Il crudo del Vangelo (...crudo alla nostra natura)


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Angelodolce
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Il crudo del Vangelo (...crudo alla nostra natura)

Messaggio da Angelodolce » lunedì 27 luglio 2009, 7:55

Il crudo del Vangelo (...crudo alla nostra natura)
(Estratto da "Vivere" di Chiara Lubich)
L’esempio di Gesù
Un giorno mi ha parlato al cuore Gesù e mi ha illuminata in maniera lampante sulle sue parole: «Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi» (Mc 14,36).
Aveva dunque fatto appello anche Lui all'onnipotenza del Padre per essere sollevato dalla croce della passione? Ma Gesù non era Dio e quindi uno con la volontà del Padre? Non si legge nella Lettera agli Ebrei a proposito del sacrificio di Gesù: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 1O, 5-7)?
Sì, ma di fronte a ciò che lo attendeva la sua volontà di Uomo-Dio è emersa in tutta la sua forza. Si è aggrappato al fatto che al Padre tutto era possibile, però alla fine si è sottomesso alla volontà del Padre suo. Queste parole mi hanno dato pace. Anzi mi hanno aperto un varco grande per la comprensione di una parte del Vangelo che non avevamo ancora sufficientemente sottolineato.


Un altro aspetto del Vangelo
A dir vero, Gesù abbandonato non era mai mancato nella nostra vita spirituale, ma Dio, per attirarci a sé, penso, aveva puntato la nostra anima in un primo tempo - e così fa con tutti quelli che cominciano a vivere il nostro ideale - sull'amore, sulle sue promesse che vediamo attuarsi, sulla certezza di ottenere chiedendo, perché continuamente ne abbiamo la verifica, sulla fede che sposta le montagne.
Adesso mi andavo accorgendo che esisteva nel Vangelo qualcosa di diverso. E ad una ad una mi balzavano alla mente altre parole simili a quelle: «Ora l'anima mia è turbata ... » (Gv 12, 27); «Cominciò a sentire paura e angoscia; e dis¬se loro: la mia anima è triste, fino alla morte» (cf. Mc 14, 33); «Beati gli afflitti perché saranno consolati» (Mt 5, 4); «Beati voi che ora piangete, perché riderete» (Lc 6,21); «Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa» (Lc 19, 41). Alla morte di Lazzaro «Gesù scoppiò in pianto» (Gv 11,35).
Mi sono pure ricordata che aveva chiamato «Satana» Pietro che lo rimproverava di parlare della sua futura fine, e che di lui era scritto: «Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno» (Lc 18, 31-33).
Esisteva dunque un aspetto crudo del Vangelo che anche noi come cristiani dovevamo vivere?
Non erano solo case o luoghi o città come Loppiano, dove la gioia splende su ogni volto, la testimonianza del Vangelo?
Potevano esserci persone nel turbamento, nell' angoscia, nel pianto, che testimoniavano la Buona Novella? Avremmo forse un giorno dovuto chiedere ripetutamente e a lungo senza ottenere mai?
Sì, era così. Il "crudo" del Vangelo: Gesù che grida l'abbandono, che non si risolve come nelle nostre prove accettate, in gioia, ma si conclude nella morte.
Maria che si sente trapassare il cuore da una spada, ma il Figlio Dio non gliel' allevia, anzi la lascia salire fino al vertice del dolore a contemplare la morte di Colui che ella amava più di se stessa.


Il crudo del Vangelo.
In fondo Gesù ce lo aveva sempre detto: «Se qualcuno vuol venire dietro a me ... prenda la sua croce» (Lc 9, 23), l'emblema del massimo abominio. Gesù ce lo aveva sempre detto, ma noi non lo avevamo ancora abbastanza capito.
Questa era l'ora di comprendere la verità più ovvia che Cristo ha portato sulla terra: che il suo regno non è di questo mondo, che dobbiamo salire a godere con Lui il regno eterno mediante le sofferenze sopportate bene qui in terra,
che di qua nulla ha valore se non ciò che si fa per l'altra vita, che anche una cosa splendida come un' opera di Dio non è Dio e quindi dobbiamo staccarcene ed abbandonarla a Lui, se questa è sua volontà.

Verso la pienezza della gioia
E allora coraggio! Non dimezziamo il Vangelo. Il crudo (crudo alla nostra natura) del Vangelo non ci freni, ma ci lanci nella fiducia che Dio non ci lascerà mancare la grazia nemmeno nei momenti più tragici. Certo, questa quasi "rivelazione" del dolore previsto dal Vangelo così, porterà nel nostro cuore più serietà, meno entusiasmo anche per le cose belle, "ideali" di quaggiù, ma non impedirà che si realizzi la promessa di Gesù: «Abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia» (Gv 17, 13). Forse questa pienezza noi non l'abbiamo ancora sperimentata. Il Vangelo è un abisso.
Che Dio ci dia ancora dei giorni per sondarlo sin da questa vita, se è suo volere. Noi ripromettiamogli che vogliamo la sua, non la nostra volontà. E gridiamo, pur fra le lacrime, nello sgomento, nella paura, che ancora e sempre e in ogni circostanza crediamo all'Amore, a quell'Amore che abbraccia come un solo arco la vita terrena e quella eterna. E Maria, la mamma nostra, aiuti la nostra debolezza.



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Re: Il crudo del Vangelo (...crudo alla nostra natura)

Messaggio da Miriam » domenica 2 agosto 2009, 8:31

[k-grazie] Angelodolce per averci ricordato che la nostra salvezza passa anche attraverso un legno pesante chiamato croce. [k-bacio]


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Re: Il crudo del Vangelo (...crudo alla nostra natura)

Messaggio da Mary » domenica 2 agosto 2009, 9:07

Il Signore ci vuole nella gioia, e se ci manda qualche problema ci dona la fede per superarlo, allora la "croce" è gioia, è amore e speranza e non si vive da "bastonati" ma da "vittoriosi"... in Lui siamo sempre dei vincitori. [k-sìsì]


Dio è Amore!


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Cielo
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Re: Il crudo del Vangelo (...crudo alla nostra natura)

Messaggio da Cielo » venerdì 18 giugno 2010, 20:32

Grazie del vostro entusiasmo e della vostra forza [k-OK]


“Non fate peccati, e state allegri”. San Filippo Neri

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Re: Il crudo del Vangelo (...crudo alla nostra natura)

Messaggio da Kic » sabato 19 giugno 2010, 9:22

..spesso ho cercato di scacciare la croce e pensare che era sbagliato considerarla il solo mezzo per la nostra salvezza....eppure è così..... con la croce noi abbiamo la chiave per il paradiso...


Non a noi Signore, non a noi,
ma al tuo nome dà gloria,
per la tua fedeltà, per la tua grazia.
(Sal.113, B 1)



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