al Municipio.
Il matrimonio cristiano dice: "rimango con te, e ti sono fedele, perché sei mia moglie, perché sei mio marito, perché ho preso un impegno con te, indipendentemente dal mio stare bene o stare male.."... indipendentemente dal fatto che io ci stia bene o meno, che l'amore passi o meno.

Del resto sposarsi, è una libera scelta.
Sposarsi con quella particolare persona è un'altra libera scelta.
Sposarsi in chiesa, è ancora un'altra libera scelta.


Quando ci si sposa in chiesa, si parla con Gesù Cristo, e gli si giura questo:

"Rimarrò accanto a questa persona, nonostante tutto".

Chi non se la sente di prendersi questo impegno, ha diverse alternative, a partire dal Municipio...