Confessione: dubbi e domande


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Miriam
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Confessione: dubbi e domande

Messaggio da Miriam » venerdì 27 febbraio 2009, 11:46

Quanta confusione su questo sacramento e quante problematiche. Ieri ne parlavo con dei colleghi ed il sunto del loro discorso è stato pressapoco questo:
Io confesso i miei peccati direttamente a Cristo perché non ho bisogno di altri intermediari per comunicare con Lui. Rivolgerti direttamente a Lui. Scusa, il Papa a chi si rivolge essendo la più alta autorità ecclesiastica? Non si rivolge direttamente a Lui quando deve comunicargli qualcosa? Chi ci vieta di fare altrettanto anche se non indossiamo l'abito talare?

Io ho tentato una mia risposta ovviamente (quando mai sto zitta [k-ahah] ) ma vorrei sapere cosa avreste detto voi!
Quanto per voi è facile questo sacramento?


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Don Luca
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Re: Confessione: dubbi e domande

Messaggio da Don Luca » sabato 28 febbraio 2009, 12:19

Con molta semplicità dire che abbiamo bisogno di qualche cosa di più di noi stessi. Soprattutto quando siamo feriti. Abbiamo bisogno di sentirci dire che tutto può andare a posto, abbiamo bisogno di sapere che c'è qualcuno che condivide il nostro dolore e la nostra fatica, abbiamo bisogno di una parola di conforto e di un gesto che ci "tocchi" fisicamente, abbiamo bisogno di una certezza morale - le parole del sacerdote - che mi liberino dagli scrupoli e dai sensi di colpa, abbiamo bisogno di qualcuno in carne ed ossa che mi dica che si fa responsabile con me del sentirmi perdonato. Abbiamo bisogno di dire scusa anche ad un uomo perché la feirta del peccato è di Dio ma anche del suo corpo che è la Chiesa che il prete rappresenta. Infine abbiamo bisogno di essere in due per avere la certezza che Dio è presente tra noi (dove due o più..) e che non sono io ad assolvermi, non sono io il Dio di me stesso, non sono io che resto - solo - a dibattermi nel mio nulla. Ho bisogno di Dio che mi dice per bocca di un uomo che siamo, tutti, un nulla. Ma felici.


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Miriam
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Re: Confessione: dubbi e domande

Messaggio da Miriam » sabato 28 febbraio 2009, 22:31

È bello poter confessare i nostri peccati, e sentire come un balsamo la parola che ci inonda di misericordia e ci rimette in cammino. Solo chi ha sentito la tenerezza dell’abbraccio del Padre, quale il Vangelo lo descrive nella parabola del figliol prodigo — " gli si gettò al collo e lo baciò " (Lc 15, 20) — può trasmettere agli altri lo stesso calore, quando da destinatario del perdono se ne fa ministro."

(Lettera di Giovanni Paolo II ai Sacerdoti per il giovedì santo, 2001).

Forse è questo che dovrebbero provare i giovani ma è davvero difficile ammettere i propri sbagli e talvolta è il sacramento che non cresce restando bambino e cercando colpe sciocche per nascondere i veri problemi che ci attanagliano. È davvero importante se riusciamo a cogliere il senso del sentirsi perdonati e non credere nell'autoperdono che forse ci convince poco in momenti di crisi. Tuttavia dall'altra parte c'è tanta paura a mettersi in gioco.
Paradossalmente mi viene da dire i giovani si vergognano di meno di dire i propri errori in tv a Maria de Filippi o altro che confessarli ad un sacerdote. Che ne pensate?


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Fanny
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Re: Confessione: dubbi e domande

Messaggio da Fanny » domenica 1 marzo 2009, 15:14

Accostarsi al sacramento della Riconciliazione è abbastanza difficoltoso non solo per i giovani ma anche per i meno giovani e non tanto per la paura e la vergogna dei propri peccati quanto per la paura che il confessore che sta davanti non sia in grado di capire le situazioni peccaminose esposte e non abbia la capacità di essere quel Padre buono e misericordioso che accoglie il figlio peccatore pentito.
Capita spesso che il confessore, anziché ascoltare e dare parole di conforto e di aiuto, anziché prendere la mano di chi gli sta dinnanzi per dargli sollievo ed aiutarlo a superare la situazione di peccato, aggredisce verbalmente il peccatore sottolineando e facendo pesare ancora di più gli errori commessi.
Il confessore deve accogliere il peccatore pentito, non aggredire e far allontanare chi, magari sforzandosi, ha fatto mezzo passo per avvicinarsi alla casa del Padre. Ogni volta che il penitente si accosta al sacramento della Riconciliazione compie i gesti di conversione del figlio che, dopo aver speso tutti i suoi averi nel peccato, si ritrova solo e privo di tutto, si pente e poi ritorna alla casa del Padre, che lo abbraccia, lo perdona e fa festa.
Ma non sempre il confessore è disposto a mettersi in gioco, a capire realmente i motivi di peccato di chi si va a confessare e soprattutto di spiegare al penitente perché è sbagliato fare certe cose malvagie e perché non devono farsi. È più facile mettersi ad urlare ed intimorire il peccatore, facendogli pesare la sua caduta, piuttosto che ragionare con amore su quanto viene confessato e indurre il penitente a non peccare più.
Una volta è successo ad una mia amica di confessarsi a Pompei. Eravamo nel 2000 in viaggio verso Roma per il giubileo. Rispose ad una domanda fattale dal confessore dicendo la verità come era giusto fare. Quel sacerdote iniziò ad urlare e a sbraitare senza che la mia amica capisse il perché di tutta quella scenata e soprattutto il perché il confessore non le aveva dato l'assoluzione. Tutto aveva detto quel prete tranne che spiegarle perché si trovava in una situazione di peccato. Nonostante la delusione e l'amarezza di quanto successo la mia amica trovò la forza nell'immediatezza di trovare un altro sacerdote e confessarsi nuovamente spiegando soprattutto quanto era successo con il precedente confessore. Quel sacerdote con amore e pazienza le fece capire il perché della sua situazione di peccato dandole infine anche l'assoluzione.
Ora mi chiedo: di fronte allo stesso peccato ci possono essere due pesi e due misure? Il confessore non deve essere sempre accogliente e disponibile al dialogo ed al confronto anziché un giudice pronto a far pesare di più i nostri peccati?
E poi, Gesù disse agli apostoli e quindi ai loro successori: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi a chi non li rimetterete resteranno non rimessi..... quindi mi chiedo ancora il sacerdote può non rimettere i peccati al peccatore pentito o al peccatore “incosciente” che si pente senza una spiegazione?



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Re: Confessione: dubbi e domande

Messaggio da Miriam » lunedì 2 marzo 2009, 22:04

Carissima Fanny la tua esperienza di Pompei mi ricorda quella di un sacerdote di nostra comune conoscenza che si è preso un bel cazzettone dal suo confratello per non essere vestito da prete! Come vedi hai ragione ci sono davvero un po' ministri fissati e so quanto ci si soffre credimi. Ne ho conosciuti talmente tanti anche io che ogni volta mi avvicino con tanta paura che quasi mi preparo a sentirli urlare qualcosa....
Se poi mi toccano quello in cui credo senza mettersi a confronto mi urto dentro un sacco e non riesco a aprirmi e allora ecco le confessioni lampo quelle: " va tutto bene basta che non mi rompi e mi perdoni" [k-ahah]
So che non sono il top e non aiutano a crescere ma a volte mi sembra di tornare all'asilo della confessione quando dicevi le cose più leggere per sentirti dire ti perdono non chiedendoti il perché di tutto questo per fare un salto di qualità.


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