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Non andare a Messa è peccato mortale!

Inviato: venerdì 25 maggio 2012, 9:52
da Piccolomarco
Caro Venerabile,

in realtà io non ce l'ho con l'autoritarismo che alcuni vantaggi notevoli li presenta.
Secondo me l'autoritarismo in generale, se da un lato limita la libertà, dall'altro solleva la persona dal pensare. Solleva le coscienze dall'onere - spesso lacerante - di dover decidere cosa sia bene e cosa sia male e di dover decidere che cosa fare. L'ubbidienza limita la libertà ma facilita le scelte, perché semplicemente c'è poco da scegliere.

Un soldato non sa combattere se non ha sopra di sè un ufficiale, il quale a sua volta non sa comandare se non ha sopra di sè un generale. Abbiamo visto nel naufragio della Concordia cosa succede se non c'è un uomo che comanda.

Non andare a Messa è peccato mortale!

Inviato: venerdì 25 maggio 2012, 10:07
da Venerabile Beda
L'autoritarismo, è negativo. Ma la gente, confonde la fermezza, con l'autoritarismo. Se c'è una Regola, che viene da Dio (ma comunque una regola giusta), l'imporla, anche con la forza (mai con la violenza), "punire" chi non la rispetta, premiare chi la rispetta, non è autoritarismo, è fermezza. L'autorevolezza, a questo, aggiunge la testimonianza sulla propria pelle. Né più né meno. Alcune persone invece, vorrebbero una Fede a proprio uso e consumo, dicendo che la Chiesa è autoritaria, quando fa rispettare le regole. Questa è disonestà intellettuale. Se ci sono regole, vanno rispettate. Se non si rispettano... ci sono delle conseguenze. E questo non è autoritarismo. Poi, all'interno ci sono anche le eccezioni e le deroghe: sa Dio, quando e se applicarle. E a chi: a Tizio sì e a Caio no. È la Scrittura a dire: "Userò misericordia con chi vorrò, e avrò pietà di chi vorrò averla". Dunque, non verso tutti. Ma non che noi pretendiamo qui che pubblicamente, cose obbligatorie, diventino facoltative, perché la Chiesa appaia non autoritaria. Questo sarebbe folle. Ma alcuni, vorrebbero questo. Se lo possono scordare. La Legge di Dio, è eterna. Poi sa Lui, se porre in essere eccezioni o deroghe al caso specifico. Ma i Comandamenti di Dio, di Cristo, rimangono tali: Comandi, Ordini. Forme imperative. Non consigli. È il Re che ordina. Noi siamo solo servi inutili.

Non andare a Messa è peccato mortale!

Inviato: venerdì 25 maggio 2012, 11:09
da Piccolomarco
Io la vedo così:
la Legge della Gravitazione è universale è opera di Dio. I fisici la conoscono meglio di tutti gli altri, probabilmente la amano anche, ma non la possono imporre o esserne gli unici interpreti.

Quanto all'autoritarismo, mi sembra che la Chiesa di oggi non ne abbia proprio più, salvo forse all'interno della propria gerarchia (cosa comprensibile, altrimenti la Chiesa non esisterebbe più).

Quanto al lassismo di cui parli, vi è forse un certo smarrimento del proprio ruolo da parte dei preti, che va invece riaffermato con decisione. E in ultimo io vedo che molti fedeli sentono volentieri un senso di ubbidienza. Se una cosa la dice il parroco è più facile che si faccia, perché i parrocchiani non stanno a farsi tante domande: lo fanno e basta. Ma è necessario che il prete lo dica.

Se il prete dunque è investito di autorità dal basso, mi sembra opportuno che ne sia cosciente e che eviti abdicazioni alle mode culturali che i fedeli stessi non vogliono.

Non andare a Messa è peccato mortale!

Inviato: venerdì 25 maggio 2012, 12:48
da Venerabile Beda
Il problema non è cosa dice il parroco. Il parroco può dire anche cose sbagliate. Il cristiano non deve obbedienza al parroco. Questo è un equivoco. Il cristiano deve obbedienza assoluta al Vangelo, alla Legge di Dio, ai Comandamenti, alla Chiesa (quando questa ribadisce le cose citate). Cose corrette e indiscutibili a priori. E il prete, nel suo servizio, non è investito dal basso. La Chiesa, non è una Democrazia. E guai se lo fosse. Quando la gente mette in discussione il Vangelo, i Comandamenti, la Legge di Dio, si è oltre il lassismo. Si è all'apostasia. Del lassismo, è responsabile il clero, che per paura di perdere la quantità, abbassa la qualità; o semplicemente per quieto vivere; dell'apostasia, è responsabile il singolo, che si permette di mettere in discussione il Vangelo, i Comandamenti, ecc. È meglio un non credente onesto, che un credente che in nome del suo personale e soggettivo "secondo me", dice cose contrarie al Vangelo.

Quanto all'imposizione, ogni persona è libera. Ma se si frequenta un gruppo organizzato, ci si deve adeguare alle regole di quel gruppo. Mi pare pacifico. Poi si è liberi di non frequentarlo, ovvero di non farne parte. Ma pretendere di far parte di un gruppo, e di ignorare le regole di quel gruppo stesso (peraltro date da Dio)... a me sembra molto discutibile. E non si allude ai peccati, dove in gioco c'è la debolezza. Siamo tutti peccatori. Ma si allude alla pretesa di relativizzare la Legge di Dio... nello specifico, considerare la frequenza alla Messa ogni Domenica e ad ogni festa di precetto, come un optional. Piaccia o meno d'accordo o meno, per essere cristiani-cattolici si deve necessariamente andare a Messa ogni Domenica e ad ogni festa di precetto. Salvo casi particolari.

Si può non fare, certo, ma non si è più cristiani-cattolici, ovvero lo si è solo pro forma. Come criterio generale. I casi particolari, sono appunto particolari. Ma questo è un discorso di onestà intellettuale.

E via discorrendo per le altre questioni. Chi è, o meglio chi si sforza di essere cristiano-cattolico, non può (e non vuole) sostenere qualsiasi cosa che nella società, nella politica, nella cultura, spinga alla violazione della Legge di Dio, del Vangelo: divorzio, aborto, eutanasia, omosessualità, adulterio, ecc. Basta leggere gli Atti: i credenti, la pensavano tutti allo stesso modo. Liberamente certo. Ma allo stesso modo. Chi non la pensava allo stesso modo, usciva fuori dalla Comunità. Vedi Anania e Saffira, vedi Simon Mago, ecc. Così è. Il resto sono favolette. Come la favoletta dell'amore per cui gli opposti si attraggono: le coppie che rimangono insieme per la vita, negli obiettivi principali, la pensano allo stesso modo. Se la si pensa in modo diverso, se gli obiettivi sono diversi, prima o poi ci si separa. Oppure si rimane pro forma. Salvo casi particolari.

Il romanticismo, il mondo ideale, anche nella fede, è una cosa bella. Ma è un'utopia (in questa dimensione). La realtà è un'altra cosa. E la realtà è croce, sofferenza, sacrificio, rinuncia. Nello specifico, rinunciare al mare, alla gita, al ponte, pur di partecipare alla Messa. Questo ci chiede Cristo. Ordinariamente. Non il grande martirio. A volte anche quello. Ma ordinariamente, ci chiede di meno.

Di autoritarismo infine hai parlato tu. Se tu stesso asserisci che nella Chiesa non c'è autoritarismo, perché ne hai parlato? Se non c'è non c'è. E forse è questo il problema. Un pizzico, non farebbe male. Ma più che autoritarismo, come detto, fermezza. E più di un pizzico. Sarebbe ossigeno.

Non andare a Messa è peccato mortale!

Inviato: venerdì 25 maggio 2012, 16:22
da Piccolomarco
Sì capisco.
Ma l'autoritarismo per me non è una parolaccia, ma un fenomeno, come tanti.
Capisco che esiste una gerarchia, dal Vangelo alla Chiesa e dai vertici di questa fino ai gradi minori. Io non volevo buttarla in politica, ma solo constatare che anche dal basso gli uomini possono contribuire a dar spessore a un'autorità.

Quando il mio amatissimo prof. di architettura mi diceva "facciamo così", oppure decideva alcuni obiettivi o anche solo un calendario, io applicavo senza tanto discutere. Lui era investito di autorità dall'università, ma anch'io un po' lo investivo di autorità, perché ero ben disposto a seguirlo anche fuori dai limiti del suo mandato, come del resto gli altri allievi del suo corso.
Un po' tutti lo seguivamo dentro, ma anche fuori dall'aula universitaria.

Io penso che l'atto volontario di alienare un po' della propria libertà a favore di una guida sia semplicemente una cosa civile.