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Re: Confessione: dubbi e domande

Inviato: lunedì 9 marzo 2009, 12:25
da Mary
21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Giovanni 20,21-23

Vedi Juda, ti rispondo come rispondo ai miei bambini che sto preparando al Sacramento della Riconciliazione.
Gesù non lo vediamo... ma lo vediamo con la presenza del sacerdote che è l'unico mediatore di Cristo sulla Terra!
Attraverso il sacerdote noi riceviamo l'abbondante grazia dello Spirito Santo... è questione di fede... io ci credo!
Provate a immaginare un uomo che, avendo tradito la propria moglie, invece di confessare a lei il proprio torto commesso, va dal sacerdote e questi, come se fosse l’Iddio Onnipotente in terra, non solo lo perdona, ma lo assolve, chiedendogli la penitenza magari con la recita di qualche Ave Maria e Padre Nostro. Niente di più meccanico e assurdo! Non credi?
La confessione, in questo caso per esempio, è un aiuto (se c'è vero pentimento) a cercare di non commettere il torto...Dio si prende cura di noi, se lo cerchiamo e lo accogliamo nella nostra vita.
Io ho sperimentato il Suo Amore proprio attraverso il perdono e proprio attraverso un sacerdote che mi ha guidata e accompagnata spiritualmente.
Prima avevo gli occhi bendati da una "fede annacquata da ricordi dottrinali", pensavo di essere giudicata da Dio, mi vergognavo di dire al sacerdote le mie mancanze, ora credo di poter affermare con un bell'"Amen", che Dio mi ama proprio perché mi perdona attraverso il sacerdote.
La penitenza non è l'Ave Maria o il Padre Nostro ma l'impegno al cambiamento, se c'è pentimento vero, l'uomo che fa un torto alla moglie cercherà non solo di confessarlo a lei, ma sicuramente di cambiare per non commetterlo più!

Re: Confessione: dubbi e domande

Inviato: lunedì 9 marzo 2009, 13:18
da Juda87
Come potrà il confessore osservare a pieno l’immaginario mandato di Gesù (Giov. 20:23) riguardo al confessare ed assolvere o meno il colpevole? Non dovrà fare affidamento sul proprio umano e debole discernimento delle cose esteriori? Può egli leggere nel cuore del “penitente” per trarne la giusta decisione in merito? Non penso....

Ecco che l’uomo assolve a giudizio e titolo personale e non secondo Dio. Quanti di quelli che sono e vengono assolti lo sono effettivamente da Dio? Nel penitente si annida l’idea che il confessionale sia una sorta di lavanderia, dove ci si può lavare i panni sporchi, purificarsi dai propri peccati ed essere assolto dalle proprie colpe.
La confessione, oltre che verso Dio, è necessaria anche verso l’uomo, ma solo quando anche questi sia stato offeso dal penitente. È più difficile mettere in opera questo, che non il confessarsi alle orecchie di un confessore di professione e che, oltre tutto, non è la persona offesa. In tutto questo viene a mancare una vera comunione fraterna. Un uomo offeso può dire a colui che chiede perdono (oltre ad averlo già perdonato): “Dio ti perdoni”, oppure “ravvediti e prega, affinché Dio ti perdoni” (Atti 8:22-24), ecc., ma mai nessuno per qualsiasi motivo può avere la presunzione di dire: “Io ti assolvo nel nome del Padre .....” questa è una vera e propria bestemmia; è farsi uguale a Dio riguardo al giudizio e al perdono (Marco 2:3-11; Luca 5:20-24), soprattutto nei casi in cui tale abominevole “confessore” non centra un bel niente col peccato o l’affare dell’uomo penitente, ovvero non è lui ad essere stato offeso.

Re: Confessione: dubbi e domande

Inviato: lunedì 9 marzo 2009, 13:43
da Venerabile Beda
Infatti, l'assoluzione del sacerdote, non garantisce il perdono di Dio. L'efficacia sacramentale della confessione, è subordinata al reale pentimento.
Quando coesistono queste due condizioni: reale pentimento ed assoluzione del sacerdote, in virtù del mandato di Cristo, solo allora si ha certezza del perdono.
Ma se il sacerdote mi assolve e io non sono pentito, il sacramento risulta inefficace.
Allo stesso modo, se sono realmente pentito, ma sono materialmente impossibilitato a confessarmi, è evidente che posso avere ugualmente il perdono di Dio.
E aggiungo: Dio non perdona chi non perdona.

Re: Confessione: dubbi e domande

Inviato: lunedì 9 marzo 2009, 13:53
da Juda87
Scusami ma se io mi confesso al prete e non lo faccio con pentimento vero il sacramento della confessione non è efficace.... se al contrario sono impossibilitato nel confessarmi ecc posso comunque essere assolto.... allora a questo punto la figura del prete risulta totalmente inutile...da quello che hai detto tu traspare esattamente quello che ho sostenuto io poco fa... [k-ecco]

Giov.20:23:“A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti”; Gesù parlava a tutti i discepoli --->?Luca 24:33-40 --->?Giov. 20:19-25; i due passi raccontano la prima apparizione di Gesù in mezzo a tutti i discepoli che non erano solo gli apostoli.

Queste parole, del passo di Giov. 20:23, Gesù le disse a tutti i suoi discepoli e non solo agli apostoli: Luca 24:33. Infatti, è a tutti i suoi discepoli che Egli profetizza la discesa dello Spirito Santo su di loro, i quali dovevano rimanere a Gerusalemme fino ad allora: Luca 24:33,47-49. Infatti, a Pentecoste circa centoventi suoi discepoli vennero battezzati dallo Spirito Santo, quindi è anche ad essi che Gesù rivolse le parole in Giov. 20:23 che indicavano, come in Luca 24:47-48, la predicazione ed il conseguente battesimo da fare a chiunque avesse creduto in Cristo per ricevere il perdono dei peccati, in caso contrario, se qualcuno non avesse creduto, tali peccati sarebbero stati ritenuti. I teologi cattolici, dal passo di Giov.20:23, estrapolano la loro dottrina della confessione con assoluzione sacerdotale; in realtà, oltre al fatto che tale passo non indica assolutamente tale dottrina, è evidente come le parole di Gesù del passo erano dirette, come abbiamo visto, a tutti i discepoli e non solo agli apostoli, come dicono i teologi cattolici. Quindi se la loro dottrina fosse giusta, e fosse davvero espressione di quanto il passo vuol dire, dovremmo allora facilmente anche constatare che in quanto parole dette da Gesù a tutti i discepoli, tale “potere” assolutorio spetterebbe a tutti i cristiani e non solo ai sacerdoti. Solo Dio può perdonare, ovvero assolvere l’uomo dai peccati: Marco 2:7; Luca 5:21, (coloro che si rivolsero in tal modo a Gesù, nei due passi adesso citati, non sapevano che Egli poteva davvero assolvere chiunque in quanto era Dio e poteva anche leggere, di conseguenza, nei cuori delle persone).

Re: Confessione: dubbi e domande

Inviato: lunedì 9 marzo 2009, 14:03
da Simona
Carissimi tutti,
è difficile per me parlare con chi non vedo e non so quale sia la sua storia di vita. Oltre a rimandare al Catechismo voglio aggiungere questa mia riflessione.
È vero, il Sacramento della Riconciliazione non è tra i più amati, anche tra i cattolici praticanti perché oltre ad essere un po’ imbarazzante non sembra essere molto utile. Per comprenderlo veramente dovremmo entrare nella logica del DONO: il dono del perdono. Gesù regala il perdono incondizionatamente: “Tu hai peccato? Io ti perdono!” Non è fantastico? Basta voler essere perdonati per esserlo realmente. Il regalo del perdono di Gesù ci viene donato attraverso il Sacramento della Riconciliazione. Non è certo il prete a perdonarci ma è Gesù stesso che attraverso le parole del sacerdote: “Io ti perdono” è come se implicitamente ci dicesse: “Ti voglio bene, dimentico quello che tu hai fatto, ti dono la mia pace e ti do la forza per non ricadere in quei peccati d cui ti sei pentito”. Abbiamo bisogno di sentirci dire che siamo stati perdonati altrimenti come potremmo essere sicuri che la nostra preghiera sia stata esaudita? È Gesù che ha voluto così; è Lui che ha inventato questo Sacramento quando nel Vangelo di Giovanni ha detto agli Apostoli”…a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20,22).
Il cuore riconciliato con Dio è un cuore riconciliato anche con i propri fratelli, Il peccato infatti ha una incidenza negativa sulle persone che, proprio perché battezzate, vivono tutte della vita di Dio. Il peccato va contro la vita perciò contro tutti coloro che vivono di questa vita. È come, per usare un esempio, se la nostra vita la paragonassimo ad un viaggio su una barca insieme a tante altre gente. Cosa succederebbe se ad un certo punto qualcuno iniziasse a fare un foro sul fondo della nave sotto i propri piedi pensando tra sé e sé: “ Questo è il mio foro, è una decisione che riguarda solo me, non devo rendere conto a nessuno…”?