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Re: Comunione e confessione

Inviato: lunedì 11 maggio 2009, 15:04
da Mary
Confessarsi Perché?
Fra le domande che vengono poste al mio cuore di Vescovo, ne scelgo una che mi è stata fatta spesso: perché bisogna confessarsi? È una domanda che ritorna in molteplici forme: perché si deve andare da un sacerdote a dire i propri peccati e non lo si può fare direttamente con Dio, che ci conosce e comprende molto meglio di qualunque interlocutore umano? E, ancora più radicalmente: perché parlare delle mie cose, specie di quelle di cui ho vergogna perfino con me stesso, a qualcuno che è peccatore come me, e che forse valuta in modo completamente diverso dal mio ciò di cui ho fatto esperienza o non lo capisce affatto? Che ne sa lui di che cosa è veramente peccato per me? Qualcuno aggiunge: e poi, esiste veramente il peccato, o è solo un’invenzione dei preti per tenerci buoni? A quest’ultima domanda sento di poter rispondere subito e senza timore di smentita: il peccato c’è, e non solo è male, ma fa male. Basta guardare la scena quotidiana del mondo, dove violenze, guerre, ingiustizie, sopraffazioni, egoismi, gelosie e vendette si sprecano (un esempio di questo “bollettino di guerra” ce lo danno ogni giorno le notizie su giornali, radio, televisione e internet!). Chi crede nell’amore di Dio, poi, percepisce come il peccato sia amore ripiegato su se stesso (“amor curvus”, “amore curvo”, dicevano i Medioevali), ingratitudine di chi risponde all’amore con l’indifferenza e il rifiuto. Questo rifiuto ha conseguenze non solo su chi lo vive, ma anche sulla società tutta intera, fino a produrre dei condizionamenti e degli intrecci di egoismi e di violenze che costituiscono delle vere e proprie “strutture di peccato” (si pensi alle ingiustizie sociali, alla sperequazione fra paesi ricchi e paesi poveri, allo scandalo della fame nel mondo…). Proprio per questo non si deve esitare a sottolineare quanto sia grande la tragedia del peccato e quanto la perdita del senso del peccato - ben diverso da quella malattia dell’anima che chiamiamo “senso di colpa” - indebolisca il cuore davanti allo spettacolo del male e alle seduzioni di Satana, l’Avversario che cerca di separarci da Dio.Confessarsi da un sacerdote? Mi chiedi dunque: perché bisogna confessare a un sacerdote i propri peccati e non lo si può fare direttamente a Dio? Certamente, è sempre a Dio che ci si rivolge quando si confessano i propri peccati. Che sia, però, necessario farlo anche davanti a un sacerdote ce lo fa capire Dio stesso: scegliendo di inviare Suo Figlio nella nostra carne, egli dimostra di volerci incontrare mediante un contatto diretto, che passa attraverso i segni e i linguaggi della nostra condizione umana. Come Lui è uscito da sé per amore nostro ed è venuto a “toccarci” con la sua carne, così noi siamo chiamati ad uscire da noi stessi per amore Suo e andare con umiltà e fede da chi può darci il perdono in nome Suo con la parola e col gesto. Solo l’assoluzione dei peccati che il sacerdote ti dà nel sacramento può comunicarti la certezza interiore di essere stato veramente perdonato e accolto dal Padre che è nei cieli, perché Cristo ha affidato al ministero della Chiesa il potere di legare e sciogliere, di escludere e di ammettere nella comunità dell’alleanza (cf. Mt 18,17). È Lui che, risorto dalla morte, ha detto agli Apostoli: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20,22s). Perciò, confessarsi da un sacerdote è tutt’altra cosa che farlo nel segreto del cuore, esposto alle tante insicurezze e ambiguità che riempiono la vita e la storia. Da solo non saprai mai veramente se a toccarti è stata la grazia di Dio o la tua emozione, se a perdonarti sei stato tu o è stato Lui per la via che Lui ha scelto. Assolto da chi il Signore ha scelto e inviato come ministro del perdono, potrai sperimentare la libertà che solo Dio dona e capirai perché confessarsi è fonte di pace.
Bruno Forte - Arcivescovo di Chieti-Vasto
tratto dal sito Novena.it Sito di ispirazione cattolica

Re: Comunione e confessione

Inviato: lunedì 11 maggio 2009, 15:42
da Mariella
Tophat leggendo ciò che hai scritto sento doveroso risponderti perché anch'io ho vissuto un periodo nerissimo della mia vita lontana dalla Chiesa e da Cristo.
Con il passare degli anni sentivo di avvicinarmi alla chiesa, ma non avevo il coraggio per farlo... piano piano riesco ad entrare in chiesa e a seguire la Messa, ma tutto questo non mi bastava, avevo voglia di prendere la comunione e dovevo superare un ostacolo non indifferente... la "confessione", dovevo riconciliarmi con Dio.
Ma perché... mi chiedevo... devo riconciliarmi con un sacerdote?
È un uomo... mi giudicherà...!!!
Trovai il prete "che faceva per me", nel senso che mi sentivo tranquilla e serena al solo vederlo, fu una liberazione... mi sentivo di parlare e parlare e non smisi di parlare non so per quanto tempo.
Fatto sta che ogni volta che vado a confessarmi mi sento come una che ha fatto un altro passo in avanti... sono felice dentro.
I preti aiutano... forse hai bisogno di quello giusto!

Re: Comunione e confessione

Inviato: martedì 12 maggio 2009, 21:49
da Miriam
Conosco la tua fatica Tophat dopo la morte del mio direttore spirituale è difficilissimo per me aprire il mio cuore a un sacerdote soprattutto perché per me il mio don era un amico e a un amico è facile "confessare" tutto perché si cresce insieme e quindi non fatico a dirgli anche le cose che non vanno. Con gli altri don non è così devi arrivare a capire cosa dire e spesso non è facile e poi accidenti a chi ha inventato il confessionale. Quante belle discussioni all'aperto e confronti con Dio che sogno possano un giorno tornare a dare luce nei momenti bui. Se vivi nel buio non vedi la polvere quindi non senti il bisogno di toglierla e poca o tanta non t'importa più.
Confessarsi vuol dire accentere in noi una luce e cominciare a conoscerci meglio capendoci e confrontandoci spazzando via la polvere dell'abitudine.
Trovare il don giusto è impresa ardua ma non impossibile. Buona ricerca!

Re: Comunione e confessione

Inviato: martedì 19 maggio 2009, 12:43
da Tophat
Due domandine sulla Comunione:

1) L'ostia non va masticata vero?
2) Come mai ai fedeli non viene distribuito anche il vino (Sangue di Gesù)? Capisco che non sia pratico, non si può distribuire un vassoio con vari bicchierini.. però capita a volte che venga distribuito? quando? Oppure è solo prerogativa dei sacerdoti?

P.S. Non voglio andare a Messa per farmi un goccetto eh? Però con il sangue oltre al corpo condividerei maggiormente Gesù.

Re: Comunione e confessione

Inviato: martedì 19 maggio 2009, 17:57
da Mary
Tophat fai domande da un milione di dollari [k-ahah] scherzo...cmq cercherò di dirti quello che so io, non so se potrò esserti di aiuto.
Due domandine sulla Comunione:
1) L'ostia non va masticata vero?
Se vuoi puoi masticarla, una volta forse prima del Concilio, si diceva che doveva sciogliersi in bocca (un incubo quando si appiccicava al palato) adesso si può anche masticare.
Come mai ai fedeli non viene distribuito anche il vino (Sangue di Gesù)? Capisco che non sia pratico, non si può distribuire un vassoio con vari bicchierini.. però capita a volte che venga distribuito? quando? Oppure è solo prerogativa dei sacerdoti?
sarebbe bello sempre distribuirla sotto le due specie, ma non sempre comodo, in casi particolari certamente, ma per es. io non sono d'accordo per la Prima Comunione ai bimbi non piace il vino e storcono il naso, fanno delle smorfie e non è bello, si concentrano sul vino e si rischia di ridicolizzare il sacramento.
Alcuni sacerdoti amano farla sotto le due specie altri no e credo per comodità.
Nella mia parrocchia per esempio affollatissima, occorrerebbero tantissimi ministri dell'Eucarestia per la distribuzione quindi il mio parroco cerca di farla solo in momenti particolarissimi o per piccoli gruppi.
Cmq non è facendola nelle due specie che cambia il significato...